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Ricci, Sebastiano.

Pittore italiano. Allievo di S. Mazzoni, F. Cervelli e di G. Gioseffo dal Sole, subì l'influenza dei Carracci e di G. Reni e, nel corso dei suoi viaggi nell'Italia del Nord, di P. da Cortona, di L. Giordano, del Baciccia e di A. Magnasco. Nel 1686 lavorò per il duca Ranuccio II, che gli commissionò per palazzo Farnese a Piacenza un gruppo di tele con le Storie di Paolo III (Piacenza, Museo Civico), portate a termine fra il 1687 e il 1688. Trasferitosi a Roma, affrescò l'oratorio del Serraglio presso San Secondo a Parma, dipinse l'Angelo che salva un bimbo in Santa Maria del Carmine a Pavia e affrescò i pennacchi e la cupola di San Bernardino de' morti a Milano, tutte opere in cui la luminosità ereditata dai primi maestri si fonde sapientemente con lo stile barocco imperante a Roma e che R. fece proprio. Risalgono alla fine del XVII sec. il soffitto di palazzo Fulcis, a Belluno, la pala con San Gregorio Magno e l'affresco della cappella del Santissimo Sacramento in Santa Giustina, a Padova. Fondamentale fu il soggiorno veneziano dei primi anni del XVII sec., in seguito al quale R. inaugurò una pittura chiara, luminosa, scenografica, di chiara ispirazione barocca e ispiratrice del successivo sviluppo della pittura veneta; basti pensare ai tre soffitti della pinacoteca Querini Stampalia con allegorie del Meriggio, dell'Alba e della Sera, e ai dipinti in San Marziale. Fra il 1706 e il 1707 R. dipinse a Firenze i soffitti di palazzo Marucelli e di palazzo Pitti, rispettivamente con le Fatiche di Ercole e con Diana e Atteone; dello stesso periodo sono le tele commissionate dai Farnese di Parma (Diogene, Diogene e Alessandro, Muzio Scevola, Lucrezia Apelle, Ratto di Elena, Giunio Bruto, Cincinnato). Nel 1708 fu impegnato a Venezia nella pala con la Madonna, il Bambino e nove santi di San Giorgio Maggiore, in cui per la prima volta R. si lasciò affascinare dai dettami del Rococò, mentre risalgono al soggiorno milanese del 1711 Le tentazioni di sant'Antonio (castello di Schleissheim) e i Paesaggi con monaci (Museo Epinal). Nel periodo compreso fra il 1712 e il 1716 si trasferì in Inghilterra dove, con la collaborazione del nipote Marco, lavorò per lord Burlington (celebre è il Trionfo di Anfrite e Diana con le ninfe della Burlington House) e altri committenti. A Parigi ottenne il titolo accademico di Francia in virtù del quadro La Francia che onora le arti (Parigi, Louvre). Di nuovo a Venezia, che gli tributò grandi onori e una posizione di incontrastato prestigio nell'ambiente artistico della laguna, riprese la sua attività (Glorificazione delle scienze, Biblioteca del seminario; Liberazione di san Pietro, San Stae). R. lavorò anche per committenti stranieri, primi fra tutti i reali della corte sabauda, per cui portò a termine alcune tele del castello di Rivoli e del palazzo reale, nonché le pale d'altare della basilica di Superga e le quattro sovrapporte a Venaria Reale (tutte opere che sembrano anticipare i dettami della poetica neoclassica). Fra gli ultimi capolavori di R. ricordiamo: le tele per la chiesa dei Santissimi Cosma e Damiano alla Giudecca, il Paesaggio con lavandaie (Trieste, Museo Revoltella), la pala di Sant'Alessandro della Croce a Bergamo e i modelli per le pale di San Rocco (Belluno 1659 - Venezia 1734).