(dal latino
receptor, der. di
recipere: ricevere). Chi o che
riceve:
r. di radioonde. • Biol. -
Organi r.: organi di
vario tipo e di diversa natura che, negli animali e nei vegetali, consentono
all'organismo di percepire gli stimoli e reagire convenientemente. Lo stimolo
(cioè la variazione dell'ambiente esterno) svolge la funzione di un
induttore, nel senso che induce l'organo
r. a dare l'allarme;
provvederanno poi altri organi specifici ad affrontare l'eventuale pericolo,
mediante un'adeguata reazione. I processi che conseguono a un dato stimolo sono
sostanzialmente identici, nei vegetali e negli animali; nei vegetali, tuttavia,
gli organi deputati alla percezione degli stimoli non sono, di regola,
così differenziati come negli animali. Nei vegetali, gli stimoli luminosi
vengono percepiti mediante papille sensoriali, situate nelle cellule
dell'epidermide, o appositi chemiorecettori; l'assorbimento di energia luminosa
produce, poi, particolari reazioni fotochimiche e ciò grazie,
soprattutto, alla riboflavina, il più importante fotorecettore delle
piante. La percezione degli stimoli meccanici non avviene esclusivamente per
mezzo delle papille tattili o, come affermano alcune recenti teorie, degli
ectodesmi localizzati nelle cellule epidermiche; né le papille né
gli ectodesmi, infatti, sono in grado di rappresentare il substrato universale
di questa forma di eccitabilità, che sembra dipendere, piuttosto, dalla
natura dello stimolo medesimo. In quanto, poi, alla percezione della
gravità, si fronteggiano due contrastanti ipotesi. La prima afferma che
la forza di gravità agisce su determinate particelle, più pesanti
delle altre, poste nel citoplasma delle cellule; queste, a loro volta,
esercitano una pressione tale da provocare una reazione chimica. In base alla
seconda ipotesi, invece, le cellule acquistano sulla loro faccia inferiore una
carica elettrica positiva (è il cosiddetto effetto geoelettrico) che
funge da
r. Altri organi
r. propri degli organismi vegetali sono
le setole sensoriali, i peli, gli organi fotosensibili (presenti solamente in
certi fitoflagellati), i piccioli delle foglie di certe specie di piante e la
punta dei coleottili di avena. Dall'azione dei
r. nei vegetali dipendono
le seguenti reazioni agli stimoli: i movimenti di turgore e di crescita, le
tassie, le nastie e certi movimenti interni alla cellula. Per quanto concerne
gli organismi animali, i
r. si identificano con cellule sensitive
specifiche, spesso morfologicamente (se non anche funzionalmente) unite ad altre
strutture per formare organi di senso molto complessi. Rispetto al luogo di
azione, i
r. si classificano in due gruppi: gli esterocettori, che
ricevono gli stimoli dall'ambiente esterno, e gli interocettori (detti anche
propriorecettori), deputati a ricevere gli stimoli interni (quali, ad esempio,
la pressione sanguigna, la temperatura corporea, ecc.). In rapporto alla
morfologia, i
r. si suddividono, invece, in cellule sensitive primarie,
terminanti con una fibra nervosa (o assone) conduttrice (o effettrice), cellule
sensitive secondarie, presenti esclusivamente nei vertebrati e privi della fibra
effettrice, e cellule nervose sensitive, il cui corpo cellulare, a differenza
delle due specie precedenti, non è localizzato nell'epitelio, ma in
profondità. Negli animali i
r. servono a produrre la percezione di
determinati stimoli provenienti dall'ambiente esterno; conseguentemente, se essi
fanno parte di un organo di senso più o meno complesso, dalla loro azione
deriva la funzionalità di quel dato organo e, con essa, i sensi
dell'udito, dell'olfatto, della vista, del gusto. Molti animali dispongono,
inoltre, di quanto segue: chemiorecettori, che vengono stimolati dalle sostanze
chimiche con cui vengono in contatto;
r. degli stimoli tattili;
termorecettori in grado di percepire le differenze di temperatura;
r. del
dolore, più propriamente chiamati mediatori chimici del dolore;
statoliti, responsabili del senso statico;
r. di ultrasuoni (presenti, ad
esempio, nei pipistrelli);
r. di forze magnetiche (utilizzati nelle
migrazioni);
r. in grado di dare il senso del tempo (è il caso
delle api).