Locuzione inglese: ritmo e blues. Genere musicale afro-americano, affine al
jazz, sorto dal
blues e dal
gospel per accentuazione della parte
ritmica. Il nome fu coniato nel 1949 dal settimanale statunitense
"Billboard" al posto dell'espressione
race records, con la
quale si indicava la produzione musicale degli artisti di colore. Fu, del resto,
in quegli anni che il
r. si diffuse in modo ragguardevole: ciò
avvenne anche e soprattutto per merito di una serie di etichette discografiche
indipendenti specializzate in
blues, attive dapprima a New York e, poi, a
Los Angeles, Chicago e nelle maggiori città degli Stati Uniti. Il
r. finì presto per connotare la musica afro-americana di
intrattenimento che non fosse
jazz, comprendendo, quindi, un'ampia
varietà di suoni e stili, accomunati da una serie di innovazioni quali
l'elettrificazione del basso e della chitarra, l'uso dei sassofoni
honker
(starnazzanti), l'introduzione dell'organo elettromagnetico, la ricerca di voci
soliste di estrema forza. Sebbene negli anni Sessanta del XX sec. si sia venuta
affermando la
soul music come genere di intrattenimento prediletto da
artisti e pubblico afro-americano, il
r. non è scomparso, ma,
anzi, oltre ad aver influito notevolmente sulla genesi del
rock and roll,
è sopravvissuto in quelle forme musicali che esprimono istanze
vitalistiche ed esigenze di ballabilità. Tra i principali rappresentanti
del
r. si ricordano C. Grant, L. Jordan, M. Waters, J. Hooker, B.B. King,
A. King, J. Watson, B. Diddley, B. Doggett.