Voce russa: scismatici. Termine con cui vengono designati gli appartenenti allo
scisma (
raskol) avvenuto alla metà del XVII sec. all'interno della
Chiesa ortodossa russa. Il
raskol sorse come reazione alla svolta
impressa alla Chiesa russa con la correzione dei libri sacri e di alcune
pratiche liturgiche. Tali riforme furono imposte dal patriarca Nikon, con
l'appoggio dello zar Alessio Michajlovič nei concili del 1654, 1655 e 1656.
Nonostante l'opposizione del clero ortodosso russo, furono accettate nel
concilio del 1667; gli avversari della riforma furono condannati e proclamati
scismatici, ovvero
r. Guidati dal protopop Avvakum, i
r. lottarono
tenacemente per difendere le proprie posizioni; nei decenni successivi i
r. caratterizzarono le loro posizioni di esasperato tradizionalismo in
senso pessimistico. La loro fede poggiava sull'idea che la Grazia divina si
fosse allontanata dalla Chiesa ortodossa, nella cui vittoria essi scorsero il
segno dell'avvento dell'Anticristo, individuato, prima, nel patriarca Nikon e
poi nell'imperatore Pietro il Grande; da ciò conseguiva la negazione del
potere carismatico della Chiesa ufficiale e della validità del suo
sacerdozio e dei suoi sacramenti. Tuttavia le difficili condizioni di vita in
cui i
r. erano costretti dalla persecuzione del potere centrale, li
portarono a stemperare il loro acceso tradizionalismo con l'introduzione di
novità, quali la celebrazione dei matrimoni in casa, il battesimo
impartito da laici, la confessione fra laici, la consacrazione delle chiese
senza vescovo. Dal problema di conciliare l'ideologia e la pratica sorsero
numerose fratture nel gruppo stesso degli scismatici. Già nel 1685 i
r. si divisero in due sette principali: i
popovcy, più
moderati, rappresentanti la maggioranza del movimento, e i
bezpopovcy,
più radicali.