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Rosàrio.

(dal latino rosarium: rosaio, in quanto le preghiere del rosario formano come una corona di rose alla Madonna). Nel Cattolicesimo, pratica di devozione alla Vergine, consistente nella ripetizione di 150 Ave Maria. Ogni decina, chiamata mistero (gaudioso, doloroso, glorioso), è intercalata da un Padre Nostro e da un Gloria ed è dedicata all'enunciazione di un episodio della vita di Gesù o della Vergine. Una leggenda vuole San Domenico come creatore del r. La divisione in decine è avvenuta nel XV sec. a opera del certosino tedesco Enrico Enger, morto nel 1408, mentre l'uso di associare la decina alla meditazione di un mistero si fa risalire a Domenico di Prussia, morto nel 1461. La pratica del r., semplice perché eseguita con il solo ausilio di una catena a grani chiamata corona o r., si diffuse sempre più, diventando, dalla Controriforma in poi, strumento di preghiera familiare. Tra i Papi che hanno raccomandato il r. ricordiamo Paolo VI che se ne è occupato nel documento Marialis cultus (1974). ║ Con valore concreto, fila di grani di vario materiale, chiamata anche corona, utilizzata per la recitazione del r. È composta da 50 palline piccole e da 5 più grandi. Oggetti dello stesso tipo esistono nel culto ortodosso, in quello musulmano e in vari culti d'Oriente. ║ Fig. - Serie di fatti che si susseguono con regolarità. ║ Festa del santo R.: festa religiosa, che viene celebrata il 7 ottobre. Trae origine dalla vittoria cristiana a Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, attribuita all'intervento benevolo della Vergine. L'anno seguente venne istituita la festa della Beata Maria Vergine della Vittoria, fissata alla prima domenica di ottobre. Festa celebrata inizialmente solamente dai domenicani, nel 1888 fu estesa a tutta la Chiesa. In occasione del riordinamento liturgico del 1913 la festa venne fissata il 7 ottobre. • Patol. - Nodosità multiple disposte in fila lungo parte di un organo tubolare.