Òpera Opéra Opera.
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L'opera lirica" di Giulio Confalonieri Opera Nazionale per i Combattenti Òpera. Genere teatrale in cui il testo è intonato e illustrato in musica. ● Encicl. - Le origini dell'o. (o melodramma) si fanno risalire all'Euridice di I. Peri (Firenze, 1600) e all'Euridice di G. Caccini (1602), musicisti della Camerata Fiorentina, nel cui ambito si sviluppa il recitar cantando, cioè lo stile recitativo declamato su un accompagnamento strumentale. Questi lavori possiedono già un'organicità drammatica, ma l'aspetto letterario è prevalente su quello musicale, in quanto il canto tende a non discostarsi da una forma di monodia accompagnata, vicina alle intonazioni del parlato. C. Monteverdi con l'Orfeo, rappresentato a Mantova nel 1607, accentua l'importanza della musica in funzione della rappresentazione drammatica e inizia a stabilire la giustapposizione tra recitativo e aria, intesa come pezzo dotato di struttura melodica e strofica compiuta. Gli strumenti, oltre che ad accompagnare la voce, si ritagliano spazi autonomi con interventi (preludi, interludi o postludi) che definiscono e sostengono l'aria. Con Monteverdi l'o. viene indirizzata su stilemi musicali e scenici confermati dalla Dafne di Marco da Gagliano (Mantova, 1608). Le tendenze avviate dallo stile monteverdiano si evolvono in due nuove scuole operistiche: la romana, fiorita tra il 1620 e il 1660, e la veneziana. La prima si caratterizza per le innovazioni formali (sinfonia d'apertura, recitativo secco, mezz'aria, duetto, finale concertato) introdotte in sintonia con la struttura del libretto, sostenuta in particolare da G. Rospigliosi (poi papa Clemente IX), articolata in monologhi, dialoghi, scene di massa. Anche la messa in scena (cui contribuì come scenografo anche G.L. Bernini) risponde all'aspirazione barocca verso il "meraviglioso", arricchendosi di effetti scenografici e allestimenti fastosi e spostando lo stesso spazio scenico dalla sala di palazzo del periodo fiorentino al teatro vero e proprio (il Barberini, inaugurato a Roma nel 1632, contava 3.000 posti). A differenza di quella romana, la scuola veneziana sposta la ricerca di esiti spettacolari verso la musica. Il teatro barocco trova così la sua massima espressione nella produzione musicale di P.F. Cavalli, A. Cesti, G. Legrenzi, attenta in particolare al colorismo strumentale degli accompagnamenti e dei pezzi sinfonici. Tuttavia una vera organicità drammaturgica viene raggiunta in Francia nel tardo XVII sec., dal teatro di G.B. Lulli, e successivamente in Italia dalla scuola napoletana che fa capo ad A. Scarlatti. Nelle o. lulliane ogni scena viene appropriatamente calibrata e ordinata nell'economia generale dell'o., in modo che il tutto si dipani in equilibrata sequenza. Le maestose architetture sonore di Lulli, così conformi al clima culturale del periodo di Luigi XIV, sono ottenute attraverso una rinnovata composizione dell'orchestra che ne esce rafforzata nelle sezioni dei fiati e delle percussioni. Il modello di Lulli è alla base della produzione operistica dell'inglese H. Purcell, unica grande apparizione teatrale nella storia musicale del suo Paese, che tende tuttavia a sostituire il parlato ai lunghi recitativi, concentrando la qualità musicale in pezzi chiusi. In Italia intanto il teatro di A. Scarlatti costituisce una tappa fondamentale per la storia dell'o. seria del Settecento. A lui si deve la codificazione dell'ouverture sinfonica nelle tre parti allegro-adagio-allegro e la formula del "da capo" nell'aria, secondo un gusto della simmetria che circoscriva e controlli l'effusione melodica. L'aria assume nell'o. un ruolo di assoluta preminenza, tanto da portare allo sviluppo del "bel canto", più tardi degenerato a esasperato virtuosismo vocale. L'esperienza napoletana avrà ulteriori sviluppi con musicisti come A. Caldara, J.A. Hasse, N.A. Porpora, con i quali l'o. assume più la forma di concerto vocale che di rappresentazione drammatica. Sul versante letterario, P. Metastasio, per la superiore organicità di intreccio dei suoi libretti e la qualità del verseggiare, è il più significativo rappresentante di questa forma di teatro musicale: il teatro metastasiano è un ordinato succedersi di momenti "d'azione" e di momenti lirici nei quali si concentra la melodia. Più vivace e innovativa, l'o. buffa si avvia nel frattempo a vita autonoma con G.B. Pergolesi e N. Piccinni, finché, a metà del XVIII sec., l'o. seria italiana non conosce l'azione