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Ravenna.

Città dell'Emilia-Romagna e capoluogo della provincia omonima. È situata in pianura, a 4 m s/m, nell'area meridionale del delta padano, a Sud delle Valli di Comacchio e a poca distanza dal Mare Adriatico, al quale è collegata dal canale Corsini (11 km), al cui sbocco sorgono Porto Corsini (a Nord) e Marina di R. (a Sud). 134.631 ab. CAP 48100. • Econ. - Sorta in prossimità del ramo principale del delta del Po, in seguito al dirottamento di questo verso Nord (VII sec.) la città perse la comunicazione fluviale diretta con il mare e con essa le funzioni di centro di scambio fra la pianura e l'Adriatico, che ne avevano connotato l'attività nei secoli precedenti; il collegamento fu ripristinato solo fra il 1737 e il 1780, attraverso l'apertura del canale Corsini. Nel frattempo, R. si era sviluppata e aveva acquisito notevole importanza come mercato di prodotti agricoli e dell'allevamento, accresciuta in età moderna grazie alla progressiva bonifica e alla sistemazione idraulica del territorio padano. Tali interventi hanno consentito l'affermazione, nell'area circostante R., di numerosi impianti manifatturieri. Inoltre, negli anni successivi al 1952, la scoperta di giacimenti di metano ha determinato un rapido sviluppo industriale, modificando le funzioni economico-produttive sia dell'area urbana, sia del complesso portuale allo sbocco del canale Corsini, il cui traffico commerciale si è molto ampliato. R. è divenuta un rilevante centro industriale, in particolare nel settore petrolchimico (gomma sintetica, fertilizzanti e composti azotati), che alimenta a sua volta gli impianti per la produzione di concimi e di materie plastiche. Si affiancano a questo settore le industrie dei materiali da costruzione (cementifici), meccaniche, agro-alimentari (conservifici, zuccherifici), tessili, dell'abbigliamento e delle calzature. Risorsa di rilievo è anche il turismo. • St. - Secondo le fonti antiche, il nucleo originario fu fondato dal mitico popolo dei Pelasgi e dai Tessali; in età preromana, intorno all'VIII sec. a.C., fu insediamento degli Umbri e degli Etruschi, all'occupazione dei quali, secondo taluni, risalirebbe l'origine del nome R. Più avanti, fra il V e il IV sec. a.C., costituì dapprima il rifugio, quindi la sede stabile delle popolazioni della bassa pianura, incalzate dall'invasione celtica. La scelta di tale sito fu determinata anche da ragioni strategiche, in quanto una vasta laguna separava dalla terraferma il cordone litoraneo su cui sorgeva la città, proteggendola e rendendola imprendibile, ma in libera comunicazione con il mare; in virtù della sua peculiare posizione geografica, e in seguito alla progressiva decadenza degli empori marittimi di Spina e di Adria, R. assunse presto la funzione di principale centro di traffico marittimo di tutta la costa adriatica, fino a Grado. Dopo la conquista da parte dei Romani (I sec. a.C.), R. divenne civitas foederata e dall'89 a.C. municipio; nel 49 a.C., Giulio Cesare vi iniziò la sua marcia verso Roma. In questa fase, l'occupazione e la pacificazione definitiva della Gallia Cisalpina a opera dei Romani contribuirono non poco all'incremento dell'attività commerciale di R. e del suo porto; fu però Ottaviano Augusto a potenziarne realmente le opportunità marittime, fondando nel 38 a.C. il porto di Classe, a 4 km dalla città, come base navale dell'intera flotta (classis) del Mediterraneo orientale. Durante l'età imperiale, R. fu centro di notevole rilievo, divenendo alla fine del II sec. d.C. capitale della Flaminia e nel IV sec. capitale dell'Emilia; la sua preminenza e le sue fortune crebbero ulteriormente, nonostante la progressiva decadenza dell'Impero, nel periodo che intercorse fra l'invasione dei Visigoti (410) e l'VIII sec., a causa soprattutto della sua posizione geografica e strategica di baluardo all'ingresso dell'Italia peninsulare. Nel 402 Onorio, abbandonata l'indifesa Milano, la scelse come capitale dell'Impero romano d'Occidente, rendendola così centro di una vasta rete di interessi; proprio all'epoca di Onorio e della sorella Galla Placidia, pur fra continue crisi di potere, la città iniziò a essere arricchita da monumenti. Inoltre, R., sede di una comunità cristiana già dalla fine del II sec., crebbe di importanza nella vita ecclesiastica italiana e la sua diocesi iniziò a prevalere fra quelle dell'Italia settentrionale. Nel 476 a R. si consumò la fine