(dal francese
romance, der. del latino parlato
romanice: al modo
dei Romani, in lingua latina). Lett. - Componimento poetico, di varia forma
metrica, col quale i poeti preromantici e romantici volevano richiamarsi al
gusto e alla tematica della poesia narrativa scozzese di stampo medioevale e del
romance spagnolo dei secc. XV-XVI. Comune alle
r. erano la
tematiche, di stampo storico-leggendario, con una prevalenza di argomenti
patriottici, mentre le forme metriche adottate furono molto diverse, dall'ode a
versi brevi con rime semplici e ritmate, a forme più complesse, con versi
lunghi ritmati. Sviluppatosi dapprima in Germania, dove trovò in J.W.
Goethe, F. Schiller, A. Chamisso e H. Heine grandi estimatori, il genere della
r. crebbe anche in Inghilterra, dove fu scelto da W. Scott, W.
Wordsworth, S.T. Coleridge, G.G. Byron, P.B. Shelley e J. Keats. In Francia fu
sperimentato da V. Hugo e in Spagna da P. Piferrer, mentre in Italia fu
utilizzato da G. Carducci, da G. Berchet e da G. Prati. • Mus. - Nella
storia della musica, la
r. occupa un posto particolare, caratterizzato
dalla sua triplice valenza (vocale da camera, operistica, strumentale). Simile
alla
chanson e all
'ariette francesi, sebbene più
sentimentale e strutturalmente più completa, la
r. trovò
più alta espressione nei componimenti dei liutisti spagnoli
cinquecenteschi, veri e propri momenti narrativi di argomento galante e
cavalleresco, ridotti solitamente a monodico accompagnato. ║
R. vocale
da camera: sorta in Francia nella seconda metà del Settecento, si
sviluppò in questo Paese, dove assunse il nome di
mélodie,
e in Italia. Compositori francesi di
r. furono P. Garat, A. Choron, A.
Garaudé, I.-P.-E. Martini il Tedesco e J.-J. Rousseau, che la
codificò definendone l'argomento, di tipo amoroso, spesso tragico; la
struttura, data dalla divisione in strofe; lo stile, semplice, toccante, sia per
quanto riguarda il testo, sia per ciò che concerne la melodia.
Nell'Ottocento la
r. francese si trasformò, assumendo un carattere
più deciso e più elegante con musicisti quali H. Berlioz, G.
Bizet, Ch. Gounod, J. Massenet, G. Fauré, P. Vidal. In Italia, sempre nel
XIX sec., la
r. fu dapprima intensamente melodiosa e melodrammatica,
trasformandosi poi, soprattutto nelle composizioni di F.P. Tosti, A. Rotoli, L.
Denza e P.A. Tirindelli, in composizioni più lineari e pulite e assumendo
in seguito forme più libere, vicine al declamato, che presero il nome di
liriche. ║
R. operistica: nome che, nel XIX sec., assunsero
le arie d'opera d'intonazione patetica. ║
R. strumentale: risalente
a Ditters von Dittersdorf, fu resa celebre da W.A. Mozart, L. van Beethoven, R.
Schumann, F. Chopin e M. Reger. Essa ha generalmente forma di canzone ternaria,
con netta preponderanza dell'elemento melodico. Nelle composizioni sonatistiche
prende spesso posto di secondo tempo.