Trentunesimo presidente degli Stati Uniti. Proveniente da una famiglia
di origine olandese, conseguì la laurea in Legge a Harvard. Entrato in
politica, divenne senatore dello Stato di New York per il Partito democratico
nel 1910. Fu sottosegretario di Stato alla Marina durante il mandato del
presidente Wilson dal 1913 al 1920, anno in cui fu candidato democratico alla
vicepresidenza. L'anno seguente ebbe un attacco di poliomielite, che gli
immobilizzò gli arti inferiori. Allontanatosi temporaneamente dalla
politica a causa delle condizioni di salute, decise di riavvicinarvisi nel 1928,
quando fu eletto, e poi confermato nel 1930, governatore dello Stato di New
York. L'8 novembre 1932 fu eletto presidente degli Stati Uniti. Per far cessare
la grave crisi economica in cui versava il Paese da alcuni anni, appena eletto
R. si impegnò a fondo per attuare una politica di intervento
statale in tutti i settori produttivi, adottando piani di riorganizzazione
agricola e industriale (il
New Deal da lui promesso durante la sua
campagna elettorale), che ebbero immediato successo nonostante l'opposizione
della classe industriale e della Corte Suprema: la prima vedeva nello sforzo di
migliorare le condizioni delle classi lavoratrici, attuato allo scopo di
incrementarne il potere d'acquisto, una minaccia alla tradizionale ripartizione
del potere sociale; la seconda poneva seri dubbi di incostituzionalità
sui progetti di attribuire nuovi poteri all'autorità statale. L'opinione
pubblica, comunque, dimostrò di apprezzare gli sforzi di
R.;
infatti il presidente venne rieletto a larghissima maggioranza nel 1936. La
politica estera dell'uomo politico statunitense fu, fino al 1937, basata sulla
neutralità e la cooperazione (fece approvare una serie di leggi che
garantissero la neutralità del Paese, nel 1933 allacciò relazioni
diplomatiche con l'Unione Sovietica, intraprese una politica di «buon
vicinato» con i Paesi dell'America Latina allo scopo di consolidarne i
rapporti politico-economici). Tuttavia, in seguito, la grande ascesa del
Nazifascismo in Europa e dell'imperialismo giapponese in Asia convinsero gli
Stati Uniti della necessità di una loro presa di posizione
(«discorso della quarantena», Chicago, ottobre 1937). Nel 1940
R. fu rieletto presidente e decise di avvicinare gli Stati Uniti alla
Gran Bretagna. L'anno seguente fece approvare dal Congresso il cosiddetto Lend
and Lease Act (marzo 1941), secondo il quale gli Stati Uniti potevano utilizzare
basi militari britanniche in cambio di aiuti nella lotta contro la Germania, e
concordò con Churchill i principi della cosiddetta Carta Atlantica. Dopo
l'attacco giapponese di Pearl Harbour (7 dicembre 1941), gli Stati Uniti
entrarono ufficialmente in guerra.
R. partecipò con Churchill e
Stalin a una serie di convegni (Casablanca, Quebec, Il Cairo, Teheran, Jalta)
che decisero, insieme alla strategia comune contro la minaccia nazista, il
futuro assetto politico-economico mondiale. Rieletto nel 1944,
R.
morì poco prima della disfatta tedesca (Hyde Park, New York 1882 - Warm
Springs, Georgia 1945).
Ritratto di Franklin Delano Roosevelt