dell'Impero romano d'Occidente attraverso la deposizione dell'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, da parte del capo germanico Odoacre, il quale si impossessò della città. Nel 490, sconfitto nella battaglia dell'Adda dall'esercito di Teodorico, Odoacre si asserragliò in R., resistendo per quasi tre anni (grazie agli aiuti ricevuti dal mare) all'assedio degli Ostrogoti, i quali infine lo costrinsero alla resa, lo uccisero e riuscirono a impadronirsi della città. Negli anni del Governo di Teodorico (493-526), R., eletta a capitale del Regno goto e sede della corte, beneficiò della rinascita economica che si verificò in Italia e si arricchì di monumenti civili e di luoghi di culto del Cristianesimo ariano, assai diffuso fra i Goti. Scoppiato il conflitto fra costoro e i Bizantini, fu nuovamente assediata (539) e quindi conquistata (540) dal generale bizantino Belisario, che ne fece la capitale del Governo bizantino in Italia. L'invasione longobarda del 568, segnando la conclusione dell'unità politica dell'Italia bizantina, limitò l'importanza della città, ridotta a capitale dell'Esarcato, la provincia militare in cui per i due secoli successivi si concentrò la resistenza bizantina. A partire dal 716, anno della conquista di Classe da parte di Liutprando, la minaccia longobarda divenne prossima per l'Esarcato, anche perché nel 727 R. accolse l'appello del papa e insorse contro i decreti iconoclastici, chiedendo il sostegno dello stesso Liutprando. I Bizantini riuscirono tuttavia a rientrare in possesso della città e dell'Esarcato in virtù di accordi stipulati con il re longobardo. In questo periodo di instabilità politica e di continue lotte (Liutprando riuscì nuovamente a impadronirsi della città, che fu liberata dopo tre anni di guerra dall'esercito veneziano, e nel 743 una nuova occupazione longobarda fu sventata dal papa Zaccaria, che indusse il re alla pace) le fortune e l'importanza di R. iniziarono a declinare. Infatti, da un lato, il potere dell'Esarcato si era progressivamente ridotto, dall'altro, l'allontanarsi del mare in seguito alle alluvioni del Po e degli altri corsi d'acqua, insieme con l'abbandono dei lavori di manutenzione del porto e del suo collegamento fluviale con la città avevano aggravato la situazione economica e ambientale. Nel 751 Astolfo entrò a R., decretando la fine del dominio bizantino nell'Italia settentrionale. Ciò nonostante, R. riuscì a mantenere un certo peso come capitale dell'Esarcato sotto il governo dei vescovi, i quali si consideravano i diretti continuatori dell'Impero di Costantinopoli. Infatti, a partire dal VII sec., gli arcivescovi di R., fondandosi sul sostegno degli imperatori bizantini e degli esarchi, avevano rivendicato un'autonomia sempre maggiore, che si concretizzò nel 666 con l'attestazione dell'indipendenza da Roma, in virtù di un privilegio conferito dall'imperatore Costante II, e culminò nel 756 (al momento della fine del dominio di Astolfo) con il riconoscimento del potere temporale dell'arcivescovo sull'Esarcato. Ne derivò un antagonismo con la curia romana che si protrasse fino all'XI sec. Particolarmente attivi nell'accentrare nelle loro mani beni della Chiesa e diritti pontifici furono, nella seconda metà del IX sec., gli arcivescovi Giovanni X e Romano che, schieratisi dalla parte degli Ottoni e divenuti grandi feudatari imperiali, ottennero un vasto dominio, esteso dal Po all'Appennino e dal Reno al Foglia. R. divenne allora il centro politico italiano degli imperatori sassoni, ma la sua rilevanza scemò con la fine della lotta per le investiture. Nello stesso periodo, il moltiplicarsi dei liberi Comuni in Romagna contribuì a limitare il potere degli arcivescovi di R. alla sola città e a Cervia. Al principio del XIII sec., la lotta per il potere fra le famiglie aristocratiche si concluse con l'affermazione dei Traversari, la cui signoria terminò nel 1240 quando Federico II si impadronì di R. Nel 1276 passò a far parte dei domini dello Stato pontificio insieme alla Romagna, ceduta al papa da Rodolfo d'Asburgo. Già nel 1275 si era verificata l'espulsione dei ghibellini da parte dei guelfi capeggiati dai da Polenta, i quali detennero il potere a R. per più di un secolo e mezzo, destreggiandosi fra l'obbedienza a Roma e l'autorità dei Veneziani, nuovi signori del Mediterraneo. Infatti Venezia, che già aveva assorbito tutto il traffico commerciale un tempo diretto al porto di R., nel XIII sec. le impose dei