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Renània.

Regione della Germania compresa tra la Svizzera e i Paesi Bassi; si estende sui due lati del fiume Reno e corrisponde all'antica regione della Renania prussiana o Prussia renana. Amministrativamente è divisa nei Länder della R.-Palatinato, della R. Settentrionale-Vestfalia e del Saarland, interessando anche una parte dell'Assia e del Baden-Württemberg. • Geogr. - Costituito da un insieme di paesaggi differenti, il territorio della R. presenta una morfologia assai varia. La parte meridionale è interessata dal Massiccio Scistoso Renano con i monti Hunsrück ed Eifel, separati dai rilievi del Taunus e del Westerwald dalla valle del Reno; l'Eifel costituisce la prosecuzione della catena delle Ardenne francesi, mentre l'Hunsrück è circoscritto dal corso della Mosella e costeggia il bacino della Saar. Alla destra del Reno si estendono i territori del Sauerland e del Bergisches Land; proseguendo verso Nord si trova il distretto carbonifero renano-vestfalico. Dalla sponda sinistra del Reno si diparte il bacino di Colonia o del Basso Reno, ricco di terreni fertili; più a Nord vi è il bacino di Aquisgrana, il cui territorio presenta un suolo ricco di carbone ma poco adatto agli insediamenti, a causa della natura sabbiosa e umida del terreno. Il principale fiume della R. è il Reno che scorre per 335 km in una valle che attraversa la regione in senso trasversale ed è caratterizzata da terrazze coltivate a ortaggi, alberi da frutta e viti. • Econ. - L'economia della regione si basa prevalentemente sullo sfruttamento delle ricchissime risorse del sottosuolo dal quale si ricavano carbone e ferro, impiegati nelle numerose e fiorenti industrie siderurgiche, metallurgiche, meccaniche, chimiche e petrolchimiche; sono floridi anche i settori tessili, calzaturieri e della lavorazione della gomma. • St. - Abitato da popolazioni celto-germaniche, il territorio dell'attuale R. fu sottomesso a Roma da Giulio Cesare e diviso nelle tre province della Giulia Belgica, Germania Inferiore e Germania Superiore. A partire dal III sec. subì le invasioni di Alemanni e Franchi, che nel V sec. si stabilirono lungo la sinistra del Reno e, dopo la caduta di Treviri nel 460, conquistarono la regione incorporandola nel Regno di Clodoveo. Durante il periodo carolingio, la R. fece parte dell'Austrasia e acquistò notevole importanza per la presenza di Aquisgrana, residenza imperiale di Carlo Magno. Il Trattato di Verdun dell'843 assegnò la R. al Regno di Lotario; in seguito passò sotto il dominio del ducato di Lorena e nel 960 fu divisa nei ducati dell'Alta e Bassa Lorena per volere di Enrico I di Germania. Le continue contese di cui fu oggetto favorirono il frazionamento della regione in tanti piccoli ducati feudali, in parte laici e in parte ecclesiastici, che godettero di una notevole autonomia; una posizione di preminenza ebbero i ducati di Gheldria, Berg, Kleve, Jülich, Lussemburgo, Nassau. Particolarmente potenti furono gli arcivescovadi di Colonia e di Treviri, i quali costituirono un baluardo della religione cattolica opponendo una forte resistenza alla Riforma protestante che in R. si diffuse in maniera sensibilmente minore rispetto agli altri territori tedeschi. A partire dal XIV sec. la regione fu protagonista di un considerevole risveglio culturale ed economico grazie alla nascita delle università di Heidelberg (1386) e di Magonza (1477) e allo sviluppo della stampa che ebbe in Magonza, Strasburgo e Basilea i suoi centri più importanti. Lo spostamento dei traffici commerciali tra l'Italia e i territori fiamminghi determinato dalla guerra dei Cent'anni andò a vantaggio delle città renane, che divennero i nuovi punti di transito e di commercio delle merci e che godettero pertanto di un notevole sviluppo economico a partire dal XVI sec. Nei primi decenni del XVII sec. si manifestò l'influenza della Prussia con l'estensione dell'autorità degli elettori del Brandeburgo sul territorio renano e in particolare sul ducato di Cleve, che passò sotto il