Astron. - Strumento usato nella radioastronomia per rivelare i segnali radio
provenienti dal cosmo con lunghezze d'onda comprese tra 1 cm e 30 m. Consiste
essenzialmente di un sistema collettore di radiazioni elettromagnetiche, di un
ricevitore e di un sistema di acquisizione dei dati. I parametri che definiscono
un
r. e lo distinguono da un altro sono, quindi, l'ampiezza e le
caratteristiche dell'area collettrice, la risoluzione angolare (capacità
di distinguere due sorgenti radio poste nella stessa direzione), la banda di
lunghezze d'onda osservabili, la sensibilità e la precisione di
puntamento. Il sistema di acquisizione dei dati può essere rappresentato
da una sola antenna o da più antenne collegate insieme a costituire un
particolare tipo di
r. detto
interferometro
(V.). Un'antenna è costituita da uno
specchio parabolico, generalmente di parecchie decine di metri di diametro, che
raccoglie le onde radio provenienti da una certa direzione e le riflette su un
elemento di ricezione posto nel suo fuoco. Lo specchio può essere
monolitico,
a pannelli o
a rete, a seconda delle dimensioni
dell'antenna. Con l'aumentare del diametro, infatti, uno specchio monolitico
crea problemi di carichi gravitazionali eccessivi (dovuti al peso) e quindi di
deformazione della struttura. Poiché per riflettere le onde radio non
è necessaria una superficie piena e levigata, ma è sufficiente una
fitta maglia di fili (il cui passo non superi però la lunghezza d'onda
delle radiazioni elettromagnetiche), ricorrendo alla struttura a rete si
riducono notevolmente i disagi dovuti al peso come pure quelli causati dal
vento. Per ovviare alle deformazioni della struttura dello specchio, inoltre, si
può ricorrere sia ad attuatori meccanici che agiscono sul retro della
superficie riflettente, correggendo le eventuali deformazioni in tempo reale,
sia operando uno spostamento del ricevitore nel nuovo fuoco, qualora non vi sia
stata modificazione del profilo specchiante. Un ulteriore fattore deformante cui
sono sottoposte le grandi antenne è rappresentato dal riscaldamento
disomogeneo; a ciò si cerca di ovviare ricoprendo gli specchi con vernice
bianca trasparente alle radioonde. Come si è detto, lo scopo dell'antenna
è quello di raccogliere le radiazioni elettromagnetiche provenienti da
una data direzione e di convogliarle sul ricevitore. Quest'ultimo può
essere di tipo radioricevitore o di tipo eterodina, a seconda che venga
utilizzato per radioonde (basse frequenze) o per microonde (alte frequenze). Il
funzionamento di un
radioricevitore consiste schematicamente nella
conversione del segnale elettromagnetico in una differenza di potenziale che
produce in uscita un segnale continuo proporzionale all'ampiezza del campo
elettromagnetico in ingresso. Il segnale elettrico viene poi amplificato,
estratto dal rumore e convertito in numeri che vengono registrati su nastro
magnetico in forma tale da essere utilizzabili per l'analisi successiva con un
elaboratore elettronico. I
ricevitori eterodina, invece, dovendo trattare
segnali a frequenze particolarmente alte, agiscono miscelando il campo
elettromagnetico al campo prodotto da un apposito oscillatore per generare un
segnale di somma che, pur contenendo entrambe le frequenze dei due segnali di
ingresso, sia modulato a una frequenza inferiore a quella del segnale
elettromagnetico (
down-conversion). Tra i
r. fissi, costituiti da
un singolo grande paraboloide, il più grande è quello di Arecibo
(Puerto Rico), costruito rivestendo con pannelli metallici, in grado di
riflettere le onde radio, una cavità naturale del terreno di 305 m di
diametro. Essendo fisso al suolo, può variare la direzione di
osservazione solo di 20° dallo zenit, con lo spostamento del sistema di
ricezione, e quindi consente di osservare solo limitate zone di cielo. Il
più grande paraboloide mobile è, invece, quello di Effelsberg
(Germania) che ha un diametro di 100 m. Altri
r. di medie dimensioni sono
installati in Australia (Parkes, 64 m), in Inghilterra (Cambridge,
radiointerferometro 98 x 12 m e 442 x 20 m; Jodrell Bank, radiointerferometro
76,2 m), in Olanda (Dwingleloo, 25 m) e negli Stati Uniti (Danville,
r.
fisso 193 x 122 m; Goldstone, 63 m e 26 m). In Italia, a Medicina (Bologna)
venne installato un
r. del tipo detto
a croce, per la disposizione
delle antenne, costituito da un braccio con orientazione Est-Ovest, formato da
uno specchio a forma di cilindro parabolico (lungo 560 m e largo 35 m)
riflettente le onde radio sui dipoli dell'antenna, e da un secondo braccio con
orientazione Nord-Sud, costituito da 64 antenne con specchio cilindrico
parabolico (lunghe 23,5 m e larghe 8 m) disposte parallelamente a 10 m l'una
dall'altra. Nel 1984, sempre a Medicina, fu inaugurato un nuovo
r.
costituito da un'antenna parabolica di 32 m di diametro, espressamente concepita
per osservazioni radiointerferometriche a lunghissima base, in collegamento con
altre antenne europee e americane (VLBI).