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Radioastronomìa.

Astron. - Branca dell'astronomia che si occupa dello studio dei corpi celesti attraverso le radiazioni che essi emettono nella banda radio, cioè con lunghezze d'onda comprese tra 1 cm e 30 m. La r. ebbe origine nel 1931 quando K.G. Jansky, un ingegnere dei laboratori della Bell Telephone, incaricato di studiare i disturbi nelle trasmissioni radio intercontinentali, individuò una forte sorgente radio in direzione del centro della nostra galassia. Questa prima scoperta, seguita dalle ricerche di G. Reber (1937) e dagli sviluppi tecnologici che si ebbero durante la seconda guerra mondiale, permise la nascita della r. come scienza. Nel 1951 H.I. Ewen e E.M. Purcell osservarono per primi la riga dell'idrogeno neutro interstellare di lunghezza d'onda pari a 21 cm e ciò permise di definire la struttura spiraliforme della nostra galassia, fino ad allora nascosta dall'opacità della polvere interstellare. Sulla scia di questo successo, a partire dal 1955 la r. si dedicò alla ricerca delle righe di numerose altre sostanze di cui si supponeva l'esistenza in forma molecolare nella polvere interstellare. Nel 1966 A. Penzias e R. Wilson scoprirono la radiazione di fondo cosmico (di lunghezza d'onda pari a 70 cm), di grande importanza per lo studio dell'evoluzione dell'Universo. Grazie alle osservazioni compiute dai diversi osservatori radioastronomici, negli ultimi decenni sono state individuate più di 10.000 radiosorgenti, di cui alcune migliaia sono state identificate grazie alle misurazioni del red shift (V. QUASAR). Altre grandi scoperte sono state compiute grazie al radiotelescopio Hubble messo in orbita intorno alla Terra nel 1990 (V. RADIOTELESCOPIO). ║ Spettri di emissione: lo studio dei corpi celesti tramite la loro emissione nella banda radio è facilitato dal fatto che le radioonde sono scarsamente assorbite dalla materia interstellare (nubi di gas, polvere, ecc.) che assorbe, invece, la radiazione emessa nella banda ottica. Le onde radio provenienti dallo spazio possono dare origine a due tipi di spettri, continuo o a righe, a seconda della causa di emissione delle onde. Gli spettri di tipo continuo sono l'effetto o di una radiazione termica, emessa da corpi in equilibrio termodinamico, o di una radiazione detta di free-free, causata da particelle cariche (elettroni e ioni) che abbiano subito un'accelerazione termica e si trovino in uno stato di agitazione che le porta a collidere violentemente le une con le altre con conseguente emissione di radiazioni. Esiste anche un terzo tipo di radiazione, detta di sicrotrone, che dà origine a uno spettro continuo; essa è provocata da un forte campo magnetico che causa nelle particelle cariche un moto a velocità fortemente elevate lungo traiettorie a spirale. Gli spettri di tipo a righe, invece, sono dovuti alla presenza di particolari sostanze nel mezzo interstellare, le quali emettono energia (fotoni) a ben determinate e caratteristiche frequenze. Ciò avviene in presenza di radiazioni elettromagnetiche, quando la sostanza (spontaneamente o a causa di collisioni tra atomi e molecole) emette o assorbe un quanto di radiazione elettromagnetica. L'intensità delle righe nello spettro dipende essenzialmente dalla quantità di atomi o molecole della sostanza e dalla loro capacità di interagire con la radiazione elettromagnetica (coefficiente di Einstein). Grazie quindi a questo tipo di spettro è possibile evidenziare la presenza di particolari elementi nel mezzo interstellare e determinarne la quantità e le caratteristiche fisiche. Inoltre, poiché l'effetto Doppler tende a spostare la frequenza di osservazione a seconda della velocità relativa tra sorgente e osservatore e a seconda che i due riferimenti siano in moto di reciproco avvicinamento o allontanamento, dall'analisi delle righe osservate al radiotelescopio si possono ricavare altre utili informazioni sulla distribuzione e sull'eventuale spostamento della radiosorgente. ║ Radiosorgenti: le sorgenti che emettono onde radio sono localizzate sia all'interno della nostra galassia che al di fuori dei suoi confini. Tutti i pianeti del sistema solare (per emissione termica) e molte stelle della Via Lattea (per emissione sia di sincrotrone sia di free-free) sono radiosorgenti, ma anche il mezzo interstellare, grazie soprattutto alla presenza di idrogeno neutro (HI), è oggetto di studio da parte della r. È proprio grazie all'analisi degli spettri emessi dall'idrogeno neutro, e in particolare alla misurazione della temperatura di brillanza (per brillanza si intende il flusso energetico integrale emesso da un elemento della superficie) in funzione della velocità relativa legata alla frequenza dalla formula dell'effetto Doppler, che è stato possibile precisare la curva di rotazione della nostra galassia (risultato confermato in seguito anche dallo studio delle righe spettrali dell'ossido di carbonio, CO). Al di fuori della nostra galassia emettono onde radio sia le galassie normali (con emissione combinata di tipo sincrotrone/free-free), sia le galassie attive (dette anche radiogalassie). Queste ultime, inclusi i quasar (V.), sono caratterizzate da emissioni principalmente di sincrotrone con enormi luminosità radio, sproporzionatamente superiori all'effettiva massa della sorgente. Ciò può ragionevolmente avvenire solo supponendo che il nucleo di queste radiogalassie sia costituito da un buco nero e che all'interno della galassia l'enorme energia gravitazionale prodotta dal buco nero venga convertita in energia radiante (V. anche RADIOGALASSIA). Grazie alle indagini radioastronomiche è stato possibile avanzare ipotesi attendibili sulla distribuzione delle radiosorgenti nell'Universo, sulla loro distanza da noi, sulla loro età e sul loro spostamento causato dall'espansione dell'Universo; in questo modo sono stati quindi raccolti dati fondamentali per lo studio delle origini e dell'evoluzione dell'Universo.
"Radiogalassie, quasar, pulsar" di Letizia Buffoni