Stats Tweet

Rieti.

Città del Lazio, capoluogo della provincia omonima. È situata a 405 m s/m., nell'omonima conca, sulle rive del fiume Velino, ai piedi dei Monti Sabini, Reatini e di una serie di colline (San Mauro o Colle dei Cappuccini, Sant'Antonio del Monte e Belvedere). 43.785 ab. CAP 02100. • Econ. - L'economia della città si fonda sull'agricoltura, che fornisce materia prima ad alcune industrie (zuccherifici, molitura dei cereali, pastifici). Il settore secondario si sviluppò intorno agli anni Settanta e fu favorito dagli interventi della Cassa per il Mezzogiorno, che portarono all'insediamento di aziende metalmeccaniche, tessili e alimentari. Le attività terziarie si basano sul commercio e sul turismo religioso (santuari francescani) e montano (impianti sciistici del Terminillo). • St. - Già oppidum dei Sabini, l'antica Reate divenne parte dell'Agro romano nel 290 a.C.; prefettura ai tempi di Augusto, in seguito fu innalzata al rango di municipium. Diocesi dalla fine del V sec., fu accolta nel ducato di Spoleto e divenne sede di un noto gastaldato. Fra i secc. IX-XII fu governata da un conte. Già provata dalle invasioni saracene del IX sec., nel XII sec. fu nuovamente devastata dalle invasioni normanne. A partire dal 1198, data in cui fece atto di omaggio a Innocenzo III, accettò la sovranità dei papi, che in varie occasioni elessero la città a propria sede o rifugio. Durante il periodo della cattività avignonese, indebolita da varie lotte interne, fu costretta a patire le ingerenze dei sovrani angioini; nel 1354, tuttavia, tornò ad assicurare ufficialmente la propria fedeltà ai papi nella persona del cardinale Albornoz. In seguito alla guerra degli Otto Santi (1378), in cui sostenne apertamente la causa del papa, R. accettò la signoria di Cecco Alfani e, successivamente, della famiglia di lui, che fu scacciata dalla città soltanto nel 1425. Nel biennio 1798-99 fece parte del dipartimento del Clitunno, mentre negli anni 1798-1804 di quello del Tronto. Partecipò attivamente ai moti risorgimentali. Il 23 settembre 1860 la città passò al Regno d'Italia. Assegnata dapprima all'Umbria, a partire dal 1923 passò al Lazio; divenne capoluogo nel 1927. • Arte - Delle mura romane restano alcuni tratti e un torrione, mentre quasi integra è la cerchia delle mura medioevali, merlate e turrite. Tra i numerosi monumenti religiosi della città si ricordano: la cattedrale che, edificata nel 1229 e rifatta nel 1639, di medioevale conserva solo la cripta e il campanile, collegato alla cattedrale da un portico di epoca rinascimentale; il battistero della cattedrale, che contiene il Museo diocesano, costituito da affreschi medioevali, orificerie sacre dei secc. XIII-XIX, sontuosi paramenti sacri ricamati dei secc. XV-XIX.; il palazzo vescovile, eretto nel 1283, con un ampio porticato e una loggia; le chiese gotiche, risalenti al XIII sec., di San Francesco, di San Domenico e di Sant'Agostino; la chiesa romanica di San Pietro apostolo (XIII sec.); la settecentesca chiesa di San Ruffo; l'oratorio di San Pietro Martire, istoriato con affreschi sul Giudizio universale; la chiesa di San Pietro Martire; la chiesa di Sant'Antonio Abate, con facciata di G. Vignola; la chiesa di Santa Scolastica. La città ospita anche interessanti costruzioni civili, tra cui il neoclassico palazzo Ricci; il palazzo Vecchiarelli; il palazzo del Governo (1596); il palazzo comunale che, sebbene rifatto all'inizio del XX sec., conserva un lato e la facciata del XIII e del XVIII sec. Nel palazzo comunale hanno sede la biblioteca comunale paroniana (1862) e il Museo Civico, in cui si trovano vari frammenti archeologici del periodo romano oltre a una pregevole raccolta di pitture e sculture. Nel territorio di R. sorgono quattro santuari edificati all'inizio della diffusione del Francescanesimo: Greccio, Fonte Colombo, Poggio Bustone e la Foresta. ║ Provincia di R. (2.749 kmq; 147.410 ab.): si estende nel Lazio nord-orientale su un territorio prevalentemente montuoso, con alcune cime che superano i 2.000 m; le aree meno elevate sono quelle della conca di R., in cui scorrono il fiume Velino e i suoi affluenti, Turano e Salto, che formano due bacini lacustri. L'economia si basa sull'agricoltura, per lo più estensiva, alternata allo sfruttamento boschivo e alla pastorizia. Solamente nella conca di R. e nella Sabina occidentale sono presenti, oltre alla cerealicoltura e alla bieticoltura, coltivazioni orticole e legnose (olivo e vite). Nel corso degli ultimi decenni ha assunto un peso sempre più rilevante il turismo, grazie alla stazione di sport invernali del Terminillo.