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Roberto d'Angiò.

Re di Sicilia. Terzogenito di Carlo II d'Angiò. Mandato in ostaggio al re d'Aragona insieme ai fratelli maggiori Carlo Martello e Ludovico e al fratello minore Raimondo Berengario a seguito del Trattato di Campofranco (1288), fu liberato nel 1295 e designato successore del padre nel 1297, dal momento che Carlo Martello era morto e Ludovico aveva rinunciato ai suoi diritti. Nello stesso anno R. sposò Iolanda d'Aragona, figlia di Giacomo II: in questo modo veniva sancito l'accordo del 1295 col quale gli Aragonesi rinunciavano alla Sicilia in favore degli Angioini. La Sicilia, però, non riconobbe l'accordo e nominò re Federico d'Aragona, fratello di Giacomo; fu così che nel 1299, sotto la direzione di R., ripresero le ostilità, che si conclusero nel 1302 con la Pace di Caltabellotta e la perdita della Sicilia da parte degli Angioni. Sposatosi con Sancia di Maiorca nel 1304 dopo la morte della prima moglie avvenuta l'anno prima, nel 1305 R. fu capitano generale dei Fiorentini nella guerra contro i ghibellini e i bianchi di Toscana. Nel 1309, alla morte del padre, fu incoronato da Clemente V re di Sicilia; in seguito combatté contro Enrico VII di Lussemburgo, sceso in Italia con la benedizione papale per ristabilire la pace, iniziando, alla morte di questi (1313), una decisa politica espansionistica in Italia centro-settentrionale. Forte dell'appoggio del nuovo pontefice Giovanni XXII (presso il quale soggiornò dal 1319 al 1324), R., che già deteneva la signoria temporanea di Firenze e alcuni feudi in Piemonte, fu nominato vicario imperiale in Italia e signore di Genova; le sconfitte dei guelfi toscani e la resistenza dei Visconti e degli Scaligeri impedirono, però, più favorevoli sviluppi per il suo dominio, cosicché egli nel 1321 non ebbe nemmeno il rinnovo della signoria fiorentina. L'influenza di R. sulle vicende italiche andò così diminuendo: persi anche i possedimenti piemontesi e pressato dai problemi dinastici derivatigli dalla morte dell'unico figlio maschio, Carlo duca di Calabria (1328), egli si concentrò sulla riconquista della Sicilia che, però, nonostante una lunga guerra, rimase agli Aragonesi (1278 - Napoli 1343).