(dal latino
rex, der. di
regere: governare). Il capo di uno Stato
monarchico. Negli Stati in cui anche alle donne è consentito salire al
trono, il titolo appropriato è quello di
regina, denominazione
che, altrimenti, compete alla moglie del
r. Il titolo di
r.
può essere seguito dal nome proprio del monarca:
r. Luigi XVI.
Frequente, dopo il titolo, è la precisazione dello Stato o del popolo su
cui governa il sovrano:
r. di Francia,
r. dei Belgi. Accanto al
titolo compare spesso un attributo:
r. cattolico. ║ Fig. -
Il r.
è morto, viva il r.: espressione con cui, in Francia, si annunciava
la morte del
r., salutando nel contempo l'avvento al trono di quello
successivo. ║ Fig. -
Il r. galantuomo: espressione con cui si
designava Vittorio Emanuele II. ║ Fig. -
Il r. buono: espressione
con cui si designava Umberto I. ║ Fig. -
Il gran r.: espressione
con cui gli antichi Greci designavano il
r. di Persia. ║ Fig. -
Il giorno o
la festa dei r.: l'Epifania. ║
Fig. - Seguito da determinazioni qualitative, indica ironicamente un sovrano
senza autorità:
r. da operetta. ║ Per estens. - Persona
dotata di particolari qualità che la fanno eccellere sugli altri in
qualche campo o nella professione (
il r. dei chirurghi), anche con senso
ironico e, talvolta, spregiativo (
il r. dei mascalzoni). ║ Fig. -
Animale che supera gli altri per forza o bellezza:
il leone è il r.
degli animali. ║ Fig. - Oggetto che possiede particolari
caratteristiche di grandezza o qualità:
il diamante è il r.
delle pietre preziose. ║ Fig. -
Vita da r.: vita felice,
comoda. ║ Fig. -
Spendere come un r.: spendere molto e largamente.
• Rel. - Nella religione cristiana, denominazione di Dio (come Dio Padre o
Gesù Cristo); spesso viene usato anche in modo assoluto:
R. dei
R.;
R. del cielo. • Dir. pubbl. - Il
r., in quanto
organo supremo dello Stato, gode di particolari privilegi che lo dispensano dal
diritto comune. Tali prerogative, stabilite nelle carte fondamentali dei vari
Paesi, spettano al
r. in considerazione della carica da lui ricoperta,
senza alcun riguardo per la sua persona. In ogni Stato, generalmente, i
r. fanno parte della medesima famiglia. In Europa, in particolare, le
maggiori famiglie reali sono le seguenti: i Mountbatten-Windsor in Gran
Bretagna, i Sassonia-Coburgo in Belgio, gli Orange-Nassau nei Paesi Bassi, gli
Schleswig-Holstein in Danimarca, Grecia e Norvegia, i Bernadotte in Svezia e, a
partire dal 1975, dopo più di 40 anni di assenza, i Borboni in Spagna; in
Italia, prima del referendum del 1946 che stabilì la Repubblica quale
forma di governo del Paese, i
r. facevano parte della famiglia dei
Savoia. La successione al trono è diversamente regolata da Stato a Stato:
in alcuni è prerogativa dei soli maschi, in altri, in mancanza di questi,
viene estesa anche alle femmine (come accade, ad esempio, in Gran Bretagna); a
seconda del Paese, inoltre, prevale la linea discendente o quella collaterale e,
così pure, il primogenito oppure gli ultrageniti. Generalmente, la soglia
dei 18 anni rappresenta l'età minima per regnare; prima di tale soglia si
istituisce la reggenza, che prevede l'esercizio delle funzioni sovrane da parte
di una o più persone diverse dal
r. Si ricorre alla reggenza anche
qualora il
r. legittimo non sia fisicamente in grado di regnare.
Condizione imprescindibile per l'esercizio del potere da parte del sovrano
è il giuramento di fedeltà alla Costituzione dinanzi al
Parlamento, con cui si dimostra di riconoscere la legge fondamentale dello Stato
e, con essa, i limiti legittimamente posti all'autorità del sovrano; il
rifiuto di tale giuramento equivale a un colpo di Stato. Non è più
in uso, invece, la cerimonia religiosa della consacrazione, che in passato
precedeva, con solenni e fastosi riti, l'incoronazione del sovrano,
attribuendogli un aspetto quasi sacerdotale. ║
R. d'arme:
espressione con cui, presso le corti dei sovrani e dei feudatari, si designava
il capo del collegio degli araldi. Al
r. competevano privilegi e diritti
particolari oltre che incarichi di estrema importanza e fiducia. Quanto al nome,
poteva derivare dal nome dello Stato, dal grido di guerra della casa sovrana,
dall'ordine cavalleresco o, infine, dalla principale figura dell'arme. Questa
carica esiste ancora in Gran Bretagna, dove il
r. d'Inghilterra è
assistito nella sua funzione da altri due
r. cui spettano le regioni a
Sud e a Nord del Trent. • Etn. - In particolari forme di Monarchia, il
sovrano veniva denominato
r. divino,
r. sacro oppure
r.
