Pittore italiano. Allievo di S. Mazzoni, F. Cervelli e di G. Gioseffo dal Sole,
subì l'influenza dei Carracci e di G. Reni e, nel corso dei suoi viaggi
nell'Italia del Nord, di P. da Cortona, di L. Giordano, del Baciccia e di A.
Magnasco. Nel 1686 lavorò per il duca Ranuccio II, che gli
commissionò per palazzo Farnese a Piacenza un gruppo di tele con le
Storie di Paolo III (Piacenza, Museo Civico), portate a termine fra il
1687 e il 1688. Trasferitosi a Roma, affrescò l'oratorio del Serraglio
presso San Secondo a Parma, dipinse l'
Angelo che salva un bimbo in Santa
Maria del Carmine a Pavia e affrescò i pennacchi e la cupola di San
Bernardino de' morti a Milano, tutte opere in cui la luminosità ereditata
dai primi maestri si fonde sapientemente con lo stile barocco imperante a Roma e
che
R. fece proprio. Risalgono alla fine del XVII sec. il soffitto di
palazzo Fulcis, a Belluno, la pala con
San Gregorio Magno e l'affresco
della cappella del Santissimo Sacramento in Santa Giustina, a Padova.
Fondamentale fu il soggiorno veneziano dei primi anni del XVII sec., in seguito
al quale
R. inaugurò una pittura chiara, luminosa, scenografica,
di chiara ispirazione barocca e ispiratrice del successivo sviluppo della
pittura veneta; basti pensare ai tre soffitti della pinacoteca Querini Stampalia
con allegorie del
Meriggio, dell'
Alba e della
Sera, e ai
dipinti in San Marziale. Fra il 1706 e il 1707
R. dipinse a Firenze i
soffitti di palazzo Marucelli e di palazzo Pitti, rispettivamente con le
Fatiche di Ercole e con
Diana e Atteone; dello stesso periodo sono
le tele commissionate dai Farnese di Parma (
Diogene,
Diogene e
Alessandro,
Muzio Scevola,
Lucrezia Apelle,
Ratto di
Elena,
Giunio Bruto,
Cincinnato). Nel 1708 fu impegnato a
Venezia nella pala con la
Madonna,
il Bambino e nove santi di San
Giorgio Maggiore, in cui per la prima volta
R. si lasciò
affascinare dai dettami del Rococò, mentre risalgono al soggiorno
milanese del 1711
Le tentazioni di sant'Antonio (castello di
Schleissheim) e i
Paesaggi con monaci (Museo Epinal). Nel periodo
compreso fra il 1712 e il 1716 si trasferì in Inghilterra dove, con la
collaborazione del nipote Marco, lavorò per lord Burlington (celebre
è il
Trionfo di Anfrite e Diana con le ninfe della Burlington
House) e altri committenti. A Parigi ottenne il titolo accademico di Francia in
virtù del quadro
La Francia che onora le arti (Parigi, Louvre). Di
nuovo a Venezia, che gli tributò grandi onori e una posizione di
incontrastato prestigio nell'ambiente artistico della laguna, riprese la sua
attività (
Glorificazione delle scienze, Biblioteca del seminario;
Liberazione di san Pietro, San Stae).
R. lavorò anche per
committenti stranieri, primi fra tutti i reali della corte sabauda, per cui
portò a termine alcune tele del castello di Rivoli e del palazzo reale,
nonché le pale d'altare della basilica di Superga e le quattro
sovrapporte a Venaria Reale (tutte opere che sembrano anticipare i dettami della
poetica neoclassica). Fra gli ultimi capolavori di
R. ricordiamo: le tele
per la chiesa dei Santissimi Cosma e Damiano alla Giudecca, il
Paesaggio con
lavandaie (Trieste, Museo Revoltella), la pala di Sant'Alessandro della
Croce a Bergamo e i modelli per le pale di San Rocco (Belluno 1659 - Venezia
1734).