Che ha la capacità, la funzione o il fine di regolare. •
Urban. -
Piano r.: V.
PIANO. • Aer. -
R. d'ossigeno:
apparecchio che produce la miscela aria-ossigeno necessaria per la respirazione
del pilota. • Tecn. - Usato come sinonimo di comando e di controllo,
dispositivo utilizzato per regolare alcune grandezze fisiche come la
velocità, la pressione, la temperatura, l'umidità, la portata di
un fluido oppure per la regolazione del funzionamento di un'apparecchiatura.
Può essere
manuale o automatico. • Ind. tess. - Organo del
telaio in grado di far ruotare, in corrispondenza di ogni inserzione della
trama, il subbio d'ordito, per richiamare un nuovo tratto di catena, e il subbio
del tessuto, per avvolgere il tratto di stoffa che è stato appena
prodotto. • Elettrotecn. -
R. di tensione,
r. di corrente:
dispositivo che permette di variare in modo controllato rispettivamente la
tensione applicata a un utilizzatore e l'intensità della corrente che
fluisce in un circuito. • Biochim. -
Enzimi r.: classe di enzimi
sensibili a diversi segnali metabolici e, in forza di ciò, in grado di
intervenire nei processi metabolici della cellula regolando la velocità
catalitica di un'intera sequenza di reazioni (catena metabolica). Ciò
è possibile in quanto di tutte le reazioni chimiche che compongono una
catena metabolica, ciascuna delle quali è regolata dal suo enzima
specifico, l'enzima
r. catalizza la reazione più lenta o
limitante, fungendo quindi da «collo di bottiglia» del processo. Due
sono le classi che appartengono a questo gruppo: gli enzimi allosterici, detti
anche enzimi regolati non covalentemente, la cui attività è
inibita, attraverso un meccanismo di
feedback negativo, dal prodotto
terminale della catena metabolica, e gli enzimi regolati covalentemente, la cui
attività è modulata dalla loro interconversione tra forma attiva e
forma inattiva, ottenuta per mezzo di modificazioni covalenti. • Gen. -
Geni r.: geni codificanti proteine che regolano l'espressione di un
gruppo di geni spesso strettamente collegati (operone). Tale regolazione si
può tradurre in un sistema di controllo negativo, nel caso in cui le
proteine (repressori) prodotte dai geni
r. blocchino l'espressione degli
altri geni ad essi correlati (ad esempio, operone lattosio e triptofano), oppure
in un sistema di controllo positivo, in base al quale l'attività
dell'operone dipende dalla concentrazione di uno specifico prodotto del
metabolismo cellulare (ad esempio, operone arabinosio); in alcuni casi
coesistono entrambi i sistemi. • Fisiol. -
R. delle piante: termine
con cui si designano alcuni composti organici prodotti dalle piante, chiamati
anche ormoni vegetali o fitormoni, che ne regolano l'accrescimento e la
maturazione. A questo gruppo appartengono: le
auxine; le
gibberelline, in grado di vincere il nanismo genetico, di stimolare
l'accrescimento e l'allungamento gigante di piantine intere, la germinazione e
la rottura dello stato di quiescenza, la formazione di lunghi internodi nelle
piante a rosetta, la fioritura delle piante biennali longidiurne; le
citochinine o
cinetine, che esercitano un'azione specifica sulla
divisione cellulare; la
dormina o
acido abscissico, in grado di
accelerare la senescenza, di indurre la quiescenza e di inibire la germinazione;
l'
etilene prodotto in forma di gas, che induce la caduta delle foglie, la
maturazione dei frutti, la formazione di peli radicali, l'inibizione del
trasporto polare basipeto delle auxine e, a seconda della concentrazione, che
stimola o inibisce l'accrescimento per distensione; gli
ormoni da ferita,
che intervengono nei processi di rigenerazione indotti da traumi stimolando la
divisione cellulare; le
morfoactine, che stimolano l'accrescimento; le
caline, che giocano un ruolo importante nell'organizzazione
dell'organismo secondo il suo programma di sviluppo, coordinano le
attività organogenetiche e quelle degli altri
r.; l'
ormone
florigeno. Le prove dell'esistenza di queste ultime due sostanze sono solo
indirette. • Tecn. -
R. di velocità: consente di mantenere
la velocità di un organo rotante o di una macchina a un livello
determinato, agendo sul lavoro motore o sul lavoro resistente (freno). Il
