Militare e patriota italiano. Membro dell'esercito sardo, passò
all'esercito napoleonico in seguito all'annessione del Piemonte alla Francia,
raggiungendo il grado di capo battaglione. Nel 1815, con la caduta di Napoleone,
ritornò a far parte dell'esercito sardo. Nel 1820 fu elevato a generale e
nel 1821 ebbe una parte importante nei moti costituzionali piemontesi. Nel marzo
dello stesso anno diresse l'insurrezione del presidio di Alessandria e l'8
aprile fu al comando supremo dell'esercito rivoluzionario che oppose resistenza
alle truppe austriache nella città di Novara. Costretto all'esilio, fu
condannato a morte in contumacia. Dopo aver vissuto in Spagna e in Francia, nel
1842 poté ritornare in patria grazie a un'amnistia (Costigliole Saluzzo,
Cuneo 1780-1851).