Parte della fisica che studia i fenomeni luminosi. È detta anche
o.
ordinaria, per distinguerla da altri rami della fisica che si occupano di
fenomeni analoghi a quelli cui dà luogo la luce (
o. elettronica,
o. delle radioonde, ecc.). ║ Tecnologia di fabbricazione di
elementi di strumenti ottici (prismi, lenti, specchi, ecc.) e degli strumenti
stessi. • Fis. - Lo studio dei fenomeni connessi alla propagazione della
luce può essere affrontato in diversi modi: in base a ciò, si
suole suddividere l'
o. in
o. geometrica,
o. ondulatoria e
o. fisica. L'
o. geometrica e quella ondulatoria sono entrambe
teorie a sfondo prevalentemente geometrico; studiano i fenomeni che si
determinano quando radiazioni luminose incontrano, lungo il loro cammino, corpi
trasparenti od opachi, o interferiscono con altre radiazioni luminose.
L'
o. fisica, invece, si occupa dei fenomeni e delle questioni inerenti
alla natura della luce, alla sua emissione e al suo assorbimento: per i suoi
legami con l'elettromagnetismo, essa è anche detta
o.
elettromagnetica. ║
O. geometrica: l'
o. geometrica si
fonda, da una parte, sulla considerazione di enti astratti come i raggi
luminosi, dall'altra sul principio di propagazione rettilinea della luce, sul
principio di indipendenza dei raggi luminosi e sul principio di Fermat. Per
introdurre quest'ultimo, definiamo
indice di rifrazione assoluto di un
mezzo la quantità
n = c/v, dove
c è la
velocità della luce nel vuoto e
v la velocità della luce
nel mezzo preso in considerazione; data una sorgente S e un punto P, definiamo
cammino ottico, associato a un cammino geometrico da S a P di lunghezza
l, la grandezza
nl. Il principio di Fermat, enunciato nel 1640,
afferma che il raggio seguito dalla luce è quello, tra gli infiniti
cammini geometrici, cui corrisponde il minimo oppure il massimo cammino ottico;
da questo principio possono essere dedotte le leggi della riflessione e della
rifrazione, che sono appunto i fenomeni di competenza dell'
o. geometrica.
Gli schemi descrittivi di quest'ultima cessano di essere validi quando si debba
tener conto dell'effettiva distribuzione istantanea dell'energia luminosa,
ovvero quando intervengano grandezze lineari non trascurabili rispetto alla
lunghezza d'onda
λ del raggio luminoso. Nonostante tali restrizioni,
l'
o. geometrica ha un ruolo fondamentale nella trattazione dei sistemi
ottici, data la sua semplicità; in tale settore, inoltre, risulta comodo
assumere un'ulteriore ipotesi semplificativa, la cosiddetta
approssimazione
di Gauss, che consiste nel considerare solo raggi parassiali, cioè
poco inclinati rispetto all'asse ottico, e superfici di piccola apertura.
║
O. ondulatoria: come già detto, numerosi fenomeni ottici
non possono essere spiegati senza tener presente la natura ondulatoria della
luce; fondamentale è il
principio di Huygens (1678), secondo il
quale ogni punto di un fronte d'onda può essere riguardato come una
sorgente di onde sferiche secondarie, il cui inviluppo costituisce, in ogni
istante successivo, il nuovo fronte d'onda. Tale principio fu integrato, in
seguito, da Fresnel (1820) e da Kirchhoff (1882): se
S è una
sorgente puntiforme contenuta in una superficie chiusa
, il potenziale
elettrodinamico scalare
V in ogni punto
P dello spazio esterno
è dato dalla sovrapposizione dei potenziali generati in
P dai vari
punti della superficie
, agenti come sorgenti secondarie eccitate dalla
sorgente primaria
S. Tale principio è alla base
dell'interpretazione dei fenomeni di interferenza e di diffrazione. ║
O. elettronica: l'
o. elettronica è quella parte della
fisica che, partendo dall'analogia formale tra il moto degli elettroni nei campi
elettrici e magnetici e il comportamento della luce nei mezzi trasparenti,
studia i problemi relativi al movimento degli elettroni con i metodi e gli
schemi propri dell'
o. ordinaria. In analogia a quanto già visto,
anche l'
o. elettronica si distingue in
o. elettronica geometrica e
o. elettronica ondulatoria: la prima studia i problemi della riflessione
e della rifrazione di fasci di elettroni, considerando questi ultimi come
corpuscoli puntiformi carichi, soggetti alle leggi dell'elettromagnetismo. La
seconda, invece, studia i fenomeni di propagazione collegati alla natura
