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Ritsos, Ghiannis.

Poeta neoellenico. Personalità tra le più significative della poesia greca contemporanea, la sua esistenza fu costellata, fin dall'infanzia, da lutti e da malattie. Seguace delle dottrine marxiste, prese parte alla resistenza contro il Nazismo, combatté nella guerra civile e si oppose, subendo anche persecuzioni, torture e deportazioni, ai regimi, sia dittatoriali, sia conservatori, che detennero il potere in Grecia tra il 1936 e il 1970. L'attivismo politico influì in maniera determinante sulla sua produzione artistica, spesso caratterizzata da un'ispirazione e un impegno sociale; d'altra parte, il suo talento poetico e la sua sensibilità trovarono compiuta espressione anche in componimenti lirici ed elegiaci, nei quali predominano i toni crepuscolari e intimisti. Fra le prime fonti d'ispirazione di R. sono da annoverare l'opera poetica del compatriota K. Karyotakis - il debito nei confronti del quale traspare nelle prime raccolte di versi, Trattore (1935) e Piramidi (1936) -, nonché la tradizione della poesia popolare demotica, evidente nei versi dell'Epitafio (1936), compianto di una madre per il figlio ucciso dalla polizia durante una manifestazione. L'opera ebbe grande risonanza e lo rese celebre; altrettanta notorietà ebbe poi La canzone di mia sorella (1937), ove in versi intensi e spezzati il poeta lamenta l'indifferenza degli uomini, alla quale contrappone la comprensione e la dolcezza della sorella. Nonostante l'evidente intonazione elegiaca, questa lirica, composta durante la dittatura di Metaxas, fu da taluni letta in chiave politica, come incitamento alla resistenza passiva. Per contro, l'esplicito impegno politico sotteso alle liriche di La prova (1943) ne determinò la censura da parte del regime nazista. Le successive raccolte Concerto di primavera e La marcia dell'Oceano rappresentano poi il tentativo di R. di bandire l'oscurità ermetica e di ripudiare le immagini incoerenti e non legate da nesso logico; vi è impiegato il verso libero, pur nel costante richiamo alla tradizione poetica popolare. L'esperienza del confino nelle isole dell'Egeo, cui R. fu condannato per motivi politici, fornì spunti e ispirazione alle poesie di Veglia (1954), nelle quali alle tematiche predilette dall'autore - la sofferenza e la dignità dell'individuo, il fascino della memoria, la rivoluzione sociale, la denuncia della repressione - si aggiunse il tema, più solare, della fede nell'uomo e nella vita che rinasce. Ciò è particolarmente evidente nella silloge Stella del mattino, ispirata alla nascita di un bambino che cambia l'esistenza dei genitori. Un nuovo ciclo poetico, caratterizzato dall'impiego di allegorie e simbolismi talvolta oscuri e impenetrabili, ebbe inizio nel 1956 con la Sonata del chiaro di luna, ampio monologo drammatico, rivolto a una persona che tace. Tale modulo discorsivo, dall'andamento quasi teatrale, fu valorizzato, successivamente, in una serie di poemetti nei quali la memoria del poeta si identifica con quella di personaggi mitici (Elena, Fedra, Crisotemi, Ismene, Persefone, apparsi nel volume Quarta dimensione, 1985), che incarnano, da un lato la perennità del mondo ellenico, dall'altro le sofferenze dell'intera umanità. Della sua ricchissima produzione poetica si ricordano inoltre: le raccolte Indomabile città (1958), La casa morta (1962), Testimonianze (1963 e 1966), Diciotto canzonette della patria amara (1973), Poesie di carta (1974), Diario d'esilio (1975), Il corpo e il sangue (1978), Trittico italiano (1982); i romanzi Iconostasi di Santi Anonimi (1982-86), Non soltanto per te (1985). R. fu anche studioso di V. Majakovskij e si cimentò con la prosa drammatica (Una donna accanto al mare, 1959). La sua opera, che comprende ben trentacinque raccolte di versi, è stata riunita nei dieci volumi dal titolo Poesie (1961-89). Per la sua forte personalità poetica, per la sua travagliata vicenda personale e per il suo indubbio talento, R. è considerato, oltre che uno dei maggiori poeti greci contemporanei, uno degli iniziatori del realismo lirico neoellenico, genere caratterizzato sia dalla preoccupazione per il particolare destino greco e dall'impegno politico e morale, sia dalla meditazione sentita sui valori e sul destino dell'umanità (Monemvasìa, Peloponneso 1909 - Atene 1990).