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Radioisòtopo.

Fis. - Isotopo radioattivo degli elementi che si trasformano per decadimento radioattivo in isotopo stabile; il termine indica anche una qualsiasi specie nucleare (nuclide) radioattiva. I r. possono essere naturali o artificiali, a seconda che si trovino sulla superficie terrestre oppure vengano prodotti mediante reazioni nucleari; i nuclidi con numero atomico Z maggiore di 83 sono tutti radioattivi, mentre tra gli elementi naturali con Z < 83 soltanto alcuni presentano una debole attività. I primi r. artificiali furono ottenuti da F. e I. Joliot, che resero radioattivi alcuni elementi leggeri, quali l'alluminio, il magnesio, il boro, attraverso bombardamento con particelle α. I mezzi più versatili per la produzione di r. sono le macchine acceleratrici, i reattori nucleari e il processo di fissione nucleare. Negli acceleratori di particelle, le particelle che vengono accelerate per la produzione dei r. sono essenzialmente i protoni e i deutoni, che colpiscono successivamente un bersaglio in corrispondenza del quale avvengono le reazioni volute; nel caso che la particella incidente sia un protone, questa viene catturata dal nucleo colpito con il conseguente aumento di un'unità del numero atomico, mentre resta invariato il numero di massa; se, invece, viene catturato un deutone ed emesso un protone, il numero di massa aumenta di un'unità e il numero atomico rimane invariato. La quantità di materiale radioattivo che può essere prodotta con le macchine acceleratrici è relativamente piccola; per la produzione su larga scala vengono utilizzati i reattori nucleari. Quando l'elemento da irraggiare possiede un solo isotopo, il processo di produzione è molto semplice; in caso contrario si procede a una separazione chimica dell'elemento originario, ottenendo un radioelemento di specie chimica diversa dall'elemento irraggiato che può essere separato con processi chimici. La separazione non è facilmente attuabile, soprattutto per la necessità di operare a distanza e mediante appositi accorgimenti, dato l'alto grado di radioattività presente; per lo più si usano processi di distillazione, di separazione ionica e di trattamento con solventi opportuni. Con i processi di fissione, infine, si possono produrre quantitativi abbastanza rilevanti di r.; essi possono venire generati direttamente dalla fissione, oppure per decadimento radioattivo dei prodotti di fissione. I r. hanno trovato largo impiego in svariati campi delle scienze. In medicina, vengono impiegati sia nella diagnostica sia nella terapeutica: inoltre, in quanto causa di mutazioni, vengono utilizzati in ricerche di genetica intese sia a indagare il meccanismo d'azione dei geni, sia a ottenere nuove varietà di organismi vegetali, in particolare di microrganismi. In fisiologia e in biochimica i r. sono stati usati per risolvere problemi di permeabilità, di assorbimento e di distribuzione; nell'industria, l'uso dei r. come traccianti permette di determinare in modo rapido l'usura di molti materiali; i r. vengono utilizzati anche come sorgenti di radiazioni, per verificare che non vi siano difetti strutturali in determinati materiali.