patti destinati a privarla della produzione e dell'esportazione del sale, risorsa assai importante, fatto che contribuì al declino della città. Fra il 1449 e il 1509 R. fu governata direttamente da Venezia, nel 1509 passò a far parte dei possedimenti della Chiesa e nel 1512 fu saccheggiata dall'esercito francese. La rapida decadenza di R. coinvolse anche la sua diocesi, la cui autorità fu considerevolmente limitata dalla creazione dell'arcivescovado di Bologna (1582); ciò nonostante non mancarono gli interventi dei legati pontifici, i quali nella prima metà del XVIII sec., al fine di porre un freno alle disastrose inondazioni dei fiumi Montone e Ronco, ne deviarono il corso unendoli a Sud della città in un solo corso chiamato Fiumi Uniti e ripristinarono la comunicazione fluviale con l'Adriatico attraverso l'apertura del porto-canale Corsini. Nel 1797 R. fu ceduta dal papa ai Francesi e fu annessa, per tutto il periodo del dominio di Napoleone, al dipartimento del Rubicone. Tornata nel 1815 allo Stato della Chiesa, partecipò ai moti di rivolta del 1831 e del 1848; insorta nuovamente nel 1859, proclamò l'annessione al Piemonte, sancita nel 1860. ║ Battaglia di R.: ebbe luogo l'11 aprile 1512 e fu combattuta fra l'armata di Luigi XII re di Francia e gli eserciti della Lega Santa. Gastone di Foix, comandante supremo delle truppe francesi, pur vincitore, cadde ucciso. La battaglia è importante sia perché costituì la definitiva affermazione dei lanzichenecchi come efficace fanteria, sia perché vi fu per la prima volta impiegata con successo l'artiglieria campale. ║ Sinodi di R.: R. è stata sede di almeno 28 sinodi. Fra i più importanti vanno menzionati quello tenuto nell'898 da papa Giovanni IX, che determinò la riabilitazione del papa Formoso, e quello svoltosi nel 967, alla presenza dell'imperatore Ottone I e del papa Giovanni XIII, con il quale fu deciso il ritorno di R. sotto l'autorità del pontefice. • Urban. - Il nucleo urbano più antico è costituito dai quartieri occidentali; in esso, all'interno dei moderni viali di circonvallazione, si possono individuare l'area romana - dalle vie disposte ortogonalmente (a Sud-Ovest, dalla porta Aurea al palazzo comunale) -, l'aggiunta di età tardo-imperiale (a Nord-Ovest) e l'ampliamento di epoca bizantina (a Est). A quest'ultima fase risale anche la cinta muraria, all'interno della quale l'abitato rimase contenuto fino al XIX sec. Dai primi anni dell'Ottocento la città iniziò a espandersi al di là delle mura, dapprima lungo le vie in direzione di Bologna (a Nord) e di Forlì (a Sud), quindi, in conseguenza dello sviluppo economico e industriale, dilagando in tutte le direzioni e lungo il canale Corsini, attraverso la costruzione di quartieri residenziali e commerciali e mediante l'installazione di stabilimenti industriali. • Arte - L'unica testimonianza pervenuta del periodo della dominazione romana è costituita dagli scarni resti della porta aurea, eretta nel 43 d.C. durante il principato di Claudio e distrutta nel 1582. Gli scavi hanno portato alla luce le basi laterali della porta, nonché elementi architettonici e decorativi, fra cui spicca il rilievo con personaggi della famiglia Giulio-Claudia, conservato nel Museo nazionale. L'importanza artistica di R. risiede tuttavia nel complesso monumentale paleocristiano e bizantino eretto fra il V e il VI sec., il quale - eredità del proficuo connubio artistico fra Occidente e Oriente bizantino - connota profondamente l'immagine e il fascino della città. L'edificio più antico, il duomo (detto anche basilica Ursiana dal nome del vescovo Orso suo fondatore), risaliva al principio del V sec., ma fu demolito nel 1733 e sostituito dall'attuale costruzione barocca, terminata nel 1745, affiancata dal campanile cilindrico (X sec.); ospita, nell'interno, l'ambone dell'arcivescovo Agnello (VI sec.). Del V sec. è anche la chiesa di San Giovanni Evangelista, voluta da Galla Placidia; gravemente danneggiata nel 1944 durante il secondo conflitto mondiale, è stata restaurata e ripristinata. La più antica testimonianza dell'arte ravennate può essere ritenuta il sacello a croce greca, comunemente noto come mausoleo di Galla Placidia, eretto prima della metà del V sec., il cui esterno, in laterizi, è sormontato da una cupola e il cui interno è rivestito di splendidi mosaici, ben conservati, opera di maestri diversi. Benché non si escluda l'originaria funzione sepolcrale del sacello, la notizia secondo cui