riformatrice di C.W. Gluck, che nel 1762 riprende il mito di Orfeo per rinnovare il teatro musicale nel senso indicato da Monteverdi e non più attuato. Gluck supera le convenzioni del melodramma metastasiano opponendovi una sintesi drammatica ed espressiva in cui ogni elemento (ouverture, parola, canto, scena, coro) è funzionale al dramma e dove i personaggi ritrovano un maggiore spessore umano. Alla fine del 1700 l'o. si pone sulla traccia indicata da Gluck, tanto che persino il Mozart dell'Idomeneo ne subisce l'influenza. Nonostante la portata di questa riforma, l'o. buffa si impone sull'o. seria con D. Cimarosa e G. Paisiello, e serve da modello all'opéra comique francese (Boïeldieu, Adam). Il primo Ottocento operistico appare ancora di impronta gluckiana: da G. Spontini al Beethoven del Fidelio, a C.M. von Weber e al Rossini del Guglielmo Tell fino al Bellini della Norma. Figura centrale dell'operismo europeo è Rossini, che rivitalizza la tradizione del genere buffo nel linguaggio musicale e nella struttura drammaturgica. Se Il Barbiere di Siviglia assurge a modello - non soltanto formale - dell'o. comica (e anche di quella seria) dell'intero XIX sec., nel Guglielmo Tell Rossini si serve dell'esempio gluckiano e di quello del Beethoven sinfonista per interpretare il genere dell'o. seria sotto l'influsso del nascente clima romantico. Le figure più rappresentative del primo Ottocento musicale sono V. Bellini e G. Donizetti, entrambi animati da una sensibilità ormai palesemente romantica, e il tedesco C.M. von Weber cui si deve, con Il franco cacciatore (1821), un primo esempio di o. nazionale. Con il Romanticismo l'o. perde così la sua internazionalità e si sviluppa secondo forme e linguaggi legati alle culture nazionali. In Francia domina con Auber e Mayerbeer la grande o., caratterizzata da allestimenti spettacolari e ambientazioni storiche o esotiche. Verdi e Wagner, i due maggiori operisti del XIX sec., si situano in questo clima di fermenti patriottici, pur partendo da posizioni diverse e adottando diverse soluzioni musicali e drammaturgiche. Nelle o. wagneriane, ispirate ad antiche leggende tedesche, tutti gli elementi (parola, canto, orchestra) sono asserviti a un'unica idea creatrice. Cade la distinzione tra recitativi e arie e lo schema tradizionale dell'o. viene scardinato dando luogo a un fluire ininterrotto scandito dai ritorni dei Leitmotiv (temi conduttori). Verdi, al contrario, utilizza la struttura del vecchio melodramma, mantenendo alle varie scene la loro forma conclusa, ma il suo innato genio teatrale e drammatico gli consentono di creare personaggi che sono, a differenza di quelli wagneriani, la ragione e il luogo del dramma. In posizione non subalterna rispetto ai due, il russo M. Mussorgskij cerca, come Wagner, la continuità del discorso drammatico, ma i suoi personaggi, nella loro individualità ben delineata, sono più vicini a quelli verdiani. Per tutto l'Ottocento l'o. prosegue la sua evoluzione adattandosi alle varie culture nazionali, ma senza discostarsi troppo dalle direttrici segnate da Verdi e Wagner (C. Gounod, G. Bizet, J. Massenet in Francia, B. Smetana in Boemia, A. Ponchielli, A. Boito, A. Catalani in Italia). Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento l'o. risente delle nuove correnti culturali europee: prevalente in Italia il filone verista con P. Mascagni, R. Leoncavallo e, in parte, G. Puccini, mentre Wagner continua a influenzare l'operismo di R. Strauss. L'Impressionismo francese si esprime con piena indipendenza e novità di stile musicale nel Pélleas et Mélisande di C. Debussy. Il teatro espressionista trova nel Wozzeck (1921) di A. Berg il suo caposaldo. Con P. Hindemith (Mathis il pittore), I. Stravinskij (da Le rossignol a The rake's progress), S. Prokofiev, M. Ravel e gli italiani A. Casella e L. Dallapiccola, l'o. del Novecento continua un processo di totale trasformazione che nelle generazioni successive (L. Nono, L. Berio, S. Bussotti, S. Sciarrino) porterà all'impiego di una vasta gamma di linguaggi musicali e mezzi di comunicazione visuale e sonora. Attività posta in essere con un intento preciso. ║ Azione moralmente rilevante: compiere buone o. ║ Risultato di una specifica azione: la distruzione del raccolto fu o. della grandine. ║ Attività lavorativa in genere. ║ Lavoro materiale. ║ Risultato concreto di un'attività artistica o di un lavoro intellettuale. ║ Ente di beneficenza e di assistenza. ║ Costruzione. ● Dir. - L'o., sotto l'aspetto della prestazione di