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Resìduo.

(dal latino residuus, der. di residere: rimanere indietro). Che rimane o che avanza. ║ Parte restante, rimanenza. • Chim. - Quello che rimane alla fine di un trattamento chimico. ║ R. inorganico: in un processo di combustione, la cenere. ║ R. insolubile: la porzione di soluto che rimane non disciolta alla fine di un processo di dissoluzione di un sale, di un metallo, di un minerale; più specificamente, nell'analisi chimica qualitativa, la porzione di un miscuglio solido, formato principalmente da solfati, che non viene solubilizzata attraverso trattamento acido. ║ R. fisso o r. secco: ciò che rimane di una miscela di sostanze dopo che i componenti volatili in essa contenuti sono stati eliminati per riscaldamento ad alta temperatura. Viene espresso generalmente sotto forma di percentuale in peso. ║ R. della distillazione: insieme dei componenti che permangono nel distillatore al termine di un processo di distillazione discontinua; oppure, il prodotto prelevato dal fondo del distillatore in un processo di distillazione continua. Dai r. della distillazione primaria del petrolio, per esempio, si ottengono gli oli lubrificanti. ║ In chimica organica, raggruppamento di atomi caratteristico di ciascun gruppo di composti chimici, la presenza del quale rende evidente l'appartenenza a quel particolare gruppo. • Bioch. - La porzione di molecola di un monomero che rimane dopo la reazione di condensazione con la quale si forma un polimero. Tra le principali macromolecole, ovvero le proteine, gli acidi nucleici e i polisaccaridi, si riconoscono: il r. amminoacidico di una proteina, nella quale gli amminoacidi sono legati fra loro attraverso un legame peptidico; il r. monosaccaridico di uno zucchero complesso, nel quale i vari monomeri sono legati fra loro mediante un legame glicosidico; il r. nucleotidico di un acido nucleico, nel quale i vari nucleotidi sono legati fra loro attraverso ponti fosfodiesterici. • Citol. - R. fusoriale: durante la divisione cellulare, formazione temporanea derivata dal fuso mitotico, che comprende in sostanza i microtubuli di cui è costituito il fuso stesso, addensati al centro dello strozzamento che si produce al termine della mitosi o di una meiosi. • Med. - R. gastrico: materiale di origine alimentare e secretoria che rimane nello stomaco nell'intervallo tra due pasti successivi, al termine del processo digestivo. • Embr. - R. embrionale o fetale: insieme dei tessuti o delle formazioni embrionali che permangono con le loro caratteristiche nell'organismo adulto. • Fisiol. - Aria r.: il volume d'aria che rimane nei polmoni dopo un'espirazione forzata e che rappresenta circa 1/4 del volume polmonare totale, ovvero 1.000-1.500 cm3. Viene chiamata anche capacità r., volume r. o r. respiratorio. • Geomorf. - R. di deflazione: deposito costituito quasi interamente da materiale grossolano che viene abbandonato sulla superficie del terreno come conseguenza dell'azione selettiva esercitata dal vento. • Fis. - R. radioattivi: sostanze radioattive inutilizzabili che si accumulano nei reattori nucleari dopo un certo tempo di funzionamento in seguito al processo di fusione nucleare. • Mat. - R. integrale: di una funzione a variabile complessa f(z) in un suo punto regolare o singolare isolato z0, l'integrale

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esteso a un circuito regolare γ, percorso in senso antiorario, contenente z0, dove il circuito γ è tale che al suo interno la funzione non ammette punti singolari salvo, eventualmente, z0. ║ R. quadratico: di un numero intero k, numero a primo con k tale che, sommando o sottraendo a esso un opportuno multiplo di k, è possibile ottenere un quadrato perfetto. Nella teoria dei r. quadratici è fondamentale la legge di reciprocità di Gauss, che può essere enunciata nel modo seguente: dati due numeri p e q primi tra loro, se ciascuno dei due, diviso per 4, dà resto 3, allora uno solo tra p e q è r. quadratico dell'altro, mentre in tutti gli altri casi la proprietà è goduta da entrambi o da nessuno dei due. • Stat. - Metodo dei r.: uno dei quattro procedimenti induttivi o dei metodi utilizzati nella ricerca sperimentale indicati da J.S. Mill per individuare l'intervento di determinate cause in dati fenomeni. Consiste nel sottrarre da un complesso fenomenico la parte di cui sono già state individuate le cause per induzione, al fine di ricercare il nesso esistente fra il resto del fenomeno e gli antecedenti r. • Sociol. - Termine che indica il nucleo costante dei fatti umani e che è manifestazione di istinti, interessi, sentimenti, abitudini, in contrapposizione alla parte variabile dei fatti umani, detta derivazione, che è invece costituita da ragionamenti che rispondono alla necessità di giustificare razionalmente anche quello che non è sempre di origine razionale. • Fin. - R. attivo o passivo: nel bilancio delle aziende di erogazione, denominazione attribuita al termine dell'esercizio finanziario rispettivamente alle entrate accertate ma non riscosse, oppure a quelle riscosse ma non versate in cassa, e alle uscite impegnate ma non ordinate al pagamento, oppure a quelle ordinate ma non pagate.