r. opera sulle macchine motrici a fluido, intervenendo a seguito di una
variazione della velocità angolare (
r. tachimetrico) o nel caso si
determini un'accelerazione angolare (
r. d'inerzia), adeguando la coppia
motrice alla coppia resistente e mantenendo così costante la
velocità. Il
r. tachimetrico, sensibile alla velocità
angolare, costituisce lo strumento di misura a cui è spesso connesso un
accelerometro (
r. accelerotachimetrico) che forma l'elemento
anticipatore. I
r. tachimetrici, solitamente impiegati nel controllo
della velocità, sono di tipo centrifugo e si fondano sull'azione
esercitata dall'accelerazione su corpi di massa notevole (
masse attive o
centrifughe), disposti simmetricamente rispetto all'asse dei
r. e
soggetti a una rotazione con velocità proporzionale a quella del sistema
rotante. ║
R. a pendolo a braccio oscillante: rappresenta il
modello più antico ed ebbe un impiego iniziale, da parte dello stesso
inventore J. Watt, nelle prime motrici a vapore a stantuffo. È composto
da un albero ad asse verticale, al quale sono collegati, da un lato, due bracci
oscillanti attorno a un perno, all'altro estremo sono invece applicate due sfere
(masse attive); un collare mobile lungo l'albero unisce i due bracci per mezzo
di altrettante bielle. Lo stesso collare, fissato a una leva infulcrata,
trasmette il movimento alla sezione di ammissione del fluido motore. Per
incrementare la sensibilità del
r. si è soliti aggiungere
dei pesi addizionali. ║
R. a pendolo di Porter: presenta anch'esso
masse attive in movimento lungo piani contenenti l'asse di rotazione, ma
differisce dal precedente
r. per la lunghezza dei bracci, pari a quella
delle bielle, e per la presenza di sfere applicate alle articolazioni di queste
ultime, mentre il peso addizionale è costituito da un'urna metallica.
║
Sensibilità di un r.: variante direttamente collegata alla
velocità di reazione con la quale il
r. risente del cambiamento di
frequenza di rotazione; la sensibilità può essere elevata
riducendo la resistenza di attrito tramite organi ausiliari, o aumentando il
carico sul collare con il movimento di una forza antagonista (peso addizionale o
reazione di una molla), la quale tenda a contrastare l'azione della forza
centrifuga. ║
Curva caratteristica e stabilità di un r.: la
prima viene ottenuta riportando sull'asse delle ascisse la distanza del
baricentro dall'asse di rotazione di una delle masse attive considerate, mentre
sull'asse delle ordinate vengono indicati i valori corrispondenti della forza
centrifuga. La stabilità risulta invece evidente dal tracciato della
curva stessa: condotta dall'origine O la tangente a detta curva, questa viene
suddivisa dal punto di tangenza in due tratti, stabile quello di destra e
instabile quello di sinistra. ║
R. d'inerzia: in questo tipo di
r. razze particolarmente flessibili, o una coppia di molle, vengono
collegate a un anello massiccio che, a ogni variazione della velocità
angolare, reagisce deformando le molle, mantenendo così il
r.
indipendente dalla velocità angolare. • Costr. -
R. di
portata: nelle costruzioni idrauliche è costituito da un dispositivo,
in dotazione agli edifici derivatori per la presa d'acqua, che mantiene costante
la portata indipendentemente dal livello del corso o del bacino, sia esso
naturale o artificiale. Un simile modello di
r. può presentare una
sola luce, derivata dal corso d'acqua e di dimensioni variabili a seconda del
livello del bacino, o una luce di grandezza costante, ma con un'apertura mobile
in grado di seguire le variazioni di livello. ║
R. di pressione:
dispositivo che, all'interno di recipienti o di condutture, limita la pressione
massima (limitatore di pressione), o impedisce che questa si discosti da un
determinato valore (riduttori di pressione e decompressori). Elemento sensibile
di tale
r. è generalmente rappresentato da un congegno manometrico
a membrana o a soffietto, regolato dall'azione di una molla, di un contrappeso o
di un fluido sussidiario in pressione. Il dispositivo di comando dipende da una
valvola di strozzamento azionata da un servomotore o direttamente dall'organo
manometrico, mentre la pressione di taratura viene regolata da una vite.