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Restàuro.

Qualsiasi operazione volta a riportare in buono stato edifici, monumenti, opere d'arte o altri manufatti, rifacendoli, riparandoli o rinnovandoli: r. di un edificio danneggiato. ║ La cosa o la parte oggetto del r.: i r. del castello hanno accresciuto la sua bellezza. ║ Iron. - L'operazione del trucco effettuata per apparire più giovani: ogni volta, prima di uscire, dedica più di un'ora al r. del viso. • Encicl. - La logica e la finalità del r. sono mutate sostanzialmente nel corso dei secoli. Nell'antichità gli interventi sulle opere d'arte, per lo più commissionati ad artisti, erano volti unicamente al mantenimento dell'efficienza del manufatto, nonché al trasporto del manufatto stesso da una regione all'altra, effettuato, nel caso dei dipinti, ricorrendo alla tecnica del cosiddetto stacco a massello, che consisteva nel resecare la parte di muro retrostante la pittura. Nel Medioevo, come pure nel Rinascimento, il r. seguì l'andamento del gusto contemporaneo e ad esso si ispirò per reintegrare con materiali, forme, esigenze e finalità diverse le opere d'arte del passato. Solamente verso la fine del XVIII sec., il Neoclassicismo prima e il Romanticismo poi avviarono un vero e proprio dibattito teorico sul r., ormai elevato al rango di disciplina autonoma dalla produzione artistica, e osservarono un certo scrupolo filologico nella ricostruzione dei monumenti antichi. Sulla scia di queste riflessioni, nell'epoca attuale prevale nettamente l'esigenza di rispettare la storicità dei manufatti oggetto del r., garantendo, da un lato, la loro sopravvivenza materiale e puntando, dall'altro, a una ricostituzione quanto più possibile fedele all'originale. ║ Architettura: la tendenza ad adeguare le testimonianze artistiche del passato al contesto culturale contemporaneo fu dominante fino all'inizio del XIX sec., con il risultato di sovrapporre sul medesimo monumento più fasi di gusto e di funzione. Fu il decreto della Convenzione nazionale francese del 1794 che pose fine a questo modo di procedere, sottolineando la valenza storica del monumento quale testimonianza di un certo luogo e di un certo tempo. L'esigenza storicistica posta in luce dalla Convenzione si concretizzò in una particolare concezione del r., detto r. stilistico: in base ad esso, posto che ogni monumento è espressione di uno stile, sono ammessi tutti e solo gli interventi finalizzati al ripristino dello stile in questione, anche traendo suggerimenti per analogia da altri monumenti. In opposizione al r. stilistico, nell'Inghilterra del XIX sec. si affermò il cosiddetto r. romantico che, in ottemperanza alla poetica del rudere, bandiva ogni tipo di intervento per preservare, invece, la condizione attuale del monumento, anche se frammentaria e gravemente degradata. Verso la fine del XIX sec., anche l'Italia prese parte a questa discussione teorica elaborando due nuove posizioni: il r. storico, che si fondava sulla ricostruzione attraverso lo studio delle sue vicende, e il r. scientifico, che tollerava le aggiunte non originali, ma bandiva i rifacimenti in stile, affermando che, qualora realizzati, dovevano essere facilmente riconosciuti. Ciò nondimeno, contrariamente a quanto sancito dai teorici più moderni, nella pratica continuarono a essere effettuati per decenni interventi volti al rifacimento e all'adeguamento delle architetture al gusto e alla funzionalità del momento. ║ Pittura: fino all'inizio del XVIII sec. il r. dei dipinti, volto a garantire la leggibilità delle immagini e ad adattarle ai molteplici mutamenti del gusto, adottò varie tecniche, che andavano dall'asportazione della sola pellicola pittorica (con riapplicazione su tela) o dell'intonaco dipinto (con riapplicazione su un'armatura di legno o su un supporto in gesso) alla pratica della foderatura dei dipinti su tela con la quale, in seguito all'applicazione di una o due tele nuove sul retro del