Pseudonimo di
Jānis Pliekšāns. Poeta lettone.
Conseguì la laurea in Legge a Pietroburgo, dove poté accostarsi a
un mondo culturale di vasto respiro. Aderì al movimento progressista
denominato Corrente Nuova e fu redattore capo (1891-95) dell'organo ufficiale
del movimento, «Il quotidiano», fondato nel 1886. In patria fu tra i
massimi esponenti del Socialismo rivoluzionario e per questo nel 1897 fu
arrestato e mandato in confino in Russia. Tornò a Riga nel 1903, ma la
repressione del moto rivoluzionario del 1905 lo costrinse a emigrare in
Svizzera, dove rimase in esilio per 15 anni. Tornato in Lettonia, fu ministro
della Pubblica istruzione dal 1926 al 1928. Poeta lirico, ispirato a idee
sociali e morali, ebbe il suo periodo più fecondo durante l'esilio
svizzero; risalgono a quell'epoca la raccolta
Fine e principio (1912), il
ciclo
Addio, bella (1920), i drammi
Giocai, danzai (1919),
Giuseppe e i suoi fratelli (1919). Tra le altre opere ricordiamo le
numerose traduzioni di autori russi, inglesi, tedeschi, eseguite durante il
confino, la prima raccolta di versi (
Echi lontani nella sera azzurra,
1903) e il dramma
La strega di Riga (1828) (Tadenava, Zemgale 1865 - Riga
1929).