ondulatoria dell'elettrone: infatti, ad ogni elettrone in movimento può
essere associata un'onda (
onda di probabilità), avente lunghezza
λ = h/p, dove
h è la costante di Planck e
p
è la quantità di moto dell'elettrone. ║
O. elettronica
geometrica: ramo della fisica elettronica che studia il moto degli elettroni
trascurando i fenomeni di irraggiamento, utilizzando gli strumenti della
dinamica classica; in genere, i campi elettrici e magnetici esaminati sono
statici. Con queste ipotesi, si può dimostrare che i raggi elettronici
(ovvero le traiettorie degli elettroni, in analogia ai raggi luminosi)
soddisfano un'equazione variazionale formalmente identica al principio di
Fermat. L'analogia tra
o. geometrica della luce e
o. elettronica
geometrica, tuttavia, ha dei limiti: a differenza di quanto accade negli
strumenti ottici, negli strumenti dell'
o. elettronica i campi elettrici e
magnetici che provocano i fenomeni di riflessione e di rifrazione agiscono con
continuità sul fascio di elettroni, provocando effetti diversi da quelli
luminosi. Tuttavia, come nell'
o. geometrica, è possibile costruire
dispositivi riflettenti e rifrangenti per fasci di elettroni, e in particolare
lenti elettroniche, cioè strumenti per concentrare fasci
elettronici mediante campi elettrici e magnetici; inoltre, le caratteristiche di
tali lenti possono essere variate a piacere, a differenza delle lenti trattate
nell'
o. ordinaria, semplicemente variando i campi elettrici o magnetici
che intervengono in esse. Le
lenti elettrostatiche, nelle quali vengono
usati solo campi elettrostatici, sono le più semplici e diffuse. Sugli
elettroni agisce una forza direttamente proporzionale all'intensità del
campo, diretta come quest'ultimo: tale forza è in grado di deviare gli
elettroni del fascio, così da ottenere un effetto di focalizzazione
analogo a quello prodotto da una lente convergente di vetro su un fascio di
raggi luminosi paralleli al suo asse. Le
lenti magnetiche sono
caratterizzate dall'impiego di un campo magnetico costante, avente una simmetria
di rotazione intorno a una retta (
asse ottico). Il tipo usuale di lente
magnetica è costituito da un solenoide percorso da una corrente
elettrica, che produce un campo magnetico uniforme diretto secondo l'asse; in
base alla legge di Lorentz, i fasci di elettroni che entrano nel solenoide in
direzione parallela al suo asse non vengono deviati, mentre i fasci aventi
direzione inclinata sono sottoposti ad una forza perpendicolare all'asse,
proporzionale alla loro velocità, che li costringe a descrivere
traiettorie elicoidali. L'effetto complessivo generato dal solenoide è
quello di far convergere tutti gli elettroni in un unico punto dell'asse, con
una focalizzazione analoga a quella prodotta dalle lenti di vetro convergenti; a
causa delle traiettorie elicoidali percorse dagli elettroni, tuttavia,
l'immagine di un oggetto esteso, prodotta da una lente magnetica, è
sempre più o meno ruotata, rispetto all'oggetto stesso, intorno all'asse
della lente. Questa aberrazione, che non si presenta nelle lenti
elettrostatiche, è caratteristica di quelle magnetiche. Una lente
elettronica, trascurando gli effetti della diffrazione, dà un'immagine
perfetta solo se le dimensioni dell'oggetto e della sua immagine sono molto
piccole, se i raggi elettronici che concorrono a formare l'immagine sono poco
inclinati e, infine, se la velocità degli elettroni è uniforme e
trascurabile la mutua repulsione fra elettroni: quando tali ipotesi non sono
soddisfatte, si hanno fenomeni di aberrazione analoghi a quelli delle lenti di
vetro. Tali aberrazioni si distinguono in
geometriche,
di
cromatismo e
di carica spaziale. Le aberrazioni geometriche si
ottengono quando non sono verificate le ipotesi fatte sulle dimensioni
dell'oggetto e sulle inclinazioni dei raggi; come nelle lenti di vetro, gli
effetti che esse causano si distinguono in
aberrazione sferica, coma,
curvatura del campo, astigmatismo e
distorsione. L'aberrazione
cromatica dipende da differenze nelle velocità iniziali degli elettroni;
l'aberrazione di carica spaziale, infine, dipende dall'eccessiva concentrazione
di elettroni, che provoca una diminuzione del potenziale con conseguente
riduzione della velocità degli stessi elettroni. ║
O.
