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Òrbita.

Linea descritta da un punto in moto, traiettoria. ║ In particolare, linea descritta da un corpo celeste intorno a un altro o, in fisica atomica, dagli elettroni intorno al nucleo. ● Anat. - Ciascuna delle due cavità dello scheletro del capo in cui trovano posto i globi oculari. Varie ossa concorrono a delimitare l'o.: frontale, sfenoide, etmoide, lacrimale, palatino, mascellare superiore, zigomatico. Posteriormente l'o. comunica con la cavità cranica mediante il foro ottico, per il quale passano il nervo ottico e l'arteria oftalmica, e mediante la fessura sfenoidale, attraversata dai nervi cranici terzo, quarto e sesto. ║ Fig. - Avere gli occhi fuori dall'o.: essere in preda a un forte sentimento d'ira o di stupore. ● Mat. - In algebra, nella teoria dei gruppi, il sottoinsieme di un gruppo G costituito dalle immagini, tramite gli elementi di G, di un elemento fissato x0: in particolare, si dice o. sinistra l'insieme costituito dagli elementi gx0, al variare di g in G, e o. destra l'insieme costituito da x0g, al variare di g in G. ● Astron. - Traiettoria percorsa da un corpo celeste (secondario) intorno ad un altro (primario) verso il quale sia attratto dalla forza di gravità (o. assoluta), oppure traiettoria percorsa attorno al comune centro di massa (o. relativa); nel caso in cui il corpo secondario abbia massa trascurabile rispetto a quello pimario, come per il sistema Terra-Sole o satellite-Terra, le due o. vengono a coincidere. Il problema della determinazione dell'o. si riconduce al problema di determinare gli elementi dell'o., cioè quelle quantità che la caratterizzano univocamente. Poiché l'attrazione gravitazionale, che causa il moto orbitale, è proporzionale alla quantità 1/r2, dove r è la distanza tra il corpo primario e quello secondario, la traiettoria di quest'ultimo è la sezione di una conica: un'ellisse (o. chiusa), un'iperbole o una parabola (o. aperte), nelle quali uno dei due fuochi, o il fuoco, è occupato dal corpo primario, se si considera l'o. relativa, dal centro di massa, per quella assoluta. La forma di un'o., quindi, è determinata univocamente da due elementi (ad esempio, l'eccentricità e un semiasse). L'orientazione dell'o. nello spazio richiede poi altri tre elementi: fissato un piano di riferimento passante per il corpo primario, è necessario stabilire l'inclinazione del piano dell'o., il suo orientamento e l'orientamento dell'o. nel suo piano. Per completare la descrizione, è infine necessario determinare due elementi temporali: il periodo, ovvero l'intervallo di tempo fra due passaggi successivi del corpo secondario per uno stesso punto (se l'o. è chiusa), e l'epoca del passaggio al periastro. In astronomia si studiano diversi tipi di o.: o. nell'ambito del sistema solare di pianeti e satelliti, o. di stelle doppie visuali, o. di stelle doppie spettroscopiche. Da caso a caso, si hanno notevoli differenze analitiche: nello studio di un'o. planetaria, ad esempio, la Terra è un osservatore in moto relativo, mentre nello studio di una stella doppia, la Terra può essere considerata in quiete. Sono diversi, inoltre, i piani e le direzioni di riferimento assunti, così come i dati delle osservazioni; infine, sono differenti i metodi che consentono di calcolare gli elementi dell'o. a partire dalle osservazioni. Storicamente, i primi metodi analitici corretti furono trovati da Tolomeo, e successivamente da Keplero, che tentò una soluzione grafica, da Lagrange e da Laplace; Gauss formulò, nel 1809, un metodo grafico tuttora utilizzato, che consente di calcolare elementi provvisori sulla base di tre sole osservazioni opportunamente distanziate nel tempo, che vengono resi definitivi quando nuove osservazioni ne permettono la correzione. In astronautica assume notevole importanza il problema della determinazione dell'o. di un veicolo spaziale. Dato che la massa di un veicolo è trascurabile rispetto a quella di ogni pianeta, in prossimità della Terra il problema si riduce a quello di due corpi in meccanica