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Reinhardt, Max.

Pseudonimo di Max Goldmann. Regista teatrale austriaco. Iniziò la carriera come attore, allestendo anche spettacoli di satira e di cabaret. In seguito assunse la direzione del Neues Theater di Vienna, dimostrando la sua capacità di interprete del repertorio classico e contemporaneo. Esordì come regista con Pelléas et Mélisande di M. Maeterlinck; quindi diresse Minna von Barnhelm di G.E. Lessing, Cabala e amore di F. Schiller, Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare, in cui attuò un'operazione di ringiovanimento dei classici, con un uso nuovo dei canoni realistici, trasfigurando il testo in composizioni variopinte e giocose, in cui elementi popolareschi e citazioni raffinate si fondevano con le composizioni mimiche e musicali in una fantasmagoria scenica di grande ricchezza. Nel 1905 gli venne affidata la direzione del Deutsches Theater di Berlino, dove allestì uno dei suoi spettacoli più famosi: Il mercante di Venezia di W. Shakespeare. Si trattò di un'opera innovatrice anche nei confronti dei suoi presupposti naturalistici: egli cercò infatti di restituire il clima di Venezia, non solo attraverso una ricostruzione scenografica e una recitazione verosimili, ma suggerendo precise atmosfere e rievocando la gioiosa sensualità tipica della città. Nel 1906 fondò, a fianco del Deutsches Theater, un altro teatro d'impronta più avanguardistica e anticonformista: il Kammerspiele. Furono questi gli anni di più fertile attività per R., che mise in scena drammi di Wedekind, Maeterlinck, Ibsen, Gogol, Goldoni. R. allestì poi altri due spettacoli shakespeariani: Re Lear, trasportato in un'atmosfera rude e barbarica, e La bisbetica domata, in cui la sua fantasia mimica e la sua immaginazione raggiunsero momenti di grande audacia. Durante gli anni della guerra mise in scena i poeti rivoluzionari dello Sturm und Drang. Dopo la direzione della Volksbühne di Berlino dal 1916 al 1918 e, dal 1924, del Theater in der Josefstadt di Vienna, e dopo aver ricoperto, dal 1920, la carica di responsabile artistico del Festival di Salisburgo, R. diresse ancora pregevoli spettacoli tratti dal repertorio classico, come Arlecchino servitore di due padroni (1924) di C. Goldoni e Sei personaggi in cerca d'autore (1924) di L. Pirandello. Emigrato negli Stati Uniti durante il Nazismo, tentò con poco successo la strada del cinema; formò una generazione di registi (Murnau, Leni, Lubitsch, Preminger, Dieterle), attori e scenografi, che seppero trarre dal suo mondo magico e dalla sua vivace fantasia spunti e ispirazioni moderne (Baden, Vienna 1873 - New York 1943).