Giurista, filosofo e uomo politico italiano. Compì gli studi in
Emilia, in un ambiente che aveva recepito gli ideali illuministi, laureandosi in
Giurisprudenza a Parma nel 1786. Iniziata la carriera di notaio a Piacenza, nel
1791 pubblicò la sua prima opera,
Genesi del diritto penale. Fu
quindi pretore a Trento (1791-93), dove esercitò anche l'avvocatura
(1794-1802). Nel 1799, con il ritorno degli Austriaci in Italia, fu incarcerato
per le sue idee liberali. Dal 1802, tornato il dominio francese, ebbe la
cattedra di Diritto pubblico all'università di Parma; nel 1805
pubblicò il ponderoso trattato
Introduzione allo studio del diritto
pubblico universale. Nel 1806 fu incaricato a Milano di rivedere il progetto
del Codice di Procedura Penale, compito che assolse con perizia, guadagnandosi
anche altri incarichi di consulente giuridico; passò quindi (1807) a
insegnare Diritto civile all'università di Pavia; trasferitosi a Milano
nel 1808, fu consigliere amministrativo del nuovo Governo italico. Gli anni
seguenti furono caratterizzati per
R. da un'intensa attività
didattica, giuridica, scientifica (i
Principi fondamentali di diritto
amministrativo, pubblicati nel 1814, furono una pietra miliare della storia
della disciplina) e pubblicistica: fu collaboratore del «Giornale di
Giurisprudenza», di cui divenne poi direttore (1812-14), degli «Annali
universali di statistica» e delle riviste «Antologia» e
«Conciliatore». Proprio partecipando alla vita e alla redazione di
quest'ultima rivista,
R., naturalizzato milanese nel 1813, entrò
in contatto con numerosi esponenti del movimento liberale e antiaustriaco.
Perciò il Governo austriaco lo iscrisse nella lista degli intellettuali
sospetti. Pur non aderendo alla Carboneria, fu fondatore e venerabile della
Loggia Gioseffina e, anche dopo il suo scioglimento, si adoperò a
diffondere le idee liberali e a patrocinare i tentativi di restaurazione di un
Regno italico indipendente. Nel 1821 fu arrestato con l'accusa di non aver
denunciato i cospiratori dei moti rivoluzionari. Trascorse gli ultimi anni in
solitudine, dedicandosi con passione agli studi filosofici e componendo una
vasta serie di opere di grande rilievo e profondità scientifica, delle
quali alcune furono pubblicate da lui stesso:
Dell'insegnamento primitivo
delle matematiche (1822);
Della condotta delle acque (1822-25);
Che cos'è la mente sana? (1827);
Della suprema economia
dell'umano sapere (1828);
Sull'indole e i fattori dell'incivilimento
(1832). Altri testi furono editi solo dopo la sua morte:
Consultazioni
forensi (1836-37);
Istituzioni di civile filosofia ovvero di
giurisprudenza teorica (1839);
Diritto naturale politico (1845);
La scienza delle costituzioni (1847). Educato secondo i principi
dell'Illuminismo,
R. aderì al sensismo di Condillac, orientandolo
in una direzione più attiva, grazie soprattutto all'influsso che su di
lui esercitò l'opera di Ch. Bonnet: egli riconobbe infatti all'uomo la
facoltà di elaborare autonomamente le sensazioni provenienti dal mondo
esterno. L'approccio filosofico fu determinante nella sua successiva
attività giuridica e didattica, in quanto gli consentì di
approfondire la teoria del diritto, applicandola all'arte del governo. Completa
fu infatti la sua adesione alla concezione napoleonica dello Stato, che deve
essere strumento di educazione e di progresso: nei suoi contributi dedicati al
diritto penale diede uguale rilievo ai diritti dell'individuo e a quelli della
società, mentre nelle opere di diritto pubblico evidenziò le
esigenze della comunità sociale e attribuì al diritto il fine di
consolidare e sviluppare, attraverso la giustizia e l'ordine, le strutture
civili e politiche. Di fede liberale,
R. fu tra i primi, ancora nel
periodo napoleonico, a rimarcare l'imprescindibilità, in uno Stato
moderno, di un patto costituzionale e di un sistema di codici legislativi
adeguato. Fine ultimo della sua produzione scientifica fu la fondazione di una
«civile filosofia» adeguata alle esigenze dello Stato e nella quale
convergevano la dottrina dei diritti umani con quella dei diritti della
società e della Nazione, in un progetto di grande complessità e
vastità, che combinava filosofia, storia, diritto, economia e morale. Per
la sua attività
R. ebbe un influsso notevole sulla cultura
politico-giuridica liberale dei primi decenni del XIX sec. (Salsomaggiore, Parma
1761 - Milano 1835).