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Redi, Francesco.

Scienziato e scrittore italiano. Conclusi gli studi di medicina e filosofia a Pisa, dopo un'esperienza come maestro di retorica presso i principi Colonna a Roma, fu chiamato da Ferdinando II, granduca di Toscana, a Firenze, dove divenne primo medico di corte e membro dell'Accademia del Cimento. Svolse un'importante opera filologica, per la quale può essere considerato un antesignano della moderna dialettologia. Rintracciò e pubblicò inediti di molti scrittori e poeti in lingua volgare, raccolse codici di rime e prose francesi, provenzali e catalane, fino a diventare, nel 1666, "lettore pubblico di lingua toscana" nello Studio fiorentino. La sua notevole biblioteca è conservata alla Laurenziana. Accademico della Crusca, fu tra gli addetti alla correzione del Vocabolario, oltre che tra i primi ad aderire all'Arcadia. Ma R. fu soprattutto uno scienziato, il cui metodo sperimentale è mutuato da quello galileiano e applicato alla medicina, fino allora poco più che un coacervo di superstizioni e assunti dogmatici. Dimostrò l'infondatezza della teoria della generazione spontanea degli insetti (Esperienze intorno alla generazione degli insetti, 1668), ponendo i fondamenti della biologia sperimentale e precorrendo gli studi di L. Spallanzani. Fu anche l'iniziatore della moderna parassitologia; il trattato Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi (1684) fu la prima fondamentale ricerca sugli organismi parassiti dell'uomo e degli animali. Le sue doti di lucido e acuto osservatore si rivelano anche nelle opere scientifiche minori, tra cui le Osservazioni intorno alle vipere (1664) e i Consulti (1687), che raccolgono le esperienze cliniche di R. Notevoli il linguaggio e lo stile di questi scritti, che per efficacia e limpidezza ricordano quelli galileiani, pur essendo, rispetto a questi, più accademici e conformi a un'epoca dominata dalla reazione controriformistica. Identici sono invece il rigore metodologico, l'entusiasmo e la fiducia nella scoperta che proviene dall'osservazione e dall'esperienza. Secondaria rispetto alla sua produzione scientifica è quella strettamente letteraria, tra cui il popolare ditirambo Bacco in Toscana, giocosa celebrazione dei vini toscani, il cui pregio principale risiede nel virtuosismo metrico e lessicale (Arezzo 1626 - Pisa 1698).