(detto
l'Astuto). Duca di Puglia, Calabria e Sicilia.
Figlio di Tancredi d'Altavilla, giunse in Italia nel 1040 circa. Passato in
forza al fratello Drogone, dapprima sotto il comando di questo e poi sotto
quello di un altro fratello, Unfredo, sottrasse gran parte della Calabria al
dominio bizantino e alle aspirazioni del principe di Salerno, sia attraverso
vittoriose spedizioni militari (celebre fu quella di Civitate nel 1053), sia
mediante la stipula di patti con le singole città. Alla morte di Unfredo,
senza curarsi dei legittimi eredi, si fece proclamare conte di Puglia (1057),
ottenendo nel Concilio di Melfi (1059) l'investitura da parte di papa
Nicolò II a duca di Puglia, Calabria e Sicilia, pur detenendo
all'epoca solo una piccola parte di questi territori. Già nel 1060,
però, si impadronì dell'intera Calabria; nel giro di un
decennio cacciò definitivamente i Bizantini dalla Puglia (presa di Bari,
1071) e conquistò, per tramite del fratello Ruggiero, buona parte della
Sicilia (Messina 1061; Catania 1071; Palermo 1072). Successivamente,
iniziò una vigorosa opera di rafforzamento del suo Stato: sul fronte
interno sopì le velleità autonomiste dei signori e delle
città; sul fronte esterno combatté contro Amalfi, Benevento e
Salerno, che caddero in mano sua rispettivamente nel 1073, 1077 e 1078.
Intraprese, quindi, la marcia su Costantinopoli, conquistando Corfù
(1081) e Durazzo (1082), ma fu costretto a un repentino ritorno in Italia per
correre in aiuto del papa Gregorio VII, suo alleato, che era assediato da Enrico
IV a Castel Sant'Angelo:
R. liberò il pontefice conducendolo
a Salerno, lasciando, peraltro, Roma alle devastazioni dei suoi soldati (1084).
Nell'autunno dello stesso anno, riprese la lotta in Oriente, morendo durante
l'assedio di Cefalonia (1015 circa - Cefalonia 1085).