Filosofo francese. Allievo di Comte alla Scuola politecnica di Parigi,
esercitò la sua influenza attraverso le pagine della rivista
«Critique philosophique» (1872-90) e le sue numerose opere. È
considerato il fondatore del Neocriticismo francese, per quanto nella sua
concezione egli s'allontanò considerevolmente da Kant. Caratteristica
fondamentale del suo pensiero è l'avversione per ogni dogmatismo
metafisico, sia che si tratti di quello idealistico dei grandi sistemi
post-kantiani sia di quello naturalistico del Positivismo. Il suo criticismo
assume gli aspetti del fenomenismo, nel senso che la realtà non viene
considerata nient'altro che rappresentazione, fenomeno. La preminenza
riconosciuta alla personalità, intesa come coscienza, porta
R. a
spingersi molto al di là di Kant, sulla via dello spiritualismo. Nella
sua filosofia emergono infatti i principi fondamentali del dogmatismo
spiritualistico e la libertà della persona viene posta come scelta
incondizionata, come principio assoluto, mentre il determinismo viene respinto
sia sul piano morale (una morale intesa come facoltà di dirigersi verso
il meglio) sia sul piano cosmologico, così da rigettare le antinomie
kantiane per negare un concatenamento causale e affermare la piena
libertà. L'esigenza della libertà domina anche la concezione
storica di
R. Egli respinge infatti le leggi storiche a priori che
caratterizzano lo storicismo romantico e che conducono ad una interpretazione
fatalistica; ammette soltanto leggi empiriche, ricavabili dal reale accadere
storico. La sua opera fondamentale è
Saggi di critica generale
(1854-64). Tra gli altri scritti:
Manuale di filosofia moderna (1842),
Manuale di filosofia antica (1844),
Manuale repubblicano dell'uomo e
del cittadino (1851),
La scienza della morale (1869),
La nuova
monadologia (1899),
I dilemmi della metafisica (1900),
Storia e
soluzione dei problemi metafisici (1901),
Il personalismo (1902)
(Montpellier 1815 - Prades, Pirenei Orientali 1903).