Agglomerato urbano nel comune di Roma, 23 km a Sud-Ovest della capitale.
Comprende
O. Antica (3.949 ab.), che include la zona archeologica e
l'abitato medioevale e moderno, e
Lido di O. (88.620 ab.), che si estende
dalla foce del Tevere alla pineta di Castelfusano. • St. e Archeol. -
L'antica
Ostia Tiberina venne probabilmente fondata dal quarto re di Roma
Anco Marcio (VII sec. a.C.); alcuni sostengono, però, l'esistenza di un
santuario in un periodo anteriore. La città, contenuta entro le mura
sillane, misurava circa 69 ettari. Nel IV sec. a.C. fu fondato il
castrum, munito di una cinta muraria in tufo di Fidene, con quattro porte
poste alle estremità del decumano massimo e del cardine massimo.
Contemporaneamente vennero edificati alcuni edifici con pozzi e
píthoi. Questo primo nucleo aveva un carattere prevalentemente
militare. A partire dal I sec. a.C. le abitazioni cominciarono a sorgere anche
all'esterno del
castrum, in particolare verso le principali arterie (la
Via Ostiense, per Roma; l'antica Via Laurentina e quella che portava verso la
foce del Tevere). Queste arterie divennero a poco a poco vie urbane con
signorili
domus con atrio e peristilio, edifici commerciali, taberne
porticate, magazzini. Venne eretto, al centro del vecchio
castrum, un
primo
Capitolium, mentre altri templi in tufo sorsero nei diversi
quartieri. La città si trasformò, così, da centro militare
in centro commerciale. Durante l'età augustea fu eretto il teatro in
opus reticulatum, poi ampliato in laterizio sotto i Severi: la struttura
presentava una gradinata divisa in cinque cunei dalle scale di accesso; la scena
era costituita da un muro in tufo decorato con resti marmorei. Dietro il teatro
sorgeva il piazzale delle Corporazioni, dove si affacciavano gli uffici delle
rappresentanze commerciali le cui insegne si conservano nei resti dei pavimenti
a mosaico. Sotto Tiberio, furono eretti il primo foro e, di fronte, il tempio di
Roma e di Augusto, in marmo, di cui non restano che poche vestigia (durante il
Medioevo e il Rinascimento le rovine di
O. furono utilizzate come cava di
pietre e marmi per costruire le grandi cattedrali di Roma, Orvieto e Pisa). Nel
42 d.C. Claudio realizzò il nuovo porto a destra del Tevere, inaugurato
da Nerone nel 54 e poi ampliato con un grande bacino esagonale e diverse opere
di canalizzazione da Traiano. Sempre sotto Traiano sorsero la curia, con
pavimento in marmo e preceduta da un colonnato, e la grande basilica, con
portico e arcate marmoree. Si moltiplicarono edifici e magazzini e furono
edificate le terme. La città conobbe un periodo di grande splendore sotto
Antonio e gli Antonini: si costruirono interi quartieri come quello del foro; il
nuovo
Capitolium prostilo esastilo, preceduto da un'imponente scalinata;
il santuario della
Magna Mater e di Attis. Anche sotto i Severi
continuò l'intensa opera di edificazione, con la costruzione di terme e
caseggiati e un tempio a cella rotonda nelle vicinanze del foro, con un grande
peristilio, pavimentato a mosaico e arricchito di nicchie. Durante il III sec.
sorsero numerosi mitrei e nel IV sec. molte lussuose dimore signorili furono
riedificate secondo il gusto del tardo Impero. Non si costruirono più
case in affitto o magazzini, perché con la decadenza dei commerci la
città si andò spopolando. Costantino le tolse i diritti municipali
dandoli a Porto. Dell'epoca cristiana non resta quasi nulla: un piccolo edificio
considerato una basilica; un luogo di culto all'interno del
frigidarium
delle Terme di Mitra; un oratorio sorto nel luogo del martirio di Ciriaco. Nel
paese moderno, presso la chiesa di S. Aurea, è stato ritrovato il
coperchio del sarcofago di S. Monica, madre di S. Agostino. Infine, numerose
necropoli sono venute alla luce lungo la Via Ostiense e la Via Laurentina.
All'inizio del IV sec. la città divenne sede vescovile, rivestendo un
ruolo importante nei primi secoli dell'era cristiana, quando il vescovo di Roma
era ordinato da quello di
O. Distrutta da Alarico (408) e da Vitige
(537), decadde come porto commerciale dopo l'affermazione araba nel Mediterraneo
occidentale. Nell'830 circa, la popolazione era ormai concentrata nel borgo
fortificato di Gregoriopoli (così chiamato perché edificato da
papa Gregorio IV), posto ai margini dell'antica città a difesa di Roma
dalle incursioni saracene. Nel 1150 la sede episcopale fu trasferita a Velletri.
Saccheggiata dai Genovesi (1327), poi da Roberto re di Napoli (1328) durante la
lotta contro il Papato avignonese, conobbe un nuovo periodo di sviluppo nel 1483
quando, grazie al cardinale Giuliano della Rovere, rinacque come fortezza. Il
futuro papa Giulio II vi fece erigere la chiesa di S. Aurea e il castello, opera
di B. Pontelli.