Zool. - Genere di mammiferi (
Rangifer) appartenente alla famiglia dei
Cervidi, presente nelle zone artiche dell'Europa, dell'Asia e dell'America.
Animale lungo circa 2 m e alto 1 m alla spalla,
presenta corpo tozzo,
coda breve, mantello grigio-bruno folto e ispido, ornato sul collo da una ricca
criniera. Le corna, caratteristiche di entrambi i sessi ma più forti nel
maschio, sono spesso asimmetriche, ricurve in avanti e terminanti con una
formazione palmata. Gli zoccoli sono larghi e divaricabili; quelli accessori
sono molto sviluppati. Gregarie e amanti del freddo, le
r. migrano
d'estate verso gli estremi limiti settentrionali della loro area di diffusione,
alla ricerca di muschi, licheni, germogli ed erbe aromatiche, per poi spostarsi
nuovamente verso Sud fra settembre e ottobre. Si accoppiano in settembre e, dopo
una gestazione di otto mesi, le femmine partoriscono uno o massimo due piccoli,
che allevano fino al sopraggiungere dell'autunno. Esistono due sottospecie:
quella americana (
Rangifer tarandus caribou), rappresentata dal
caribù, per lo più selvatica, più robusta, con corna
più brevi ma più pesanti, e quella asiatico-europea (
Rangifer
tarandus tarandus), che è stata addomesticata nei tempi antichi e che
tutt'oggi viene utilizzata dalle popolazioni lapponi come animale da tiro e da
carico e per la produzione di latte e carne. Delle
r. i Lapponi
utilizzano le pelli, il pelo, che viene filato e tessuto, i tendini, dai quali
ottengono fili e legacci, le ossa e le corna (che, opportunamente lavorate,
forniscono utensili di uso comune).
Un esemplare di renna