dipinto, si garantiva nuovamente l'adesione della pellicola pittorica al supporto originale. Nel corso del XIX sec. continuarono a essere impiegate le tecniche del periodo precedente, per quanto affinate rispetto al passato; immutate risultarono pure le finalità del r., ugualmente fedele all'adeguamento alla cultura artistica contemporanea. Le due più importanti novità di questo periodo furono la conquista dell'autonomia da parte del r., inteso come disciplina artigianale ben distinta dall'attività artistica, e la redazione dei primi manuali tecnici sul r. soprattutto a opera di C. Brandi. Lo sviluppo di una riflessione nuova e approfondita sulla disciplina del r. risultò di fondamentale importanza quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si impose all'attenzione di tutti il difficile problema della ricomposizione dei frammenti di interi cicli murali, nonché della ricostruzione delle lacune. Per far fronte a queste necessità, venne messa a punto la tecnica del tratteggio ad acquerello, che consisteva nel tracciare linee verticali a colori scomposti nelle zone mancanti, in modo tale da garantire a distanza l'unità figurativa dell'originale, assicurando al contempo la riconoscibilità degli interventi eseguiti all'osservazione ravvicinata. Rispetto al passato, il r. contemporaneo si avvale di molteplici pratiche attinte dalle più avanzate tecniche della chimica, della fisica e della biologia: ad esempio, i mezzi di sintesi di natura organica, soggetti a deterioramento, sono stati sostituiti dai mezzi di sintesi messi a punto dall'industria chimica e, così pure, l'adozione di moderne tecniche edilizie ha determinato l'abbandono del distacco dei dipinti dal supporto originario. Parimenti, malte a basso contenuto di sali sono subentrate al gesso e ai chiodi tradizionali nel consolidamento dell'intonaco al supporto murario, come pure il problema della pulitura dei dipinti, che tendono ad annerirsi a causa sia del pulviscolo atmosferico sia dell'alterazione dei materiali costituenti, viene risolto ricorrendo a solventi chimici, diversi a seconda del materiale da rimuovere e della tecnica pittorica adottata dall'artista. Oltre a ciò, mantenendo stabili le condizioni termoigrometriche all'interno dell'ambiente in cui si trova l'opera, si impediscono i movimenti del legno, spesso causa di gravi danni al colore dei dipinti. ║ Scultura: fin dal XVI sec. il r. delle sculture del passato fu una vera e propria attività creativa, poiché si ispirò non tanto allo scrupolo filologico, quanto piuttosto al gusto personale e mutevole del restauratore; spesso, inoltre, pezzi antichi di varia provenienza venivano giustapposti a costituire originali composizioni di fantasia (i cosiddetti pastiches). Nel r. contemporaneo non ci si preoccupa più di rimuovere tutto ciò che, originariamente, non faceva parte della scultura; le aggiunte, anzi, sono considerate a tutti gli effetti parte integrante dell'oggetto artistico. L'intervento si limita alla pulitura, pur nel rispetto della patina superficiale depositata dal trascorrere del tempo o dal medesimo intervento dell'uomo. Più complesse sono la pulitura delle sculture policrome, per lo più lignee, che presentano problemi analoghi a quelli della pittura, e quella delle sculture architettoniche, indubbiamente le più degradate a causa del decadimento delle policromie e dell'alterazione chimica dei materiali costitutivi, specie di quelli dello strato più esterno. Per far fronte a queste necessità, la tecnica della sabbiatura è stata sostituita da ripetuti e prolungati lavaggi con acqua atomizzata, unitamente a diversi trattamenti con ultrasuoni, mezzi chimici e laser. L'efficacia delle tecniche suddette, tuttavia, è piuttosto incerta quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli. Sempre più spesso, dunque, si procede all'asportazione della scultura, successivamente ricoverata in un ambiente protetto; al suo posto viene collocata una copia