Conte di Cornovaglia e re dei Romani. Secondogenito del re d'Inghilterra
Giovanni Senzaterra, ottenne nel 1225 il titolo di conte di Cornovaglia. Nel
1225-27 comandò la spedizione inglese che conquistò la Guascogna;
ritornato in patria, nel 1238-39 appoggiò i baroni contro il fratello
Enrico III re d'Inghilterra, divenendo, una volta fallita questa opposizione,
uno dei più stretti e fidati collaboratori di questo. Nominato reggente
del Governo inglese nel 1253-54 per l'assenza di Enrico, impegnato in una
spedizione in Guascogna, nel 1256 accettò la Corona di Germania
offertagli dall'arcivescovo di Colonia. L'anno seguente l'arcivescovo di
Colonia, quello di Magonza e Luigi conte del Palatinato lo incoronarono ad
Aquisgrana re dei Romani, mentre contemporaneamente gli altri elettori
eleggevano Alfonso X di Cornovaglia. Alfonso non si recò mai in Germania,
mentre
R. vi rimase per qualche tempo: egli esercitò, tuttavia,
solo un'autorità formale e di scarso successo fu il suo tentativo di
affermare il proprio prestigio col denaro. Nel frattempo, le spese sostenute per
mantenere
R. sul trono di Germania, in aggiunta a quelle della rovinosa
guerra in Francia, costrinsero la Corona inglese a continue pressioni fiscali
che contribuirono a suscitare una nuova ribellione dei baroni: per tentare una
mediazione, nel 1259-60
R. fu investito una seconda volta della reggenza.
Dopo un breve soggiorno in Germania (1260), nel corso del quale poté
constatare l'impossibilità di riaffermare la sua autorità su quel
Paese, tornò in patria e combatté a fianco del fratello contro i
baroni che, nel frattempo, erano nuovamente insorti. Fatto prigioniero da Simone
di Montfort a Lewes nel 1264, venne liberato alla morte di questo l'anno
seguente; poté così dedicarsi a una politica di pacificazione con
i baroni ribelli. Fu lui a ispirare il
Dictum di Kenilworth (1266) che
stabiliva il principio della riscattabilità dei beni feudali confiscati
(Winchester 1209 - Berkhamstead 1272).