un'attività, forma oggetto di un contratto, detto contratto d'o., con il quale una persona si obbliga a compiere, dietro un corrispettivo, un'o. o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Il contratto non muta natura anche se la materia prima è fornita dal prestatore d'o., purché essa non costituisca l'oggetto prevalente nella considerazione delle parti, nel qual caso si applicano le norme sulla vendita. La prestazione d'o., sia di carattere materiale sia intellettuale, è disciplinata dal corpo di norme del Codice Civile che regolamentano il lavoro autonomo. Il contratto d'o. si distingue dal contratto di lavoro subordinato per la mancanza di subordinazione e in quanto l'oggetto del contratto è un'o., intesa come attribuzione al committente dell'utilità di un'attività del prestatore d'o.; inoltre, a differenza del lavoratore subordinato, il prestatore d'o. si assume ogni rischio derivante dalla sua attività. Il contratto d'o. materiale è tipico del lavoro artigiano e presenta notevoli analogie con l'appalto, anche se nella prestazione d'o. il lavoratore deve eseguire personalmente l'incarico assunto, contro l'obbligo nell'appalto di giovarsi di una vasta organizzazione di mezzi. Tuttavia, anche nel caso di un'o. intellettuale, il prestatore d'o. può giovarsi, sotto la propria direzione e responsabilità, di sostituti e collaboratori quando gli usi o il contratto lo consentono. Il più importante teatro parigino. Inaugurato nel 1671, nella sede del Jeu de Paume de la Bouteille, fu spostato nel 1672 nella Salle du Bel-Air e l'anno successivo presso il Palazzo Reale, dove nel 1769 venne rinnovato dall'architetto Moreau. Nel 1781 il teatro subì un nuovo trasferimento a Porte-Saint-Martin e i lavori di sistemazione furono affidati all'architetto Lenoir. Quella del 1794, in Rue-Richelieu (cui lavorò l'architetto V. Louis), fu l'ultima sede dell'O. prima che venisse portata a termine da C. Garnier la costruzione del sontuoso edificio attuale, inaugurato nel 1875, dopo 14 anni di lavoro. Solo la ventesima parte dell'area totale del teatro è destinata alla sala che dispone di 137 palchi, divisi in quattro ordini, e ha una capienza complessiva di circa 2.160 posti. Il palcoscenico è largo 52,90 m e ha una profondità di circa 27 m. Attualmente il teatro è denominato O. Garnier per distinguerlo dall'O. Bastille, inaugurata nel 1989 in occasione del bicentenario della presa della Bastiglia. Il teatro, concepito da Carlos Ott, rappresenta, per le soluzioni architettoniche e per le tecnologie utilizzate nelle rappresentazioni, uno dei più moderni teatri europei. Capace di 2.700 posti, ospita la maggior parte delle produzioni operistiche, mentre la stagione di balletto si svolge tuttora all'O. Garnier. Centro in provincia di Milano, 10 km a Sud del capoluogo; è situato a 101 m s/m., alla sinistra del Lambro. Agricoltura (foraggi, cereali e ortaggi); industrie casearie, dei laterizi, meccaniche, tessili, chimiche, della carta e delle materie plastiche. Conserva la chiesa di S. Maria Assunta (secc. XIV-XV), con interessanti affreschi di scuola lombarda. 13.242 ab. CAP 20090. Romanzo dello scrittore francese Emile Zola, pubblicato nel 1886. L'opera fa parte del grande ciclo dei Rougon-Macquart e ha come protagonista il pittore Claudio Lentier, figlio di Gervasia e di un alcolizzato, che soffre per le tare ereditarie che già hanno contrassegnato la sua infanzia. Pittore di un certo talento, non riesce tuttavia ad esprimersi compiutamente attraverso la sua arte, non riesce cioè a creare quel capolavoro che possa soddisfare le sue aspirazioni. Egli conosce per caso una ragazza abbandonata e a poco a poco se ne innamora; il suo amore è ricambiato dalla donna, che sola ne comprende il dramma. La donna tenta di assecondare il sogno del giovane, ma invano. Con il passare degli anni l'ispirazione di Claudio si affievolisce e la vita dei due amanti si fa sempre più cupa. La vicenda termina con il suicidio del giovane e la morte della ragazza. Opera minore di Zola, mantiene tuttavia un certo valore, soprattutto nella descrizione di ambienti e personaggi del mondo artistico e nella felice rappresentazione del sentimento amoroso che lega i due giovani. Locuzione latina: tutte le opere. Raccolta completa delle opere di un autore. Opera Nazionale per i Combattenti. Ente pubblico avente personalità giuridica e gestione autonoma, istituito in Italia nel 1917 e riordinato nel 1926. Ha lo scopo di provvedere alla trasformazione fondiaria delle terre, all'incremento della