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Reale, Oronzo.

Uomo politico italiano. Militante, fin da giovane, nel Partito repubblicano, nel 1920 fu nominato segretario nazionale della federazione giovanile. In seguito all'avvento del regime fascista, abbandonò la vita politica attiva per dedicarsi alla professione di avvocato. Nel 1942 partecipò alla fondazione del Partito d'Azione (di cui divenne anche rappresentante nella Consulta nazionale) e militò in esso sino all'anno del suo scioglimento (1947), quando entrò a far parte del PRI. Dal 1949 al 1964, in qualità di segretario di tale partito, cercò di mediare fra le opposte posizioni di Pacciardi e La Malfa. Dalla fine degli anni Cinquanta R. ricoprì autorevoli cariche in seno al Parlamento e al Governo del Paese: fu nominato deputato (1958), ministro della Giustizia nel primo Governo di centro-sinistra (1963), ministro delle Finanze (1968-69) e nuovamente ministro della Giustizia nei successivi Governi Moro, Rumor e Colombo (da quest'ultimo rassegnò le dimissioni nel 1971) e nel quarto Governo Moro (1974-76). Passò alla storia per aver legato il suo nome alla L. 22-5-1975, n. 152 sull'ordine pubblico, finalizzata a combattere il terrorismo; dopo l'approvazione nel maggio 1975 (solamente il PCI votò contro), nel 1978 i radicali pretesero che la legge fosse sottoposta a referendum. Nel 1976 R. fu nominato giudice della Corte Costituzionale (Lecce 1902 - Roma 1988).