Galla Placidia vi sarebbe stata sepolta è priva di fondamento; costei, infatti, fu seppellita a Roma. Di epoca di poco successiva (451-60) è il battistero neoniano (dal nome del vescovo Neone che ne promosse la costruzione), detto anche battistero degli Ortodossi, a pianta ottagonale e adorno all'interno di ricchissimi marmi, stucchi e mosaici, nei quali appare evidente l'influsso dell'arte bizantina e costantinopolitana. Al principio del VI sec. risalgono il battistero degli Ariani, anch'esso decorato con mosaici, e la chiesa dello Spirito Santo. Del palazzo di Teodorico re degli Ostrogoti sono stati rinvenuti alcuni resti; alla sua reggia apparteneva la chiesa palatina, oggi Sant'Apollinare Nuovo, fatta erigere dal re nel 493-96 per gli ariani e consacrata intorno al 560 al culto cattolico. Si tratta di una vasta basilica a tre navate su colonne dai capitelli finemente decorati; le pareti della navata mediale sono rivestite di mosaici, divisi in tre zone, le prime due di epoca teodoriciana e di stile tardoclassico, la terza (con le processioni dei martiri e delle vergini) della metà del VI sec. e di impronta tipicamente bizantina. Il mausoleo di Teodorico, voluto dallo stesso re nel 520, sorge isolato a 2 km dal centro e costituisce una rara costruzione in pietra d'Istria che, per l'impianto imponente, ricorda i mausolei principeschi romani. Iniziata intorno al 526, compiuta nel 547, la basilica di San Vitale rappresenta il momento di massimo fulgore dell'arte ravennate e una fra le più alte testimonianze artistiche paleocristiane. A pianta ottagonale, preceduta da un nartece tangente a uno degli spigoli, rivela già nell'esterno l'evoluzione bizantina della concezione spaziale dei Romani. L'interno è mirabile per l'originalità della struttura e per la ricchezza delle decorazioni musive; tra i mosaici del presbiterio, particolarmente notevoli i due riquadri rappresentanti Giustiniano e Teodora e il loro seguito. Opera architettonica altrettanto straordinaria è la chiesa di Sant'Apollinare in Classe, sempre del VI sec., 5 km a Sud della città, basilica cimiteriale consacrata dal vescovo Massimiano nel 549. L'attività costruttiva monumentale non venne meno nei secoli successivi, come testimoniano il palazzo di Teodorico (in realtà opera dei secc. VII-VIII), il palazzo comunale (XV sec., con rifacimenti del XVII sec.), il palazzetto veneziano (1462), la loggetta lombardesca dell'ex monastero dei canonici lateranensi (XVI sec.), la rocca di Brancaleone, fortezza veneziana costruita fra il 1457 e il 1460. Altri monumenti interessanti di R. sono la basilica di San Francesco (V sec., ricostruita nel X sec.), Sant'Agata Maggiore (V sec., restaurata alla fine del XV sec.), la chiesa tardorinascimentale di Santa Maria in Porto (1553-1606). R. conserva inoltre le spoglie mortali di Dante (che, esule ospitato dai da Polenta, morì qui nel 1321), in un sepolcro eretto nel 1780. Fra i musei e gli istituti di cultura ravennati vanno ricordati: il Museo nazionale, che ospita notevoli sculture di epoca ellenistica, sarcofagi istoriati e materiale di età romana e paleocristiana; il Museo arcivescovile, che conserva la celebre cattedra di Massimiano, opera in avorio del VI sec.; la pinacoteca, in cui, oltre alla collezione di dipinti dei secc. XIV-XVII, è possibile ammirare la statua sepolcrale di Guidarello Guidarelli, uomo d'arme ravennate, la cui immagine fu esaltata da D'Annunzio e dal Decadentismo; la biblioteca classense, ricca di preziosi manoscritti e incunaboli. ║ Provincia di R. (1.858 kmq; 347.847 ab.): si estende a Sud del delta padano, affacciandosi sull'Adriatico. Il suo territorio è in gran parte pianeggiante, pur comprendendo la zona collinare costituita dalle ultime propaggini dell'Appennino. I corsi d'acqua più importanti sono i Fiumi Uniti, il Reno, il Savio, il Lamone. L'economia è tuttora prevalentemente a carattere agricolo (cereali, barbabietole da zucchero, canapa, frutta, foraggi); sviluppato è pure il settore dell'allevamento, bovino e suino. L'industria è in fase di notevole espansione sia nel settore petrolchimico (sfruttamento dei giacimenti di metano e petrolio) sia nei comparti alimentare (Faenza, Massa Lombarda), metalmeccanico, dell'abbigliamento e della ceramica, quest'ultima in particolare a Faenza. Assai sviluppato il turismo lungo tutta la costa adriatica. Centri principali, oltre il capoluogo: Lugo, Cervia, Marina di R.
La chiesa di Sant'Apollinare in Classe