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Ragusa.

Città della Sicilia e capoluogo della provincia omonima. Situata a 501 m s/m., alle pendici meridionali dei Monti Iblei, di natura calcarea, si estende fra i profondi valloni, detti cave, dei torrenti San Leonardo e Santa Domenica, affluenti del vicino fiume Irminio. 68.956 ab. CAP 97100. • Econ. - L'economia locale si fonda, principalmente, sul commercio dei prodotti dell'agricoltura e sullo sfruttamento dei vicini giacimenti di calcari asfaltiferi (raffinerie di bitume). L'industria è attiva nei settori chimico, petrolchimico, agro-alimentare. Caratteristica l'attività artigianale del ricamo su tessuto. • St. - La fondazione del primo nucleo della città risale, con ogni probabilità, ai Siculi; questi ultimi, infatti, incalzati dalla colonizzazione della costa operata dai Greci, si ritirarono, nell'interno e crearono un piccolo insediamento, al quale diedero il nome di Ibla Heraia. Possesso dei Cartaginesi e quindi dei Romani, la città acquisì una maggiore importanza come fortezza bizantina e fu poi occupata dagli Arabi nell'848. Nel periodo della dominazione normanna, R. fu data in feudo dal conte Ruggero d'Altavilla al figlio Goffredo (1091), i cui discendenti la conservarono fino all'occupazione da parte degli Aragonesi. In seguito fu feudo dei Chiaramonte, che la inglobarono nella contea di Modica, degli Enriquez e dei Sylva-Mendoza. • Urban. - Il centro abitato consta di tre parti. La più antica è Ibla, che sorge su uno sperone proteso verso la valle dell'Irminio e che costituì il nucleo originario fino al 1693, anno in cui fu distrutta da un disastroso terremoto. Prima della sua ricostruzione, avvenuta lentamente, a partire dalla metà del XVIII sec., la nuova nobiltà agricola procedette alla fondazione, su un terrazzamento adiacente, più alto e ampio, di R.; l'impianto urbanistico di quest'ultima risente dello schema barocco caratterizzato dal reticolato regolare delle vie, portato nel Settecento fino all'odierna via Liggio. Ibla, per contro, fu ricostruita dall'antica nobiltà sul sito originario: l'impronta barocca dell'edilizia civile e religiosa, opera dell'architetto R. Gagliardi, si armonizza in modo suggestivo con il tracciato tortuoso delle vie medioevali. I due centri sono raccordati da una stretta sella, in cui è sita la piazza della Repubblica; il collegamento fra R. e Ibla è affidato al lungo corso Mazzini e a un'impervia scalinata di oltre trecento gradini. Il dualismo fra le due aree determinò a partire dal 1865 la separazione amministrativa in due diversi comuni; tuttavia, già prima della riunificazione - che avvenne nel 1927, quando R. divenne capoluogo di provincia - la costruzione del ponte dei Cappuccini (1820) diede impulso all'espansione verso Sud. La successiva edificazione dei ponti Nuovo (1937) e Papa Giovanni XXIII (1964) incrementò l'urbanizzazione di questa terza e più recente sezione di R., con i quartieri posti intorno alla stazione. • Arte - Pur non mancando vestigia di edifici medioevali, l'abitato di Ibla, ricostruito dopo il terremoto del 1693, ha impronta tipicamente barocca. Dell'architetto R. Gagliardi, artefice della ricostruzione, si conserva il duomo di San Giorgio (1744-75) - con cupola di stile neoclassico aggiunta nel 1820 -, in cima a una scalinata scenografica; opera notevole è anche la chiesa di San Giuseppe (1590), con facciata barocca e interno a pianta ellittica. Nella città alta, sono pregevoli la cattedrale (1706-60), sita su una vasta spianata, e il Museo archeologico ibleo, istituito nel 1961 e successivamente ampliato, che conserva materiali provenienti dagli scavi effettuati nella zona circostante. ║ Provincia di R. (1.614 kmq; 295.264 ab.): creata nel 1927, si estende sul versante sud-occidentale dei Monti Iblei e su quello sud-orientale degli Erei. Il territorio si presenta prevalentemente collinare e digrada verso la costa, che si affaccia sul canale di Sicilia. I terreni sono in genere calcarei e argillosi, solcati da corsi d'acqua a carattere torrentizio. La popolazione è in crescita nei centri più grandi, mentre si assiste a fenomeni di spopolamento nelle zone rurali dell'interno. Il territorio è destinato in gran parte alle colture agricole (cereali, vite, ortaggi, ulivi, frutta): rilevanza hanno quelle orticole nelle valli dei torrenti Tellaro, Irminio e Acate, un tempo paludose e malariche e ora bonificate. Le industrie sono concentrate nelle aree di R. (alimentare, chimica), Comiso (materiali edilizi), Vittoria e Modica. Le risorse minerarie sono costituite dai giacimenti di petrolio, un oleodotto di 57 km collega R. con il porto di Augusta, e da quelli di calcare asfaltifero. Minor rilievo hanno l'allevamento e la pesca. I centri principali, oltre al capoluogo, sono: Vittoria, Modica, Comiso.
Ragusa: la città alta con la cattedrale