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Rapsodo.

Nome dato dagli antichi Greci ai cantori erranti che andavano di città in città cantando o recitando in pubblico frammenti di poemi epici. La denominazione r. entrò nell'uso comune solo nel V sec. a.C.; Omero infatti usa il termine aedo (aoidós: cantore) per indicare sia il poeta sia il semplice recitatore. È probabile, tuttavia, che in una prima fase il termine non contemplasse la contrapposizione fra colui che compone e colui che recita versi altrui: tale frattura si creò nella poesia greca solo più tardi, con la nascita dell'elegia, del giambo e della prosa. Si pensa che originariamente i r. avessero una sede fissa: ad esempio a Chio erano organizzati in una sorta di confraternita, chiamata degli Omeridi. A partire dal V sec. a.C cominciarono a spostarsi fra le città per partecipare alle gare poetiche che si svolgevano durante le festività religiose: la recitazione dei versi omerici era accompagnata da una gestualità drammatica e dal suono della lira. In seguito divenne un tratto tipico della loro recitazione quello di tenere un bastone in mano. ║ Per estens. - Colui che recita composizioni poetiche di tipo popolaresco, composte da lui o da altri. ║ Fig. - Nel linguaggio della critica letteraria contemporanea, poeta frammentario.