Chim. - Elemento chimico di numero atomico 86 e peso atomico (convenzionale)
222, il peso del suo isotopo più stabile. Simbolo:
Rn. Nella
tavola periodica degli elementi chimici si colloca come termine più
pesante del gruppo zero o dei gas nobili, avendo come omologhi inferiori tutti
gli altri gas nobili (elio, neon, argon, cripto, xeno). È detto anche
niton (dal latino
nitens: splendente). Il suo isotopo 222 fu
scoperto nel 1900 da E.F. Dorn nei composti di radio, dei quali rappresentava
un'emanazione gassosa. Ad analoga scoperta giunsero nello stesso periodo anche
Rutheford, Gray, Curie e Ramsay. ║
Stato naturale: il
r.
esiste in natura in quantità minime (esso costituisce solo il 6,2 ·
10
-16% della crosta terrestre: è quindi uno degli elementi
più rari conosciuti). La ragione di questa sua rarità risiede nel
fatto che i suoi isotopi sono dotati di scarsissima stabilità. Essi sono:
219Rn (o emanazione dell'attinio),
220Rn (o
emanazione del torio),
222Rn (o emanazione del radio). I loro
periodi di semitrasformazione sono rispettivamente di 3,92 secondi, 52 secondi e
3,825 giorni: dato quindi che il
222Rn- è il più
stabile, lo si assume come rappresentativo dell'elemento, salvo che si parli di
isotopi specifici. Sono stati preparati artificialmente anche tutti gli altri
isotopi dal 206 al 221, molto instabili, con dei tempi di semitrasformazione
variabili da un millesimo di secondo alle 16 ore del
211Rn. Il
222Rn si forma nel decadimento del
226radio, che a
sua volta è frutto di una serie di decadimenti che avvengono a partire
dall'
238uranio, l'isotopo più abbondante dell'uranio naturale.
Si trova quindi nei minerali di questo elemento insieme con il radio, ed
è l'isotopo dominante del
r. Infatti il
220Rn si
forma per decadimento del
224radio, il quale a sua volta è il
frutto di una serie di decadimenti che iniziano dal
232torio. Il
219r. si forma per decadimento del
223radio, il
quale a sua volta deriva da una serie di reazioni di decadimento che iniziano
dall'
235uranio. Tutti e tre gli isotopi del
r. si formano
quindi nei minerali di uranio e torio e si accumulano nelle rocce; da queste
possono sfuggire e possono essere presenti in emanazioni gassose che provengono
dal sottosuolo ove sono presenti minerali di uranio e torio. ║
Preparazione: non esistono preparazioni del
r. a partire da
minerali, date le basse concentrazioni in cui esso è presente e data la
sua scarsa stabilità. Viene tuttavia recuperato in quantità
discrete dai recipienti che contengono radio, nei quali si accumula una fase
gassosa di
r. che può essere estratta e racchiusa in fiale.
Alternativamente la si può assorbire in acqua, ma ciò dà
origine a prodotti di trasformazione dell'acqua stessa, come idrogeno, ossigeno,
ozono e acqua ossigenata; la miscela che si ottiene contiene tutti questi
composti e deve quindi essere trattata per purificarla. Il
r. è
conservato in fiale chiuse metalliche o di vetro speciale. Data la sua breve
vita, esso si decompone rapidamente in altri composti pesanti (solidi) che si
accumulano sulle pareti del recipiente che lo contiene, in particelle α che
sfuggono e raggi γ. ║
Proprietà fisiche: il
r.
si presenta come un gas molto più pesante dell'aria, facilmente
liquefacibile. Bolle a -61,9 °C e solidifica a -71 °C. Il suo calore
di fusione è 0,69 cal/g-atomo; il suo calore di vaporizzazione è
3,92 cal/g-atomo; il raggio covalente ammonta a 2,14 Å, mentre l'energia
di prima ionizzazione è 248 kcal/g-atomo. Come tutti i gas nobili
presenta molecole monoatomiche, in quanto ha scarsa reattività, avendo lo
strato più esterno fra quelli che contengono elettroni, completo con otto
elettroni. Poco si sa delle altre sue proprietà fisiche, in quanto le
quantità a disposizione e la sua instabilità rendono problematica
una caratterizzazione completa. ║
Proprietà chimiche: in
quanto gas nobile, il
r. non ha alcuna tendenza a formare composti,
tuttavia in certe condizioni si è riusciti a farlo reagire con altri
elementi, in particolare col fluoro, ottenendo composti analoghi a quelli dello
xeno. Questo farebbe supporre che all'interno della famiglia dei gas nobili i
termini più pesanti abbiano una minore nobiltà di quelli
più leggeri. I composti di
r. non hanno alcun impiego pratico
mentre hanno invece un notevole interesse teorico per lo studio della
reattività chimica degli elementi. Tali studi sono condotti
prevalentemente sullo xeno, in quanto stabile e disponibile in quantità
molto maggiori del
r.; questo serve invece in taluni casi come verifica
dei risultati ottenuti sullo xeno e della possibilità di estensione ad
altri gas nobili. ║
Usi: data la sua rarità e la
difficoltà nell'ottenerlo e conservarlo in quantità sensibili, il
r. ha applicazioni molto più ristrette degli altri gas nobili.
Queste sono per lo più limitate ai campi in cui è possibile
sfruttare le sue doti di intenso emettitore di particelle α e raggi γ.
Viene usato in forma di fiale da applicare localmente in curieterapia dei
tumori. L'azione del
r. si esaurisce presto, dato il suo basso periodo di
semitrasformazione, ma viene sostituita da quella dei suoi prodotti di
decadimento. L'attività radioattiva del
r. è infatti
100.000 volte maggiore di quella del radio a parità di peso. ║
Inquinamento da r.: alte concentrazioni di
r. sono riscontrabili
negli edifici, in particolare nei materiali da costruzione. Alcune direttive
della Comunità Europea hanno stabilito, a partire dal 1990, il livello
massimo di concentrazione del
r. negli edifici: 400 Bq/m
3 per
le costruzioni esistenti, 200 Bq/m
3 per quelle nuove.