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Radiospettròmetro.

Strumento di rivelazione utilizzato in spettroscopia, nel campo delle lunghezze d'onda radio. Installato nel piano focale di un telescopio, realizza un radiotelescopio; su tale strumento, accoppiato a grandi telescopi, si basa la maggior parte della fisica della materia interstellare e dell'astrochimica. Esistono tre tipi di r.: a banco di filtri, a autocorrelazione e acustico-ottici. ║ R. a banco di filtri: il segnale IF viene connesso a un grande numero di filtri passa-banda, dipendente dalla risoluzione desiderata, con frequenze tali da coprire l'intero campo richiesto; uno strumento del genere, nonostante la sua semplicità concettuale, è molto ingombrante e costoso. ║ R. ad autocorrelazione: più compatti, il loro funzionamento si basa sul legame tra la funzione di autocorrelazione di un segnale e il suo spettro di potenza; attualmente esistono misuratori di autocorrelazione a migliaia di canali e una banda totale dell'ordine di 100 MHz. ║ R. acustico-ottici: il segnale IF eccita un trasduttore elettromeccanico, che, a sua volta, genera onde acustiche in un cristallo; le conseguenti fluttuazioni periodiche del suo indice di rifrazione sono utilizzate per la diffrazione di un fascio laser visibile su un rivelatore lineare. Tale strumento consente di raggiungere bande di 0,5 GHz, ed è pertanto utilizzato in radioastronomia.