Film di R. Rossellini, progettato nel 1944 e realizzato con mezzi di
fortuna nel 1945 (il regista utilizzò pellicole scadute e set più
o meno improvvisati) su soggetto di S. Amidei e A. Consiglio. Fu concepito
all'inizio come film su don Luigi Morosini, il prete ucciso dai nazisti nel
1944. In realtà, grazie anche all'apporto di C. Negarville e F. Fellini,
divenne uno spaccato fedele e commovente, una sorta di documentario sulle
sofferenze vissute dalla gente di Roma durante l'occupazione tedesca. Tra i
protagonisti ricordiamo: A. Magnani, la popolana Pina fucilata sotto gli occhi
del figlio mentre cerca disperatamente di rincorrere il furgone sul quale si
trova il suo uomo, un tipografo impegnato nella Resistenza destinato alla
deportazione; A. Fabrizi, don Pietro, il parroco del quartiere che, per la sua
attività di protettore dei partigiani, verrà fucilato sotto gli
occhi attoniti dei bambini della parrocchia; M. Pagliero, l'attivista comunista
arrestato su denuncia dell'ex amante e torturato a morte. Il film, che ebbe
immediato successo soprattutto all'estero (vinse l'edizione 1946 del festival di
Cannes), rimane tra i primi capolavori del Neorealismo italiano.