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Riso.

Bot. - Pianta erbacea annuale (Oryza sativa) appartenente alla famiglia delle Graminacee. Originario delle regioni umide dell'Asia meridionale, il r. venne introdotto in Spagna dagli Arabi nell'VIII sec., mentre nell'America del Nord ne fu sfruttata la coltivazione solo a partire dal XVII sec. La pianta presenta un apparato radicale fascicolato, mentre la parte epigea è costituita da più culmi con internodi cavi e in grado di raggiungere un'altezza pari a 80-150 cm. L'infiorescenza è formata da una pannocchia a portamento eretto o cadente, a seconda della varietà, con un numero variabile di spighette, ognuna delle quali presenta due glume piuttosto piccole e due glumette rilevate. Il frutto è una cariosside allungata di forma ellissoidale, che alla raccolta si presenta rivestita dalle glumette e dalle glume strettamente aderenti (risone o r. greggio). In una seconda fase vengono eliminati le glumette e il pericarpo (la pellicola brunastra che l'avvolge); al termine di questa operazione il r. mostra un endosperma essenzialmente amidaceo, il cui aspetto varia da traslucido a vitreo, con zone di consistenza farinosa. ║ Coltivazione: esistono due sottospecie di r., la sativa, a sua volta suddivisa nelle sottoclassi indica, japonica e javanica, e la glaberrima. La maggioranza del r. coltivato appartiene alla specie sativa e richiede un clima caldo, con temperature oscillanti tra i 20 e i 30 °C. La coltivazione è inoltre legata alla possibilità di condizionare artificialmente la temperatura, operazione possibile solo con la parziale sommersione del cereale in acqua per buona parte del suo ciclo: la massa acquosa che circonda la pianta accumula infatti calore, che viene ceduto nel caso che le condizioni termiche circostanti diventino sfavorevoli. Il r. viene seminato tra aprile e maggio, in sommersione perenne, dividendo i campi in camere o bacini circondati da argini. Il diserbo viene realizzato da fine maggio a giugno e attuato in due momenti: il primo, nell'immediata vicinanza della semina, il secondo, nel mese di giugno. ║ Lavorazione: nei mesi di settembre e ottobre il r. greggio viene raccolto e sottoposto alla pulitura, operazione nella quale si libera il risone dalle sostanze estranee presenti, e alla sbramatura o scorzatura, ossia all'eliminazione delle glumelle (lolla e pula). Il r. così ottenuto viene detto sbramato o integrale; nella fase successiva della sbiancatura o pilatura viene eliminato, per abrasione, lo strato esterno presente sulla superficie della cariosside. Il prodotto lavorato è il cosiddetto r. bianco o mercantile; molto diffuso è anche il r. parboiled, detto anche cristallo o avorio per il colore paglierino e traslucido assunto dalla cariosside dopo la lavorazione. Quest'ultimo tipo di r. era noto in India già nell'antichità, quando veniva ottenuto con una serie di operazioni particolari, allo scopo di impedire la rottura della cariosside durante la sbiancatura del risone e la conseguente perdita di amido e di principi nutritivi della superficie esterna. Le cariossidi cotte o scottate vengono impiegate essenzialmente per il consumo umano, ma forniscono prodotti per la zootecnia (farine), per la fabbricazione di birre o bevande alcoliche (sakè), o per preparati particolari, come il r. soffiato. • Abbigl. - Punto r.: in maglieria, tipo di punto ottenuto lavorando un filato con un punto diritto alternato a un rovescio.
"La risicoltura in Italia" di Gigliola Magrini