loro dominio nel 1614. La penetrazione prussiana non portò tuttavia alla nascita di uno Stato unitario e il territorio continuò a rimanere frazionato in piccole entità statali. La guerra dei Trent'anni rese ancor meno incisiva l'influenza dell'Impero sulla R., esponendo la regione all'ingerenza della Francia che riuscì ad annettersi diversi territori, avvalendosi tra l'altro dell'appoggio del vescovo di Colonia. Le mire espansionistiche francesi provocarono numerosi conflitti tra la Francia e gli Stati tedeschi, fino alla firma della Pace di Basilea (1795) e di Lunéville (1801), con le quali la Francia si assicurò i territori alla sinistra del Reno; successivamente Napoleone eresse i territori della riva destra a granducato di Berg. Col riassetto stabilito dal Congresso di Vienna, nel 1815 il territorio renano passò alla Prussia che lo divise in due province, unificate nel 1822. Di religione cattolica e geograficamente isolata dal resto del Regno prussiano, la R. richiese particolari soluzioni amministrative, data la vicinanza alla Francia e la difficoltà a sottoporla all'autorità del governo di Berlino. Sin dal momento dell'annessione all'Impero prussiano si manifestarono tendenze separatiste che non ebbero però una vera e propria consistenza fino al termine della prima guerra mondiale. Dopo aver occupato la regione nel corso della guerra, le truppe alleate sfruttarono le aspirazioni autonomistiche della popolazione sostenendo l'iniziativa di un movimento separatista che nel 1919 tentò di dar vita alla Repubblica renana. Fallita l'esperienza repubblicana, la R. occidentale venne smilitarizzata, secondo quanto stabilito dal Trattato di Versailles, e il territorio venne diviso in tre parti assegnate per 15 anni alle truppe alleate poste sotto il controllo e la direzione di una commissione interalleata. Tra i territori alla destra del Reno passarono sotto il controllo alleato le città di Colonia, Coblenza e Magonza, considerate avamposti alleati in territorio tedesco. Il trattato prevedeva inoltre che gli eserciti alleati avrebbero dovuto lasciare le tre teste di ponte rispettivamente nel 1925, nel 1930 e nel 1935. Agli Alleati venne concessa la facoltà di sospendere il ritiro dalle città occupate, nel caso in cui fossero aumentati i rischi di un'aggressione tedesca, e di rioccupare le postazioni già eventualmente lasciate libere, nel caso in cui la Germania non avesse ottemperato agli obblighi imposti dall'accordo di pace. Nel 1920 l'esercito francese occupò temporaneamente Francoforte e Darmstadt, in risposta all'iniziativa delle truppe tedesche entrate in armi nella zona smilitarizzata in seguito a uno sciopero proclamato per protestare contro il colpo di Stato di Kapp. Nel 1921 gli Alleati riuniti alla Conferenza di Londra decretarono l'occupazione delle città di Duisburg, Ruhort e Düsseldorf, per sollecitare il pagamento delle spese di ricostruzione da parte della Germania. Il movimento separatista renano riprese vigore nel 1923 in seguito all'occupazione da parte francese e belga della Ruhr, ma il Governo di Parigi si impegnò a non incoraggiare le tendenze separatiste. Nel 1925 l'accordo stipulato a Locarno tra la Germania e gli Stati vicini diede il via all'evacuazione anticipata dei territori occupati dagli Alleati, pur confermando la necessità di mantenere la smilitarizzazione dell'intera regione. L'evacuazione ebbe termine nel 1930 e fu resa possibile anche in virtù degli accordi scaturiti dalla Conferenza dell'Aja del 1929 sul pagamento delle riparazioni di guerra da parte della Germania. Nel marzo 1936 Hitler venne meno agli accordi di Locarno e occupò militarmente la R., facendo costruire intorno alla regione una linea difensiva («linea Sigfrido»), che costituì una barriera saldamente fortificata sulla frontiera occidentale. Occupata nuovamente dalle truppe inglesi, francesi e americane nel 1945, la R. venne in seguito incorporata nella Repubblica Federale Tedesca e suddivisa amministrativamente tra i Länder della R.-Palatinato e della R. Settentrionale-Vestfalia.