Rodolfi, Franca.
Rodolfi, Franca. Pittrice italiana. Esordì nel mondo artistico come pittrice naïf, rappresentando, nelle sue opere, aspetti della quotidianità con uno stile semplice e ingenuo ma, allo stesso tempo, carico di suggestione poetica. L'esperienza espressiva della R. si può dire caratterizzata da una costante ricerca per conseguire una stilizzazione degli elementi decorativi e per raggiungere un perfetto equilibrio nell'uso dei colori. Affermatasi, a partire dal 1968, in campo internazionale, la pittrice esibì i suoi quadri in numerose mostre in Italia (a Milano, Torino, Venezia, Roma, Genova) e all'estero (a Caracas, Cannes, Ascona, in Costa Azzurra e, in particolare, in Giappone, a Tokyo), ottenendo prestigiosi riconoscimenti. La produzione di questa artista, inoltre, ottenne recensioni favorevoli da parte dei maggiori critici (G. Cavazzini, P.P. Mendoni, G. Fusco, G. De Carlo, D. Villani, A. Porta) e risultò molto apprezzata dal pubblico. In particolare, si ricordano le opere in cui compaiono i celebri «pretini rossi», la cui visione aveva colpito la pittrice un giorno che si trovava a Roma, in piazza San Pietro (un quadro dell'artista si trova esposto in Vaticano dal 1978). La notevole carica espressiva ed evocativa delle immagini create dalla R. fu utilizzata efficacemente anche nel corso di campagne promozionali-pubblicitarie (n. Fidenza, Parma 1945). Chi esercita l'arte della pittura. - Chi tinteggia le pareti delle case; imbianchino; decoratore. - Fig. - Chi descrive fatti o situazioni con particolare forza evocativa. Archeologia. - Termine generico usato per indicare ceramografi anonimi, a cui viene aggiunto, come precisazione, il nome del ceramista per il quale il p. ha lavorato (p. di Cleofrade), o del luogo in cui è conservato il vaso (p. di Londra), o di uno dei personaggi raffigurati sul vaso, o anche di un elemento decorativo particolarmente ricorrente nei vasi di quell'artista (p. dei calzari). Voce francese: ingenuo, schietto, senza artificio. - Arte - Arte n.: forma di pittura propria di artisti che, privi di preparazione tecnica, raggiungono istintivamente risultati di grande immediatezza espressiva e originalità, con rappresentazioni che presuppongono sollecitazioni emotive e non moventi di tipo estetico-culturali. I pittori n. non costituiscono una vera e propria scuola, anche se si caratterizzano per la semplicità ed eleganza delle loro figurazioni che hanno per oggetto aspetti comuni della realtà, trasfigurati attraverso un colorismo brillante. Per la loro adesione al reale e per la semplicità delle loro espressioni, sono stati accomunati all'arte popolare e definiti "neoprimitivi": tuttavia si deve presupporre una dimensione artigianale e tradizionale che limita l'espressione esclusivamente individuale, così come il concetto di "primitivo" appare un anacronismo spazio-temporale. L'estrazione sociale modesta e una visione personale del mondo, poetica e magica, caratterizzano i diversi esponenti di quest'arte. Comparsa alla fine del XIX sec., e inizialmente sottovalutata dalla critica, l'arte n. si rivelò attraverso le opere di Henri Rousseau (1844-1910), detto il Doganiere per la sua precedente attività; tra le sue opere, che riscossero l'ammirazione di scrittori e poeti come Apollinaire, Jarry, Cocteau, e pittori come Matisse, Picasso, Kandinskij, si ricordano La guerra (1894), La zingara addormentata (1897), Nozze in campagna (1905), Incantatrice di serpenti (1907), Il sogno (1910). Nel 1937 fu tenuta a Parigi la prima grande esposizione ufficiale dedicata all'arte n., intitolata "I maestri popolari della realtà": vi erano rappresentati, oltre a Henri Rousseau, Louis Vivin, impiegato delle poste, Camille Bombois, ex pastore, lottatore e operaio, André Bauchant, ex giardiniere, Dominique Peyronnet, tipografo, Séraphine, domestica. Dal 1966 è stata istituita una triennale d'arte n. a Bratislava. In Italia si ricordano, fra gli altri, A. Ligabue, O. Metelli, R. Viva, B. Pasotti, G. Covili, A. Ruggeri. Con le sue caratteristiche di spontaneità e di candore, l'arte n. trova un rapporto diretto con l'antica arte popolare specialmente nei Balcani, dove il passato, con le case rurali e i caratteristici oggetti dell'artigianato, è ancora attuale: la scuola jugoslava annovera, fra gli altri, pittori come I. Generalič, I. Rabuzin e I. Lackovic. Notevole importanza nella scuola statunitense hanno G. Moses e M. Hirshfield. Per la sua capacità di rappresentare i valori simbolici e trascendenti