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Reologìa.

Fis. - Branca della fisica che studia l'equilibrio raggiunto dalla materia che fluisce o si deforma in seguito a una sollecitazione. • Med. - Studio del flusso dei fluidi viscosi, e in particolare del sangue (emoreologia), in quanto fluido viscoso che scorre attraverso le arterie, le vene, i capillari e il cuore. La r. ha importanti applicazioni nella diagnostica, in quanto le alterazioni dei parametri reologici, come ad esempio l'aumento o la diminuzione della viscosità, le variazioni dell'ematocrito, le variazioni nella capacità di aggregazione degli eritrociti, possono portare a una diminuzione del flusso sanguigno e quindi a un apporto nutritivo insufficiente, che a sua volta potrebbe essere causa di disordini fisiopatologici. Sia nel caso dei grandi sia dei piccoli vasi, le proprietà reologiche del sangue dipendono dalla sua fase liquida, cioè il plasma, costituito principalmente di acqua, e dalle proprietà viscoso-elastiche della fase corpuscolata, formata dai globuli rossi, dai bianchi e dalle piastrine. Nelle grandi arterie e nelle vene, la viscosità totale dipende principalmente dalla viscosità del plasma e dalla concentrazione dei globuli rossi, mentre il volume dei globuli bianchi e delle piastrine è tanto piccolo da non influenzare in modo significativo la viscosità totale. Essendo però il plasma un fluido newtoniano, le eventuali variazioni di viscosità in dipendenza della velocità di scorrimento sono da attribuire ai globuli rossi. Nei capillari, invece, la viscosità del sangue dipende in gran parte dai globuli rossi e, allo stesso modo, dai globuli bianchi; infatti anche se questi ultimi hanno una concentrazione piccola rispetto a quella dei globuli rossi, essi sono molto più rigidi e sono quindi in grado di rallentare il movimento di scorrimento di intere file di globuli rossi.