Romanziere inglese. Appartenente a una modesta famiglia artigiana, che
intorno all'anno 1700 si stabilì a Londra,
R., che per motivi
economici fu costretto a rinunciare alla carriera ecclesiastica, nel 1709 si
impiegò come apprendista presso un tipografo, riuscendo nel frattempo a
coltivare, da autodidatta, il suo profondo interesse per la cultura. In una
decina d'anni, acquisita una considerevole esperienza nel suo lavoro, dapprima
aprì una propria stamperia, quindi divenne presidente dell'associazione
che riuniva i librai e i tipografi e infine, nel 1733, fu nominato stampatore
ufficiale della Camera dei Comuni. La brillante ascesa sociale e la stima di cui
godeva nei circoli letterari londinesi del periodo indussero, nel 1739, un
gruppo di librai a incaricarlo di redigere una raccolta di lettere familiari di
circostanza, che servissero da modello per chi non sapesse scrivere con
sufficiente proprietà di linguaggio. Nel preparare questa raccolta,
R. trovò uno spunto degno di un più vasto sviluppo e
compose il romanzo epistolare
Pamela,
o La virtù
ricompensata (1740), in quattro volumi, con l'intento di "inculcare i
principi della virtù e della benevolenza, descrivere e raccomandare i
doveri sociali e familiari... mostrare ai fidanzati come scrivere lettere che
una ragazza assennata possa ricevere senza arrossire, e un uomo discreto
rileggere più tardi senza vergogna...". Per la sua trama, il
romanzo - nel quale è narrata con grande finezza psicologica la storia di
una giovane domestica che respinge le brame del padrone libertino finché
quest'ultimo, commosso da tanta virtù, la sposa - rappresentò una
svolta significativa nel panorama letterario dell'epoca, in quanto infrangeva il
pregiudizio, allora ancora diffuso, secondo cui solo i nobili e le vicende che
li vedevano protagonisti potevano fornire interessanti soggetti per la
narrazione. Il successo di
Pamela fu immenso, sia in Inghilterra sia
all'estero. L'opera suscitò l'ammirazione di alcuni, fra cui Goldoni, che
vi si ispirò per le sue commedie
Pamela nubile e
Pamela
maritata, e il biasimo di altri, tra i quali H. Fielding, che ne fece la
parodia nell'
Apologia della vita di Mrs. Shamela Andrews. Il successivo
romanzo epistolare di
R.,
Clarissa,
o Storia di una
fanciulla (1747-48), in sette volumi, non ebbe altrettanta fortuna, anche se
può essere ritenuto il capolavoro di
R.: vi si narrano le
disavventure di Clarissa Harlowe, giovane di buona famiglia che respinge, a
costo della vita, un seduttore senza scrupoli e salva così la propria
onorabilità. L'opera, anch'essa destinata a fornire precetti morali alle
giovani, analizza acutamente il rapporto fra figli e genitori, i quali ultimi
sono criticati per il loro autoritarismo. La predilezione dell'autore per temi
improntati al moralismo e al sentimentalismo, nei quali si scorge tuttavia un
fondo di sensualità e di ambiguità, risulta evidente anche nel suo
ultimo romanzo,
La storia di Sir Charles Grandison (1754). A
R.,
considerato portavoce consapevole dei valori della borghesia
puritana inglese e autore anche di una raccolta di
Massime,
o
Meditazioni (1755),
va ascritto il merito di aver innovato il genere
letterario del romanzo epistolare; inoltre, per il suo profondo intuito
psicologico e per la sua indubbia abilità nel delineare i caratteri dei
personaggi, soprattutto femminili,
può essere annoverato fra i
precursori del romanzo psicologico moderno (Mackworth, Derbyshire 1689 - Londra
1761).