classica; le possibili o. sono coniche, delle quali la Terra occupa un fuoco, e il loro genere dipende dalla velocità di immissione del veicolo (per l'inserimento in un'o. aperta, ad esempio, è necessaria una velocità di almeno 40.000 km/h). L'immissione di un veicolo spaziale in un'o. circumterrestre avviene in più fasi: le prime servono per raggiungere la quota prefissata, le ultime servono per assicurare le condizioni di satellizzazione volute. In questo ambito, ha notevole importanza la scelta delle o. di trasferimento, che consentono al veicolo di abbandonare l'o. iniziale per raggiungere quella finale con la minima spesa di energia. Più complesso è il problema dell'o. di un veicolo spaziale che dalla Terra raggiunga altri corpi celesti, che rientra nello schema del problema dei tre corpi della meccanica classica; in questo caso, il veicolo viene inserito in o. circumterrestri provvisorie, abbandonate quando viene superata l'attrazione gravitazionale con conseguente inserimento in un'o. iperbolica, che intersechi l'o. del corpo celeste. La traiettoria viene determinata in modo che il veicolo giunga contemporaneamente al corpo celeste nel punto di intersezione delle due o.; la traiettoria viene allora trasformata in ellittica, con satellizzazione del veicolo. Un esempio tipico è quello delle o. circumlunari, che hanno consentito a sonde di stabilirsi come satelliti intorno alla Luna, divenendo basi stabili di osservazione. ║ Mettere in o.: imprimere a un satellite artificiale la velocità iniziale necessaria a fargli descrivere intorno alla Terra o a un altro pianeta la traiettoria orbitale prefissata. ║ O. di parcheggio o di sosta: o. temporanea nella quale viene immesso un razzo recante un veicolo spaziale in modo da consentire un lancio più agevole di questo verso un pianeta o un satellite naturale. ║ O. di risonanza: speciale o. seguita da corpi celesti che, in seguito a particolari oscillazioni o perturbazioni provocate da altri corpi di massa maggiore, cambiano il loro percorso, o lo stabilizzano per effetto stesso della risonanza. Tale fenomeno è tipico degli asteroidi del gruppo Hilda, i quali hanno un periodo pari a due o tre volte quello di Giove; un caso particolare di o. di risonanza è quello di Toros, un asteroide del gruppo Apollo. Toros segue un'o. allungata con un periodo di 584,7 giorni; al perielio giunge fino a 115 milioni di km dal Sole, avvicinandosi all'o. di Venere, mentre all'afelio se ne allontana fino alla distanza di 294 milioni di km, oltrepassando l'o. di Marte e penetrando in quella del nostro pianeta. Confrontando il periodo orbitale di Toros con quelli della Terra e di Venere, si trova che nel tempo in cui Toros compie 5 rivoluzioni intorno al Sole, la Terra ne completa 8 e Venere 13; il suo movimento è, quindi, in "risonanza" sia con quello della Terra, sia con quello di Venere, e i due pianeti costringono l'asteroide a un'o. di risonanza che oscilla intorno al valore medio di 8/5 della rivoluzione della Terra e di 13/5 della rivoluzione di Venere. Tale risonanza ha finora impedito all'asteroide di entrare in collisione con la Terra o con Venere, anche grazie all'azione gravitazionale esercitata dal Sole; l'influenza di Marte, tuttavia, potrebbe variare la sua traiettoria, nei prossimi millenni. ║ O. sincrona o stazionaria: o. descritta da un veicolo spaziale - di norma un satellite artificiale - che ha un periodo uguale a quello della rotazione terrestre. In genere l'o. sincrona dista circa 36.000 km dalla Terra e viene effettuata direttamente sopra l'Equatore; data la sincronizzazione del moto del satellite (che può essere impiegato per telecomunicazioni, per scopi militari, meteorologici, astronomici o scientifici) con il moto del nostro pianeta, a chi lo osserva dalla Terra esso appare immobile nello spazio. Il satellite che la percorre deve mantenere una velocità compresa tra i 28.000 e i 39.600 km/h, comunemente detta "prima velocità cosmica"; essa è strettamente legata alla distanza del satellite dalla linea dell'equatore terrestre.