Teologo indiano. Maestro e fondatore della setta ramaita
Rāmabhakti (devozione a Rāma), connessa alla diffusione del
bhaktimārga (via della devozione) che, a partire dal XIV sec.,
individuò nel rapporto preferenziale e di mistica dedizione del fedele
nei confronti di un dio supremo (in questo caso identificato con Rāma) la
via per la salvezza.
R. nacque, secondo la tradizione, da una famiglia di
brahmani e, ancora bambino, si recò nella città santa di Benares
per svolgere il suo
brahmacārya (periodo di studio e apprendistato
religioso). Qui incontrò un
guru (maestro), a sua volta seguace
delle dottrine di Rāmānuja (V.), che lo
convertì alla dottrina visnuita e al culto di Rāma. In breve
R.
stesso fondò una sua comunità, sulle rive del Gange, che
diventò il principale centro di diffusione in India settentrionale della
Rāmabhakti di cui, rispetto alle esperienze precedenti,
R.
accentuò il carattere di tolleranza rituale e di apertura ai membri di
qualsiasi casta e perfino di ogni religione. Tra i suoi maggiori discepoli, non
a caso, figurano il grande poeta Kabir, che era stato un tessitore musulmano,
Sena, un barbiere, Raidas, un ciabattino, ecc. Nella manifestazione divina nota
come Rāma, egli intuì il fondamento di ogni virtù morale e di
ogni principio spirituale e il simbolo capace di comunicare la mistica del dio
compassionevole e sollecito, che superando la lontananza e
l'inattingibilità del Creatore, così come era concepito dai Veda,
esprimeva il carattere di benevolenza e accessibilità del divino, amico e
«desiderabilissimo Amante». La fusione con tale suprema
divinità consentiva al devoto ramaita di ottenere la liberazione e la
salvezza dal ciclo delle esistenze (
samsāra), fine condiviso dalla
multiforme religiosità induista in ogni sua setta.
R.
interpretò allegoricamente l'intera vita del dio-guerriero Rāma in
ogni suo singolo episodio, trasponendolo interamente dal piano mitologico a
quello spirituale, da quello narrativo a quello di messaggio metempirico. Tale
operazione, tuttavia, attecchì assai meno di quanto egli desiderasse. La
personalità mitica di Rāma, infatti, divenne oggetto della
bhakti,
distorcendo la peculiarità della dottrina esoterica
elaborata da
R.: il simbolo prevalse sull'essenza, ma, proprio in
virtù della sua immediatezza e dell'abolizione delle barriere di casta,
si diffuse largamente e velocemente in tutta l'India del Nord. Ancora oggi, nel
settentrione del Paese, l'ordine monastico che fa capo a
R. è tra
i più importanti e numerosi. Tra i seguaci di
R. si contano i
maggiori poeti della letteratura
hindi medioevale (Kabir, Tūlsi
Dās), ma
R. stesso fu autore di opere in questa lingua, considerata
una delle dirette evoluzioni del sanscrito; ci sono noti un suo manuale per il
culto e un trattato dottrinale (Prayāga, od. Allāhābad
1400-1470).