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Rognoni, Virgìnio.

Uomo politico italiano. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e aver insegnato Istituzioni di diritto processuale a Pavia, intraprese la carriera politica nelle file della Democrazia Cristiana, fin dagli inizi clandestini del partito. Divenne uno degli esponenti della sinistra democristiana, ricoprendo diversi uffici amministrativi nella città di Pavia. Nel 1968 venne eletto alla Camera, nel 1975 ne fu nominato vicepresidente, subentrando a B. Zaccagnini allora nominato presidente della DC. Su invito di quest'ultimo nel 1978 entrò a far parte del quarto Governo Andreotti, assumendo la carica di ministro degli Interni e sostituendo F. Cossiga, dimessosi in seguito alla conclusione della vicenda Moro. Negli anni seguenti venne più volte richiamato a ricoprire diverse funzioni ministeriali: fu ministro degli Interni nei Governi Cossiga (1979-80), Forlani (1980-81), Spadolini (1981-82) e Fanfani (1982-83), ministro di Grazia e Giustizia nel secondo Governo Craxi (1986). Nel 1982 fu tra gli autori della cosiddetta legge R.-La Torre (L. 13-9-1982, n. 647), che autorizzava la confisca dei patrimoni di sospetta origine mafiosa. Nel 1987 venne nuovamente eletto alla Camera; nel 1992, ministro della Difesa nel Governo Amato, avviò un piano di ristrutturazione delle Forze Armate (n. Corsico, Milano 1924).