Denominazione assunta dal Governo fascista instaurato da Benito Mussolini dopo l'armistizio
dell'8 settembre 1943 nell'Italia occupata dai Tedeschi. Il territorio
controllato comprendeva le regioni del Centro e del Nord, fatta eccezione per il
Trentino, l'Alto Adige, il Bellunese, il Friuli, la Venezia Giulia e l'Istria,
annessi al Terzo Reich. La nascita della
RSI risale al 12 settembre 1943
con la liberazione di Mussolini, prigioniero sul Gran Sasso, ad opera di Otto
Skorzeny e con il suo trasferimento a Vienna. Qui, tra il 14 e il 17 settembre,
Mussolini emanò le direttive finalizzate alla ricostituzione del Partito
Fascista, ufficialmente rifondato il 23 settembre su iniziativa del generale
delle SS Wolff e dell'ambasciatore tedesco Rahn. Il nuovo Governo si
insediò a Salò, sul Lago di Garda, e assunse la denominazione di
Repubblica di Salò: i ministeri vennero dislocati in varie
località del Nord Italia. Oltre a Mussolini il Governo della
RSI
vedeva la presenza di A. Pavolini, segretario del Partito Fascista Repubblicano,
G. Buffarini Guidi, ministro dell'Interno, il maresciallo Graziani, ministro
della Difesa, F. Mezzasoma, ministro della Cultura popolare, D. Pellegrini
Giampietro, ministro delle Finanze, C.A. Biggini, ministro dell'Educazione
nazionale. Accanto a Salò, centro vitale del nuovo Governo fascista fu
Verona dove, il 14 novembre 1943, il neocostituito Partito Fascista Repubblicano
si riunì in congresso, approvando il programma del nuovo regime. In esso
vennero sanciti principi d'indirizzo socialisteggiante in materia di lavoro, di
gestione aziendale, di partecipazione agli utili da parte dei lavoratori. Sempre
a Verona furono processati i sei gerarchi che avevano votato contro Mussolini
nel Gran Consiglio del 24 e 25 luglio 1943. Cinque di essi furono condannati a
morte (tra cui Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, ed Emilio de Bono, generale
artefice della Marcia su Roma). Il nuovo Governo decise di concentrare le
proprie forze sulla riorganizzazione dell'esercito, chiamato Guardia nazionale
repubblicana e affidato a Renato Ricci. La sua funzione si rivelò presto
meramente repressiva e finalizzata soprattutto alla lotta antipartigiana. Dal
punto di vista economico-sociale i progetti di costituzione di una sola
confederazione del lavoro e di una parziale socializzazione delle medie e grandi
imprese si rivelò un fallimento, osteggiato sia dal mondo
finanziario-imprenditoriale, sia dai Tedeschi, sia dai lavoratori, i quali
organizzarono uno sciopero massiccio che bloccò la produzione per la
prima settimana di marzo. Dopo il decisivo attacco alleato del 1944, Mussolini
perse via via prestigio e autorità e nell'aprile 1945, mentre tentava la
fuga in Germania, fu catturato da un gruppo di partigiani a Dongo, sul Lago di
Como, per poi essere ucciso il 28 aprile. Con la sua morte e con quella dei
maggiori gerarchi fascisti (Pavolini, Starace, Mezzasoma, Farinacci) si concluse
anche l'esperienza della
RSI.