dell'originale. ║ Metalli: tutti i metalli, in particolare quelli archeologici (che sono stati cioè immersi per secoli nel terreno o in mare) e quelli posti in ambienti urbani, sono soggetti alla corrosione provocata sia dal clima e dai fenomeni naturali ad esso concomitanti sia dagli agenti inquinanti presenti nell'atmosfera. Non si tratta ovviamente della corrosione naturale, preventivata dall'artista medesimo, che produce sul metallo una patina resistente, protettiva e, in certo senso, anche figurativa, bensì della corrosione patologica che conduce alla perdita delle proprietà metalliche e alla formazione di incrostazioni. La pulitura dei metalli avviene meccanicamente o ricorrendo a solventi chimici e deve essere seguita da un apposito trattamento chimico finalizzato a inibire future corrosioni. ║ Libri e manoscritti: il r. ha lo scopo di indagare la natura dei danni, individuare i rimedi appropriati e procedere alla ricostruzione fedele del documento originale. Soprattutto a partire dalla fine del XIX sec., il r. di libri e manoscritti ha assunto un carattere sempre più scientifico. Fondamentali, a questo proposito, sono stati in Italia i contributi di F. Ehrle, che fondò il Gabinetto dei r. all'interno della Biblioteca Vaticana, I. Guareschi e P. Giacosa, che compirono importanti ricerche successivamente all'incendio divampato alla Biblioteca Nazionale di Torino e, più recentemente, A. Gallo. Da non dimenticare, infine, è anche l'attività dei Gabinetti di r. della Biblioteca Vaticana, dell'abbazia di Grottaferrata e dell'Istituto di patologia del libro A. Gallo. ║ Arti minori: il r. dei prodotti delle cosiddette arti minori si avvale di complicati procedimenti chimici o fisici, a causa della complessità tecnica e della varietà dei materiali che compongono i prodotti in questione. I principali laboratori di r. si trovano all'interno dei più celebri musei storici (Baryerisches Nationalmuseum di Monaco, Victoria and Albert Museum di Londra, ecc.); non mancano, inoltre, alcuni centri specializzati in determinati settori, come l'Istituto statale d'arte per la ceramica G. Ballardini di Faenza, la fondazione Abegg a Rissisber, presso Zurigo, per i tessuti antichi, ecc. ║ Laboratori e istituti di r.: a partire dalla fine del XIX sec. nacquero i primi laboratori di r., in genere presso i grandi musei dell'Europa. Fra questi si ricordano quello degli Staatliche Museen di Berlino (1888), il British Museum di Londra (1919), il Museo archeologico del Cairo (1919), il Louvre di Parigi (1925), il Metropolitan Museum di New York (1930). Non mancarono neppure istituzioni indipendenti, come il Laboratoire Central des Musées de Belgique (trasformatosi nel 1958 nell'Institut Royal du Patrimoine Artistique), né strutture impegnate non tanto nella pratica del r., quanto nella ricerca scientifica e nella riflessione metodologica. Tra le diverse pubblicazioni, edite da musei e istituti sono degni di nota il «Bollettino» (1950-67; nuova serie a partire dal 1977) dell'Istituto centrale del r. e l'«OPD restauro» (dal 1986) dell'Opificio delle pietre dure e laboratori di r. di Firenze. ║ Istituto centrale del r. (ICR): fondato a Roma dalla L. 22-7-1939, n. 1.240, l'ICR cominciò la sua attività nel 1941; dal 1947 è alle dipendenze del ministero per i Beni culturali e ambientali. Scopo dell'ICR è il r. delle opere d'arte, unitamente allo studio di nuove tecniche di r.; per il conseguimento dei suoi fini è dotato di quanto segue: un laboratorio di r., un gabinetto di fisica e radiografia, un gabinetto di chimica, un gabinetto fotografico, un archivio per la documentazione dei r. e, infine, una biblioteca. Si devono all'ICR vari interventi sui maggiori monumenti non solo italiani, ma anche stranieri. Presso l'ICR è attiva una scuola per restauratori.
Restauro di un affresco

Niccolò di Pietro Lamberti: "S. Jacopo" (scultura in marmo), prima, durante e dopo il restauro (Firenze, chiesa di Orsanmichele)