Opera lirica in tre atti di G. Verdi, su libretto di F.M. Piave, rappresentata
per la prima volta nel 1851. Il testo fu tratto dal dramma
Il re si
diverte di V. Hugo e costituì la prima opera della trilogia formata
da
La traviata e
Il trovatore. La censura impedì la
rappresentazione di un re cinico e dissoluto, tanto che Verdi scelse come
protagonista un buffone (dal francese
tribolet), dal cui nome
derivò il titolo del dramma. La vicenda si svolge nel ducato di Mantova,
in pieno Rinascimento: durante una festa il buffone Rigoletto
deride i
mariti delle amanti di cui il duca di Mantova si circonda, provocando le ire e
le maledizioni di questi. La figlia di Rigoletto, Gilda, ingannata e sedotta
dallo stesso duca, è rapita da alcuni cortigiani, perché creduta
amante di Rigoletto, che viene ingannato a sua volta (atto I). Rigoletto,
bendato, permette l'ingresso dei rapitori nella propria casa; accortosi della
beffa, quando Gilda, prigioniera presso il duca, gli racconta di essere stata
sedotta da questi, Rigoletto
giura di uccidere il seduttore (atto II).
Per far questo, assolda il sicario Sparafucile che, tuttavia, è indotto
dalla sorella Maddalena a uccidere la prima persona che entri nella loro
locanda. Gilda, udito di nascosto il complotto, si sacrifica e, non
riconosciuta, viene uccisa da Sparafucile. Quando Rigoletto
ode la voce
del duca, intuisce l'orribile epilogo che culmina nella scoperta della figlia
morente (atto III). Tra le arie più celebri citiamo:
Questa o
quella,
Sì vendetta,
tremenda vendetta,
La donna
è mobile.