piccola e media proprietà e di favorire l'esistenza stabile sui luoghi di una più densa popolazione agricola. Per tali fini l'o. si avvale preferibilmente del lavoro di ex combattenti. Fra le maggiori bonifiche compiute dalla ONC è da ricordare quella dell'Agro Pontino. Melodramma satirico in versi e in prosa di John Gay. Musicato da John Christopher Pepusch, fu rappresentato nel 1728. Ambientato nel mondo della malavita londinese e basato sulle vicende di due ladri e ricettatori, l'opera costituisce una denuncia dell'ipocrisia e della mancanza di valori dell'Inghilterra settecentesca, condotta nei modi di una satira aspra e grottesca. Essa godette di grande successo, anche perché fu facile ravvisare nei personaggi rappresentanti del Governo inglese, come l'allora primo ministro Robert Walpole. L'opera diede inoltre inizio ad un nuovo genere teatrale, la ballad opera, sorta di umoristica parodia dell'opera italiana e della commedia sentimentale. Riproposta più volte nei teatri inglesi (si ricorda in particolare la regia di N. Playfair, del 1920), dall'opera furono tratti diversi rifacimenti, fra i quali il più famoso è quello di Brecht (L'opera da tre soldi, 1928), e un film, diretto nel 1953 da P. Brook e interpretato da L. Olivier. Organizzazione politico-religiosa costituita nel 1874 con lo scopo di riunire i cattolici, sotto la guida di vescovi e parroci, in una rete associazionistica capillarmente estesa per esercitare un'azione comune in difesa del potere della Chiesa dopo la costituzione, su basi laiche, dello Stato unitario. Oltre che promuovere l'apostolato, l'o. dei c. si propose di operare in campo assistenziale e scolastico, in concorrenza con lo Stato, nonché di impegnarsi nella diffusione della stampa cattolica. Politicamente l'associazione rappresentò l'opposizione dei cattolici al liberalismo e alla società moderna. Il loro intransigente integralismo li portava al rifiuto di una visione laica dello Stato e alle conquiste culturali del mondo moderno nella convinzione di poter trarre, dalle Sacre Scritture e dalle encicliche pontificie, un'ideologia politica organica, capace di comprendere e affrontare i problemi del tempo. Si trattava di una concezione teocratica che portava ad auspicare, in prospettiva, la restaurazione di un sistema politico-sociale di stampo medioevale. Tale concezione si rafforzò con papa Leone XIII che, nonostante la conferma del non expedit, appoggiò la creazione di un movimento politico cattolico diffuso nella società e sottoposto al controllo della Chiesa. Quando, in seguito alla sanguinosa rivolta di Milano nel 1898, il Governo intervenne contro le organizzazioni socialiste e, in minor misura, cattoliche, anche l'o. dei c. fu in parte smantellata, per ricostituirsi l'anno dopo con il congresso di Ferrara di cui fu promotore G.B. Paganuzzi, presidente dell'associazione dal 1889 al 1902. In quegli anni R. Murri, con la "democrazia cristiana", il movimento da lui fondato, cercava di rinnovare l'o. dei c. in senso democratico, ma quest'azione riformatrice non incontrò l'approvazione di Pio X che nel 1904 sciolse l'o. dei c. mettendo tutte le sue organizzazioni sotto il controllo diretto dei vescovi. Nel 1905 furono soppresse anche le opere economiche ad essa collegate (casse rurali, istituzioni cooperative e mutualistiche cattoliche). Commedia in un prologo e tre atti di B. Brecht con musica di K. Weill. Rappresentata a Berlino nel 1928 con grande successo, si ispira alla Beggar's Opera (1728, L'opera del mendicante) dell'inglese J. Gay. La vicenda è ambientata nella Londra nei primi anni del Novecento, e i suoi personaggi sono attinti da un mondo di emarginati e miserabili (straccioni, ladri, prostitute) e di "borghesi", sotto la cui facciata di perbenismo si nascondono ipocrisia e corruzione. Protagonista è il bandito Macheath, detto Mackie Messer, che seduce e sposa Polly, suscitando l'ira vendicativa del padre di lei, lo strozzino e re dei mendicanti Jonathan Jeremiah Peachum. Costui, con l'aiuto dello sceriffo Brown la tigre, riesce a farlo arrestare e condannare a morte, ma per Macheath arriva in extremis la grazia dalla regina, che gli conferisce anche un titolo nobiliare. La commedia, condotta su un'intonazione parodistica, anticipa i tratti su cui Brecht costruirà il suo "teatro epico". Si ricordano le trasposizioni cinematografiche di G.W. Pabst nel 1931, e di W.G. Staudte nel 1963. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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