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Rosài, Ottone.

Pittore e scrittore italiano. Proveniente da una famiglia di artigiani del legno, iniziò a lavorare con il padre, iscrivendosi poi all'Istituto di Arte decorativa e all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1911 abbandonò gli studi continuando da solo un percorso di ricerca che lo portò ad esporre prima a Pistoia (1911, incisioni), poi a Firenze (1913). In quest'ultima occasione venne in contatto con i futuristi e con A. Soffici, con il quale instaurò un rapporto di scambio che durò tutta la vita. Tra il 1912 e il 1915 realizzò opere di stampo futurista (Bottiglia + zantuntun, Dinamismo Bar San Marco), contemporaneamente ad altre di derivazione cubista (Paesaggio), dimostrandosi inoltre aperto a influenze simboliste francesi. Durante la prima guerra mondiale si avvicinò a una pittura di tipo primitivo, punto di partenza per ricerche nell'ambito della tradizione fiorentina del Trecento e del Quattrocento e nell'ambito della fantasia creatrice di Cézanne. Durante gli anni Venti, i temi principali dell'arte di R. furono: le strade di Firenze, la campagna fiorentina e i suoi abitanti (Partita a briscola, 1920; Via Toscanella, 1922; Giocatori di toppa, 1957). Nel 1930 venne organizzata a Milano una sua esposizione che gli diede grande notorietà. Sempre in contatto con le maggiori personalità artistiche italiane dell'epoca (Morandi, Carrà, Soffici), nel secondo dopoguerra si distinse per gli Autoritratti e per le scene paesaggistico-popolari cariche di luce e di vigore (Autoritratto a Venezia, 1952; Via de' Massoni, 1956). R. fu anche scrittore polemico. Collaboratore di «Lacerba» e de «Il Selvaggio», pubblicò due libri di ricordi della prima guerra mondiale (Il libro di un teppista, 1919; Dentro la guerra, 1932) e un volume di prose brevi (Via Toscanella, 1930). Nel 1951 apparve una raccolta di suoi scritti dal titolo Vecchio autoritratto (nel 1955 uscì la nuova edizione, dal titolo Ricordi di un fiorentino) e nel 1974 uscì postuma l'edizione delle Lettere (1914-57) (Firenze 1895 - Ivrea 1957).
Ottone Rosai: "Giocatori di toppa" (collez. privata)