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Ray, Man.

Pseudonimo di Emmanuel Radinski. Pittore, fotografo e cineasta statunitense. Si formò a New York negli anni posteriori al 1910; dopo un iniziale interesse per l'architettura si dedicò alla pittura, segnata da influssi cubisti e delle avanguardie europee. Il contatto con la galleria 291 del fotografo A. Stieglitz, con l'Armony Show e con M. Duchamp gli permisero di accostarsi all'arte in modo antitradizionale. La conoscenza con F. Picabia, inoltre, condusse R. alle prime esperienze di matrice dadaista, i cui elementi costitutivi sono ricreati mediante l'impiego di mezzi e materiali svariati, come l'aerografo e la fotografia impiegati per riprodurre le proprie opere. A questo primo periodo corrispondono la serie di collage Revolving Doors (1916-17), The rope dancer accompanies herself with her shadows (1917) e l'Enigma d'Isidore Ducasse (1920), oggetto misterioso avvolto da un panno e fotografato. Nel 1921 a Parigi si unì al gruppo degli artisti dada e surrealisti, dedicandosi alla fotografia, cui si accostò con la tecnica sperimentale e innovativa del raiogramma o rayograph, ottenuta con la interposizione dell'oggetto tra la carta e la sorgente luminosa (solarizzazione). Pubblicò inoltre alcune raccolte ottenute con tale tecnica nel Champs délicieux, accostandosi contemporaneamente al cinema per cui si servì, spesso in modo anticonvenzionale, di effetti tecnici (come il flou) e di altri artifici, quali l'impressionamento della pellicola con spilli o altri oggetti. In questo periodo produsse Le rétour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L'étoile de mer (1928), film che determinò il passaggio di R. al Surrealismo, e Les mystères du château de Des (1929). Nel 1940 ritornò negli Stati Uniti, interessandosi alla pittura e continuando nella fabbricazione di creazioni curiose, gli assemblages, formate da oggetti vari e materiali disparati, create con intento anticonformista e provocatorio. Tra queste ricordiamo le Equations Shakespeariennes, completate nel 1950. Trasferitosi nuovamente a Parigi, continuò nella produzione di oggetti (Pan peint, 1964), di dipinti (Image à deux faces, 1959) e di fotografie (Maison close, 1972) (Filadelfia 1890 - Parigi 1976).
Man Ray: "L'enigma di Isidore Ducasse" (Milano, raccolta Galleria Schwarz)