elettronica ondulatoria: ramo della fisica elettronica che studia i fenomeni
connessi alla natura ondulatoria dell'elettrone, quali la diffrazione e
l'interferenza. La prima esperienza di diffrazione elettronica fu eseguita nel
1927 da G.J. Davisson e L.M. Germer, utilizzando reticoli cristallini; la loro
esperienza fu in seguito modificata e perfezionata, giungendo alle attuali
tecniche, che trovano largo impiego nell'industria per lo studio di superfici o
di strati superficiali. La natura ondulatoria degli elettroni si manifesta anche
nel fenomeno dell'interferenza, che, tuttavia, mostra caratteristiche diverse
rispetto all'
o. luminosa. Si consideri una lastra con due fenditure
parallele (come nella classica esperienza di Young per la luce), attraverso cui
siano fatti passare indipendentemente numerosi elettroni, e si osservino le
tracce prodotte da essi su una lastra fotografica: tali tracce mostrano massimi
e minimi simili a quelli delle figure di interferenza luminosa che, tuttavia,
non possono essere spiegati mediante l'interazione fra gli elettroni,
poiché questi sono passati nel sistema separatamente: tale fenomeno
può essere descritto solo con l'aiuto della funzione d'onda, associata ad
ogni elettrone. ║
O. non lineare: il complesso dei fenomeni ottici
legati a caratteristiche non lineari del mezzo ottico, cioè a fenomeni di
polarizzazione o di magnetizzazione dipendenti dall'intensità del campo
polarizzante o magnetizzante secondo potenze superiori alla prima. La teoria
della propagazione di onde elettromagnetiche in mezzi non lineari può
essere sviluppata con gli strumenti classici: il contributo non lineare alla
polarizzazione viene trattato come una perturbazione e compare come ulteriore
termine di sorgente nelle equazioni di Maxwell: è il fenomeno della
generazione di armoniche ottiche, solo recentemente osservato. Accanto ad esso,
un secondo fenomeno non lineare, dipendente dalla polarizzazione del secondo
ordine, è l'amplificazione parametrica della luce, che consiste nella
possibilità di trasferire energia da fasci di luce con data frequenza a
fasci di luce con frequenza diversa; dalla polarizzazione del terzo ordine,
invece, seguono i vari tipi di diffusione, come l'effetto Raman, Faraday, Kerr.
Tali fenomeni trovano applicazione in spettroscopia e nello studio degli impulsi
ultracorti. ║
O. delle onde hertziane: dall'identità di
natura fisica fra le onde luminose e le onde hertziane segue che i fenomeni
fondamentali di propagazione sono i medesimi per le une e per le altre. Le prime
ricerche in questo campo furono quelle celebri con cui H. Hertz verificò
(1888) l'identità delle leggi di riflessione e rifrazione per le onde
luminose e per quelle elettromagnetiche: Hertz ottenne la riflessione su
riflettori metallici piani, sferici e parabolici, e la rifrazione in prismi di
asfalto. Oggi si dispone di una larga serie di dispositivi ottici per radioonde,
specialmente per le microonde, la cui lunghezza rende facile la realizzazione di
tali dispositivi. ║
O. delle particelle: costituisce una
generalizzazione dell'
o. elettronica, ottenuta estendendo i principi di
quest'ultima ai vari tipi di particelle cariche (protoni, ioni, ecc.). Trova
applicazione nel progetto degli spettrografi di massa, dei microscopi ionici e
delle macchine acceleratrici (ciclotroni, sincrotroni, ecc.). ║
O.
quantistica: parte dell'
o. che si occupa dei fenomeni nei quali
intervengono effetti quantistici, quali l'effetto fotoelettronico e l'emissione
laser.