taumaturgo. Diffuse in passato nelle antiche civiltà del Vicino
Oriente e dell'Egitto faraonico, tali Monarchie ebbero fortuna anche in seguito
nell'Asia sud-orientale, in Polinesia, nelle due Americhe e nell'Africa nera;
furono il colonialismo e la conseguente acculturazione a determinarne la
definitiva scomparsa. Essendo presente in popoli distanti fra loro, sia nello
spazio sia nel tempo, è inevitabile che tale istituzione presenti tratti
diversi a seconda delle culture locali; al di là di questi, tuttavia, i
caratteri fondamentali del
r. divino appaiono ovunque i medesimi. Il
sovrano, innanzitutto, simboleggiava l'unità dello Stato e spesso era
anche sommo sacerdote e capo supremo dell'esercito; si riteneva fosse dotato di
poteri magici in grado di influire sulla fertilità delle donne e degli
animali, così come sul raccolto dei campi; era venerato come diretto
discendente degli antenati mitici o della divinità o, più
semplicemente, come loro ambasciatore terreno. Oltre a ciò, fin dal
momento della sua designazione, il
r. sottostava a una lunga serie di
riti che cominciavano con un vera e propria cerimonia iniziatica e proseguivano
come segue: cambiava nome e vesti; si univa in matrimonio con una donna della
sua famiglia (spesso con la sorella) e manteneva un
harem piuttosto
numeroso; se non in rare quanto eccezionali occasioni, non poteva comparire in
pubblico; veniva ucciso in caso di malattia, sciagura, sconfitte o carestie;
alla sua morte faceva immediatamente seguito il sacrificio di mogli, concubine e
schiavi; il suo cadavere veniva conservato integralmente o in alcune sue parti e
perennemente adorato come quello di un dio; i probabili successori facevano
parte della sua famiglia (potevano essere i figli, i nipoti o anche lontani
parenti) e, dopo la morte del sovrano, erano spesso in lotta fra loro per
accaparrarsi il diritto al trono. • Zool. -
R. di aringhe: nome
comune della
chimera mostruosa, pesce della famiglia delle Chimeridi.
║
R. degli edredoni: uccello della famiglia degli Anatidi
(
Somateria spectabilis), che si differenzia dall'edredone (
Somateria
mollissima) per le dimensioni minori e il piumaggio. Vive nell'emisfero
boreale; in Italia è rarissimo. ║
R. dei granchi: nome
volgare del
Paralithodes camtschaticus, grande crostaceo commestibile
presente nei mari freddi dell'Alaska. ║
R. di macchia: nome comune
dello
scricciolo, uccello del genere
troglodytes. ║
R. di
quaglie: uccello della famiglia dei Rallidi, di grandezza media, che si
distingue dalle altre specie del gruppo per il colore cannella delle remiganti;
il piumaggio delle parti superiori del corpo ricorda quello della quaglia.
Frequenta preferibilmente i prati e le località asciutte e si alza in
volo con difficoltà. È diffuso in Eurasia. ║
R. di
triglie: piccolo pesce osseo marino della famiglia degli Apogonidi, di
colore scarlatto, con grossa testa dagli occhi voluminosi, ampia bocca e corpo
compresso; vive nel Mediterraneo e nell'Atlantico settentrionale. • Giochi
- Nel gioco degli scacchi, il pezzo principale dei due schieramenti. La partita,
infatti, si svolge intorno ai due
r. e termina con lo scaccomatto,
cioè con una mossa che mette l'avversario nell'impossibilità di
difendere il
r. del proprio schieramento. In apertura di partita, la
posizione del
r. sulla scacchiera si trova sulla quinta colonna; il
r. bianco, più in particolare, occupa la casella nera
e1
della prima traversa, mentre quello nero la casella bianca
e8
dell'ottava traversa. Il
r. può spostarsi di una sola casella,
ma in tutte le direzioni (orizzontale, verticale, obliqua); sono solamente due i
limiti che deve osservare: non può portarsi nella casella vicina
all'altro
r., né in quella posta sotto scacco da parte di un
qualunque pezzo avversario. ║ Nelle carte da gioco, l'ultima carta (la
decima o la tredicesima a seconda che il mazzo comprenda o meno anche gli otto,
i nove e i dieci); i
r. sono quattro, uno per ogni seme:
r. di
fiori,
di cuori,
di quadri,
di picche. ║ Nel
gioco dei birilli, il birillo più grosso e di maggior valore se
abbattuto; è posto al centro di tutti gli altri.