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Ottomano.

Nome con cui sono stati designati i sovrani dello Stato turco musulmano. ║ Per estens. - Sinonimo di turco. • Ind. tess. - Tipo di tessuto con armatura derivata dalla tela. • St. - Impero o.: Stato turco musulmano, la cui durata va dal 1300 circa al 1922. Le origini risalgono ad un piccolo emirato formatosi nell'Anatolia occidentale in seguito alla decadenza del sultanato selgiuchide. Il fondatore 'Othman I morì nel 1326; suo figlio 'Orkhan estese il feudo fino al Mar di Marmara e alla penisola di Gallipoli. La fase di grande espansione cominciò tuttavia solo con Murad I, che intraprese la conquista dei Balcani; il sultano morì nel corso della grande battaglia di Kosovo (1369) contro la Serbia, ma il figlio Bayazid proseguì l'opera di consolidamento del Regno. Subì però una grave sconfitta contro Tamerlano nella battaglia di Ankara (1402), alla quale fece seguito un periodo di anarchia e di divisione, cui pose fine l'avvento al potere di Maometto I (1413-21). Sotto di lui lo Stato venne riunificato ed ebbe inizio una fase di espansione che durò circa un secolo. Tappe fondamentali del processo di ampliamento dei confini furono la vittoria di Varna (1444), contro l'esercito ungherese, e la presa di Costantinopoli sotto Maometto II (29 maggio 1453), che segnò inoltre la fine dell'Impero romano d'Oriente e l'inizio dell'Età moderna. Nel 1454 i Turchi raggiunsero il Danubio, nel 1458-60 conquistarono la Grecia e nel successivo ventennio estesero il proprio dominio sul Mar Nero e sull'Albania. Con Solimano il Magnifico (1520-66), forse il più grande di tutti i sultani turchi, l'Impero o. raggiunse l'apice della sua potenza, estendendosi dall'Ungheria (1526, conquista di Buda) alla Mesopotamia (1536, conquista di Baghdad), dalla Grecia all'Egitto. Cominciò quindi la lenta fase di decadenza, che proseguì per tutto il XVII sec., caratterizzata da conflitti che si rivelarono durissimi per gli Stati suoi rivali, come Venezia e l'Impero austro-ungarico. Nel Mediterraneo lo scacco nella battaglia navale di Lepanto (1571) fu la prima vera sconfitta militare subita dagli O. cui, durante i secc. XVII e XVIII, ne seguirono altre, accompagnate da perdite territoriali: dopo il vano assedio di Vienna (1683) essi furono costretti a lasciare l'Ungheria e la Transilvania a seguito degli accordi di pace (Carlowitz, 1699), mentre con la pace di Passarowitz (1718) dovettero rinunciare a un tratto della Serbia. Nel corso del Settecento, la Russia sostituì gradualmente Venezia come principale nemico esterno. È del 1774 il trattato di Küciük Qainarge, che chiuse la prima guerra russo-turca togliendo ai Turchi la Crimea e decretando il ruolo della Russia come protettrice delle popolazioni greco-ortodosse: l'indebolirsi della grande compagine o. era ormai evidente e inarrestabile. Il XIX sec. fu caratterizzato da diversi episodi di rivolta delle popolazioni assoggettate all'Impero, che gradatamente si sottrassero al suo dominio, rendendosi autonome: risale al 1821 l'insurrezione greca, seguita dopo pochi anni dall'indipendenza dell'Egitto e, nel 1830, da quella della Serbia. Si affermò allora un tentativo di radicale rinnovamento delle istituzioni statali, per adeguarne le basi a quelle delle moderne nazioni europee. Il primo atto furono le Tanzimat (ordinamenti o riforme) sancite dai due rescritti, cioè atti normativi, imperiali di Gülkhane nel 1839 e nel 1856, che decretavano l'uguaglianza dei sudditi dinanzi alla legge, la libertà di coscienza e quella di culto, l'equa ripartizione delle imposte e l'istituzione di Tribunali civili e penali distinti da quelli religiosi. Ma la guerra di Crimea (1853-56) e la seconda guerra russo-turca (1877-78) diedero dei colpi decisivi al dominio turco in Europa: col trattato di pace di Berlino, che pose fine alla guerra russo-turca, vennero infatti creati ufficialmente gli Stati indipendenti di Serbia, Romania e Bulgaria, riconosciuti ora anche dalle potenze straniere. Nel 1908 la rivoluzione dei Giovani Turchi depose infine il sultano, inaugurando un regime costituzionale sotto Maometto V (1909-18), che però si trasformò presto in un regime autoritario. Frattanto, con la guerra italo-turca (1911-12) andò perduta la Libia, con le due guerre balcaniche (1912-13) si staccarono la Macedonia, la Tracia e l'Albania, mentre tra il 1916 e il 1918 si resero autonomi dall'ormai ex Impero tutti i Paesi arabi (Siria, Palestina, Mesopotamia, Arabia). Il trattato di Sèvres (1920) sancì l'indipendenza di questi Stati e dell'Armenia, mettendo a rischio la stessa integrità politica della Turchia. Questa fu salvata dal movimento di riscossa di Mustafa Kemal che, dopo quattro anni di lotta, espulse gli stranieri dall'Anatolia ristabilendo la sovranità nazionale sul territorio turco. L'Impero o. era ormai giunto al termine: nel 1922 venne abolito il sultanato e fu proclamata la Repubblica di Turchia. • Arte - La cultura o. trovò ampia espressione nell'architettura, nella produzione di ceramiche e in quella di tessuti. In campo architettonico vennero ampiamente e originalmente sfruttate le tradizioni bizantina, armena e selgiuchide. Nei secc. XIV e XV si approfondirono le ricerche sulla cupola, che divenne l'elemento caratterizzante della moschea, mentre si ridussero le proporzioni del portale e dalla facciata furono eliminate le finestre. Si affermò il tipo di moschea a corpo unico, costituita da un unico ambiente cupolato, preceduto da un portico ad arcate anch'esse coperte da cupole o da volte (se ne hanno alcuni esempi nelle moschee Alauddin Giâmi` di Brussa, del 1326, e Yeshil Giâmi` Din di Yznik, risalente al 1378). Un'altra tipologia di moschea è invece costituita da un edificio a T, formato da diversi corpi comprendenti la sala di preghiera (giami), affacciata su una corte porticata e cupolata, la scuola (madrasa), il monastero, l'ospizio, il refettorio, la biblioteca (come le moschee di Orkhan, del 1340, e di Yeshil Giâmi` di Brussa, del 1421). Uno dei principali architetti, originali interpreti della lezione architettonica di Santa Sofia di Istanbul, fu Sinan, al quale si devono alcune delle più alte espressioni dell'arte turca, come le moschee di Shâhzâde (1544-48) e Suleimaniye (1550-57) ad Istanbul. Nel periodo di maggiore fulgore dell'Impero le moschee, costruite su modello di Shâhzâde, erano inserite in grandiosi complessi caritativi e culturali (kulliye) comprendenti scuole, monasteri, ospedali, biblioteche, ospizi per i poveri, mercati e serragli. Caratteristici della tipologia architettonica turca furono anche i bagni pubblici (hammâm), solitamente di forma cruciforme (il primo venne costruito ad Istanbul nel 1466). Fra i complementi dell'arredo urbano vi erano poi fontane a parete (sebîl) oppure indipendenti (cesme), che ornavano moschee e palazzi. Fra le varie espressioni dell'arte o., notevole fu la produzione artigianale di ceramiche ispirate alla porcellana blu e bianca cinese, sostituita poi da decorazioni policrome, con il rosso come colore dominante, a motivi vegetali e figure stilizzate. Altrettanto rilevante furono la produzione di tappeti (il tappeto più antico giunto fino a noi risale al XV sec.), di tessuti in seta (broccati, velluti di Brussa) e di gioielli d'oro, che riproducono le decorazioni tradizionali dell'Islam.
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