Che concerne la realtà, che ha un'effettiva esistenza:
un fatto r.,
un oggetto r. e non immaginario. ║ Con valore di sostantivo, ha
il significato di
realtà:
non sempre è facile accettare
il r. ║
Alla r.: francamente, schiettamente. • Filos. -
Termine che si contrappone a
possibile (nel senso di ciò che non
è, ma potrebbe essere), ad
apparente (nel senso di ciò che
non è, ma appare) e, infine, a
ideale (nel senso di ciò che
esiste nel pensiero o, comunque, in una sfera diversa da quella della
realtà sensibile). • Dir. -
Azione r.: quella a tutela di un
diritto
r. ║
Diritto r.: quello in cui la volontà del
titolare è determinante per una cosa. La relazione fra il titolare del
diritto e la cosa è immediata e, come tale, esclude la cooperazione di
qualunque altro soggetto nell'esercizio del diritto. Gli atti di disposizione
sulla cosa sono prerogativa del solo titolare del diritto, con esclusione di
tutti gli altri soggetti. In base alle principali categorie di diritti, occorre
distinguere il diritto di proprietà dal diritto su cosa altrui. Il primo
presuppone un ampio potere di disposizione sulla cosa; il secondo limita
l'altrui diritto di proprietà a favore del titolare del diritto e
può essere di godimento (nel caso dei diritti di servitù,
usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi) o di garanzia (nel caso del pegno e
dell'ipoteca). Un'ulteriore classificazione (peraltro delineata sempre
più vagamente nel passaggio dal diritto romano a quello intermedio e
moderno) distingue i diritti
r. dai diritti di obbligazione, laddove i
secondi, a differenza dei primi, esigono un determinato comportamento da un
certo numero di individui e non da ogni individuo senza distinzioni di sorta.
║
Contratto r.: quello in cui la consegna di una cosa deve
precedere il perfezionamento. ║
Garanzia r.: quella che vincola
dati beni del debitore a favore di un creditore con preferenza rispetto ad
altri. ║
Obbligazione r.: quella in cui la prestazione è
determinata da un diritto
r. su una cosa (ad esempio, proprietà,
usufrutto, ecc.). ║
Offerta r.: quella eseguita con la materiale
consegna al creditore delle cose dovute. • Econ. -
Imposta r.:
quella che, a differenza dell'imposta personale, colpisce le singole ricchezze
indipendentemente dalla situazione economica, sociale o familiare del soggetto
cui appartengono. In accordo ai principi della giustizia distributiva, nei
moderni sistemi tributari si preferisce adottare una singola imposta personale
progressiva. • Mus. -
Nota r.: quella che appartiene all'accordo
armonico; ad essa si contrappone la nota estranea, la cui funzione è
esclusivamente ornamentale. • Fis. - L'aggettivo è utilizzato in
relazione a enti descritti nelle loro proprietà empiriche; ideale,
invece, è ogni situazione limite che, nella rappresentazione di
determinati oggetti, trascuri queste medesime proprietà. • Mat. -
Numeri r.: tutti i numeri razionali e irrazionali; essi sono dati,
perciò, da tutti i possibili sviluppi decimali limitati, illimitati
periodici e illimitati non periodici. La necessità di introdurre i numeri
r. come ampliamento dei razionali fu suggerita, storicamente, da due
problemi differenti: da un lato, l'esistenza di grandezze omogenee
incommensurabili, equivalente all'impossibilità di esprimere la misura di
una qualsiasi grandezza rispetto a un'altra fissata (sono incommensurabili, ad
esempio, la diagonale e il lato di un quadrato, oppure la circonferenza e il
raggio); dall'altro, l'estrazione della radice quadrata di un numero che non sia
un quadrato perfetto. La costruzione dei numeri
r. può essere
effettuata in diversi modi equivalenti, tra i quali ricordiamo i procedimenti
dovuti a Cantor e a Dedekind. Secondo Cantor, la costruzione dei numeri
r. si basa sull'operazione di passaggio al limite: introdotta la nozione
di
successione fondamentale o
di Cauchy (successione di numeri
an tali che per ogni

> 0 esiste un numero
N, dipendente da

, per cui |
an -
am| <

per ogni
n, m >
N),
l'insieme dei numeri
r. viene definito come insieme dei limiti di tutte
le successioni di Cauchy di numeri razionali. Secondo Dedekind, invece, la
costruzione dei numeri
r. si basa sulla partizione del campo
Q dei
numeri razionali: i numeri
r. vengono definiti come particolari sezioni
di
Q, dotate di opportune proprietà. In entrambi i casi, si
possono estendere facilmente le quattro operazioni dell'aritmetica all'insieme
R dei numeri
r. che assume, rispetto ad esse, la struttura di
campo; precisamente, si tratta di un campo archimedeo e totalmente ordinato,
però non algebricamente chiuso, poiché un polinomio a coefficienti
r. può non avere zeri
r. (ad esempio il polinomio
x2 + 1). Si dimostra, inoltre, che non è possibile
estendere ulteriormente il campo dei numeri
r. a un campo algebricamente
chiuso senza perdere qualche proprietà: l'insieme dei numeri complessi,
estensione di
R, è dotato, infatti, solo di una relazione d'ordine
parziale. Al campo
R dei
r. si attribuisce, di solito, la
struttura topologica che assume come aperti l'insieme costituito dagli
intervalli aperti, ovvero privati degli estremi, e da tutte le loro unioni
arbitrarie; le operazioni di addizione e moltiplicazione risultano continue
rispetto a questa topologia. I numeri
r., infine, possono essere posti in
corrispondenza biunivoca con i punti di una retta orientata
s: scelti su
s un punto origine
O e un segmento
u come unità di
misura, a ogni punto
P corrisponde il numero
r. x, detto
ascissa di
P, uguale alla misura di
OP rispetto
all'unità
u, positivo o negativo a seconda che
P preceda o
segua l'origine
O sulla retta orientata. Hanno ascissa razionale tutti e
solo i punti tali che il segmento
OP sia commensurabile con
u, e
hanno ascissa irrazionale tutti i punti restanti. La corrispondenza così
definita è bicontinua, ossia è continua in entrambi i sensi.