della realtà rispondendo, nel contempo, a bisogni di semplicità e di nitore che l'arte tradizionale non sempre riesce a soddisfare, l'arte n. ha acquisito una collocazione stabile all'interno dell'arte contemporanea. Henri Rousseau: “L'incantatrice di serpenti” (Parigi, Jeu de Paume) Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. (dal greco poietiké téchne: arte poetica). Disciplina avente come oggetto l'arte poetica o la letteratura in genere, di cui traccia un profilo storico, ne descrive i generi, definendone le caratteristiche normative di forma e contenuto, e ne stabilisce le finalità proponendo una riflessione sull'idea dell'arte: la p. aristotelica (Perí poietikés) ne costituisce il primo esempio e il principale modello nella letteratura occidentale (V.). Le p. ebbero una speciale diffusione nel Cinquecento: ricordiamo la Poetica di Trissino o l'Arte poetica di G. Manuzio; assai comune fino al Seicento, la p. fu poi affiancata da una nuova disciplina relativa alla concezione del bello e dell'arte, l'estetica, termine usato per la prima volta da A.G. Baumgarten nel 1735 nell'opera Meditazioni filosofiche su argomenti concernenti la poesia. Da questo momento in poi, fino al Novecento, il termine p. indicò per lo più i trattati normativi contenenti i precetti che regolavano i concreti prodotti artistici, senza alcun approfondimento speculativo. Nel Novecento, tuttavia, in relazione ad alcune teorie estetiche di L. Pareyson, per il quale non era possibile fondare l'arte su concezioni date a priori o a posteriori all'opera stessa, si riscoprì il valore originario del termine p.: in quanto derivato dal verbo greco fare (poiéo), indicava l'opera nel suo divenire, la creazione artistica in formazione, che inventava il modo di farsi nel suo stesso prodursi. La p. diventava dunque forma formata e in formazione, autonoma rispetto a ogni criterio estetico. Determinante, in questo senso, fu l'apporto dei formalisti russi, ma soprattutto dello Strutturalismo di R. Jakobson, che in Saggi di linguistica generale definì p. una specifica funzione linguistica, che prescinde dal contenuto del messaggio, dal mittente e dalle interpretazioni del destinatario. La p. tornò così a essere una vera disciplina teorica avente come oggetto la poesia e la letteratura, soprattutto relativa alle loro componenti formali e perciò, in taluni casi, affine alla stilistica (V.). ║ Insieme di precetti che stabiliscono i criteri teorici della produzione poetica o più in generale artistica e del giudizio estetico. La p., in quanto teoria poetica o artistica, illustra il programma artistico, ossia i modi, i temi e le finalità della poesia o dell'arte di un determinato autore o di una particolare scuola in maniera esplicita o implicita. Nel primo caso è una dichiarazione programmatica dell'autore stesso, una sorta di manifesto poetico che introduce all'opera: può essere uno scritto a sé stante, come l'Ars poetica di Orazio o la Lettera sul Romanticismo a Cesare D'Azeglio di A. Manzoni; oppure può essere una parte dell'opera stessa e in genere, nelle opere poetico-letterarie, il proemio o la prefazione: ad esempio, la prefazione al Cromwell di V. Hugo o il proemio del De rerum natura di Lucrezio. Una p. implicita, al contrario, non è dichiarata apertamente dall'autore, ma è desunta direttamente a posteriori dalla sua opera. Non solo gli autori, ma anche i fruitori dell'opera artistico-poetica possono stabilire dei programmi di interpretazione dell'opera stessa, fissando perciò i criteri del proprio giudizio estetico. ║ Opera o trattato relativo alla disciplina, come la Poetica di Aristotele, o contenente i manifesti programmatici come l'Art poétique di N. Boileau. Arte. - L'azione e l'effetto del rappresentare un oggetto per linee essenziali, semplificandone le forme o i colori. Che serve a decorare. ║ Appariscente, di bella presenza. ║ Personaggio d.: persona che, per il suo aspetto, la sua posizione o il suo nome, dà lustro a una riunione, a una festa. - Arte - Arti d.: arti applicate che aggiungono elementi di ornato a una struttura architettonica, o abbelliscono oggetti di uso comune. ║ Nella critica delle arti figurative, indica la visione in superficie, contrapposta a quella in profondità, o un abbellimento accessorio rispetto a ciò che è essenziale, o l'elemento formale di un'opera d'arte, in contrapposizione all'elemento illustrativo. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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